domenica 28 aprile 2024

"Giardino di primavera", Tomoka Shibasaki

 

Tokyo, quartiere Setagaya, maggio 2014. Tarō ha 33 anni e da tre vive nel View Palace Saeki III, un condominio di due piani per un totale di otto appartamenti distinti fra loro non da un numero, ma dal nome di uno dei segni dello zodiaco cinese. Tarō occupa l'alloggio Maiale, una signora di una certa età vive in quello Serpente mentre nel Drago c'è una ragazza che sembra essere un po' più giovane di lui.
Nashi, questo è il suo nome, un giorno gli chiede un favore insolito: quello di poter andare nel suo balcone per riuscire a vedere meglio il giardino della casa azzurra posta al di là del muro di cinta.

E qui in molti troverebbero naturale immaginare che da questo pretesto fra i due nasca qualcosa, invece no. La storia che il libro racconta è quella dell'ossessione che Nashi ha per questa casa azzurra, nata quando era ancora studentessa e qualcuno le aveva mostrato "Giardino di primavera", un volume fatto stampare dalla coppia che abitava lì una ventina d'anni prima. Nashi non smette mai di sfogliare quelle pagine studiando nei minimi dettagli le fotografie che i due - regista pubblicitario lui, attrice teatrale lei - si erano vicendevolmente scattati nel giardino, ma anche all'interno dell'abitazione.

Le citazioni di piante e alberi me ne hanno fatto scoprire di particolarmente belli, come il lillà delle Indie:


Il melo giapponese:

Lo styrax japonicus:
Più un bellissimo animale che non conoscevo, il cane procione, una volpe indigena dell'Asia orientale ♥


Probabilmente non è un caso se Nashi ha affittato un appartamento proprio di fianco alla villa, non viene specificato e non è rilevante perché non è lei la protagonista, ma Tarō.

Tarō e la sua solitudine. Trasferitosi da Osaka a Tokyo dopo la morte del padre, avvenuta dieci anni prima, da tre vive al View Palace Saeki III, cioè da quando in seguito al divorzio ha anche cambiato lavoro. Non ha avuto altre relazioni, non vede la sorella da tre anni e sembra non avere amici, solo dei colleghi di lavoro più quelle due vicine di casa con le quali interagisce il minimo indispensabile perché Tarō respinge tutto ciò che può generare impegni, fastidi, doveri. Anche la ricerca di un nuovo alloggio, visto che il condominio verrà demolito a breve, motivo per cui solo tre appartamenti sono ancora abitati.

"Giardino di primavera", scritto nel 2014, titolo originale 
"春 の 庭", che Google mi traduce in "Giardino primaverile", fa parte della dozzina di romanzi pubblicati da Tomoka Shibasaki (nata a Osaka nel 1973) e dei quali solo questo e un altro sono stati tradotti in italiano, entrambi due anni fa.

Un romanzo breve (162 pagine) e mestamente piacevole, a patto di apprezzare la lentezza e la precisione che - a torto o a ragione - attribuisco alla letteratura giapponese, o almeno a una parte di essa.
Un libro sulla solitudine, principalmente quella di 
Tarō, un giovane uomo che non ha ancora superato la morte del padre e che riesce a isolarsi in una delle città più affollate del mondo, abitando in un quartiere, Setagaya, che da solo conta quasi un milione di persone (ed è il secondo più grande di Tokyo, neppure il primo!).
Ma la stessa Tokyo che, pur essendo immensa, presenta dei vuoti: viene dato largo spazio alla descrizione di vie, edifici, attività commerciali, eccetera, e solo leggendo la postfazione di Roberta Lo Cascio ne ho capito il senso.

"Già laureata in geografia, l'autrice ha una vera e propria passione per l'urbanistica e per come i caratteri geografici e urbani di un luogo influenzino il modo di vivere dei suoi abitanti.
Giardino di primavera si incastra alla perfezione nella definizione di letteratura dei luoghi."
Legatissima alla sua Osaka, che trova sempre il modo di inserire nei romanzi (
Tarō viene da lì), la Shibasaki dal 2005 vive proprio a Setagaya.

Molto interessanti anche gli approfondimenti che la Lo Cascio fa circa la solitudine dei giapponesi, con un terzo dei nuclei familiari formati da una sola persona e dove il suicidio è la sesta causa di morte. Tokyo:

"Da una parte metropoli iper popolata, dall'altra patria del popolo più solo al mondo"

Reading Challenge 2014, traccia annuale marzo, Festival di Sanremo: abbino il libro a "Maledetta primavera" (1981)