domenica 3 luglio 2022

"Una posizione scomoda", Francesco Muzzopappa



Milano, attorno al 2010 o giù di lì. E' possibile diplomarsi con successo al Centro Sperimentale di Cinematografia come sceneggiatore venendo giudicato da Amelio e Sorrentino come una promessa del cinema italiano, sognare di arrivare a scrivere scenografie per Spielberg e Tarantino, per questo rifiutare le proposte di mamma Rai perché "le fiction italiane sono appaltate all'Arma o alla Curia" (verissimo!!) e ritrovarsi nel giro di pochi anni a essere lo sceneggiatore di "Qui Quo Qua e le giovani mignotte"?
E' possibile ed è proprio quello che è successo a Fabio Loiero, viterbese over 30 trapiantato a Milano perché è lì che ha sede la Starlette, la casa di produzione hard per cui lavora di nascosto da tutti: guai se mamma e papà lo scoprissero, troppo bigotti, troppo per bene. Non parliamo poi degli ex compagni di corso, che hanno avuto il buon senso di essere meno pretenziosi e che adesso lavorano tutti, nessuno per Woody Allen, ok, ma neppure per la trans Romina!
Ma lo pseudonimo Fabius basterà a celare la sua vera identità al mondo adesso che deve rappresentare la Starlette al Festival del Porno di Cannes?

Un librino assolutamente da poco che però ha il pregio di lasciarsi leggere in fretta senza annoiare, tranne quando l'autore (che immagino grande appassionato di cinema) per ogni film citato (tantissimi!) sciorina titolo, anno, regista e durata: se fossi stata interessata mi sarei letta il Morandini, no?!

Opera prima (datata 2013) di Francesco Muzzapappa, barese classe 1976, con all'attivo un totale di dieci romanzi pubblicati che, a giudicare da titoli e copertine, dovrebbero essere tutti del genere di questo.
Dei dieci, sei sono editi da Fazi e quattro da De Agostini: se prima di questa lettura consideravo la Fazi una casa editrice molto seriosa e altrettanto snob, "Una posizione scomoda" mi ha fatto capire che non sono inquadrati come pensavo.

Classificato da Amazon come umoristico, a me ha fatto ridere principalmente per la rivisitazione in chiave hard di titoli famosi, da "Sette ani in Tibet" a "Uccelli ne trovo", da "I soliti colpetti" a "Erezioni di piano", ma - come ho già avuto modo di scrivere - fin da ragazzina mi divertivo moltissimo a leggere i titoli dei film porno su "Il corriere mercantile" di Genova, per cui...

La storia è leggera leggera e la sinossi la riassume quasi del tutto. Muzzopappa avrebbe potuto impegnarsi un po' di più per arricchire l'identità del suo protagonista che, a trent'anni suonati, sembra ricoprire ancora e solo il ruolo di figlio, non quello di un uomo adulto che ha comunque lasciato il nido da un pezzo, ma probabilmente lo scopo era solo quello di far divertire e con me ci è riuscito grazie a "Porkemon".

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