Terzo e (per ora) ultimo libro della serie di Mila Vasquez: sinceramente mi domando come abbia fatto chi li ha letti appena usciti, quindi con un intervallo di quattro anni fra uno e l'altro e l'altro ancora, perchè Carrisi è diabolicamente bravo e, se anche i casi specifici iniziano e finiscono nei singoli romanzi, c'è un ordito fittissimo (molto ben fatto) che bisogna assolutamente ricordare per capire.
Avendoli letti tutti e tre nell'arco di un mese me li sono goduti al meglio, ma mi sono comunque dovuta fermare più di una volta per riflettere e recuperare i vari intrecci.
E, secondo me, questo è il più bello dei tre, quello meglio costruito. Leggendoli tutti insieme si nota anche l'evoluzione stilistica di Carrisi, che già con "Il suggeritore" era partito da un livello molto alto, ma si può sempre migliorare e lui lo ha fatto.
Siamo nello stesso posto mai specificato (ma che io ormai individuo come una zona qualunque negli Stati Uniti) delle altre due vicende. Samantha Andretti è stata rapita quando aveva 13 anni e, quando ormai nessuno nutriva più speranze, viene ritrovata, con tutti i segni di una prolungata segregazione nel fisico e, soprattutto, nella psiche.
Ha quindi inizio la caccia al sequestratore. Dall'ospedale se ne occupa il dr Green, esperto profiler, convinto che la ricerca vada fatta nella mente della ragazza e che quindi cerca di far affiorare ogni possibile ricordo che possa rivelare indizi sull'uomo che l'ha tenuta prigioniera, mentre all'esterno alle indagini della polizia si affiancano quelle di Bruno Genko, investigatore privato a cui i genitori di Samantha si erano rivolti dopo il rapimento. Genko è malato di cuore, il suo tempo è già scaduto, e forse è proprio per la fine imminente che vuole cercare di aiutare Samantha come a suo tempo non si era impegnato a fare, convinto che la sua fosse una storia senza speranza.
I capitoli si alternano sui due filoni, lo psicologo e l'investigatore: con linee narrative e temporali diverse e capisco bene quelli che arrivati in fondo abbiano avuto voglia di rileggerlo "con il senno di poi".
L'unico appunto che posso di fare al libro è quello di una grossolana coincidenza quando l'investigatore, di fronte a una decina di persone che corrispondono ai requisiti di quella che sta cercando, riesce a individuarla per puro istinto: troppo casuale per essere credibile.
Mah, per uno bravo come Carrisi non sarebbe stato difficile escogitare un piccolo dettaglio utile a far arrivare Genko allo stesso punto grazie alla logica , ma è un dettaglio marginale all'interno di tutto il romanzo che è davvero un grandissimo thriller che consiglio a tutti gli amanti del genere, partendo però con la lettura de "Il suggeritore".
Avendoli letti tutti e tre nell'arco di un mese me li sono goduti al meglio, ma mi sono comunque dovuta fermare più di una volta per riflettere e recuperare i vari intrecci.
E, secondo me, questo è il più bello dei tre, quello meglio costruito. Leggendoli tutti insieme si nota anche l'evoluzione stilistica di Carrisi, che già con "Il suggeritore" era partito da un livello molto alto, ma si può sempre migliorare e lui lo ha fatto.
Siamo nello stesso posto mai specificato (ma che io ormai individuo come una zona qualunque negli Stati Uniti) delle altre due vicende. Samantha Andretti è stata rapita quando aveva 13 anni e, quando ormai nessuno nutriva più speranze, viene ritrovata, con tutti i segni di una prolungata segregazione nel fisico e, soprattutto, nella psiche.
Ha quindi inizio la caccia al sequestratore. Dall'ospedale se ne occupa il dr Green, esperto profiler, convinto che la ricerca vada fatta nella mente della ragazza e che quindi cerca di far affiorare ogni possibile ricordo che possa rivelare indizi sull'uomo che l'ha tenuta prigioniera, mentre all'esterno alle indagini della polizia si affiancano quelle di Bruno Genko, investigatore privato a cui i genitori di Samantha si erano rivolti dopo il rapimento. Genko è malato di cuore, il suo tempo è già scaduto, e forse è proprio per la fine imminente che vuole cercare di aiutare Samantha come a suo tempo non si era impegnato a fare, convinto che la sua fosse una storia senza speranza.
I capitoli si alternano sui due filoni, lo psicologo e l'investigatore: con linee narrative e temporali diverse e capisco bene quelli che arrivati in fondo abbiano avuto voglia di rileggerlo "con il senno di poi".
L'unico appunto che posso di fare al libro è quello di una grossolana coincidenza quando l'investigatore, di fronte a una decina di persone che corrispondono ai requisiti di quella che sta cercando, riesce a individuarla per puro istinto: troppo casuale per essere credibile.
Mah, per uno bravo come Carrisi non sarebbe stato difficile escogitare un piccolo dettaglio utile a far arrivare Genko allo stesso punto grazie alla logica , ma è un dettaglio marginale all'interno di tutto il romanzo che è davvero un grandissimo thriller che consiglio a tutti gli amanti del genere, partendo però con la lettura de "Il suggeritore".
Reading Challenge 2018: questo testo risponde al requisito "l'ultimo libro scritto da un autore" (numero 23 degli indizi facili).