giovedì 8 febbraio 2024

"Scomparsa", Florencia Etcheves

 

El Paraje (Argentina), 15 aprile di un anno non precisato. Leonora, Mariana, Micaela, Manuela e Cornelia sono cinque studentesse del prestigioso Dullmich College di Buenos Aires. Hanno 15 anni e la gita in Patagonia è stata voluta dalla giovane professoressa di scienze, Ludmila Roviralta, un premio per le sue allieve più brillanti. Hanno 15 anni e la sera prima della partenza eludono la sorveglianza dell'insegnante per andare a ballare con Ariel Alonso, il figlio dei proprietari della locanda dove alloggiano che ha fatto perdere la testa a ognuna di loro.
Buenos Aires, 15 aprile di dieci anni dopo. Clara Villalba fa celebrare una messa per il decimo anniversario della scomparsa di sua figlia. Da El Paraje erano tornate soltanto quattro delle cinque ragazzine: dopo la serata in discoteca Cornelia era scomparsa e soltanto la madre non ha mai smesso di sperare di poterla rivedere. Ed è proprio al termine della funzione che, dopo dieci anni senza il minimo appiglio, succede qualcosa: Clara scopre che ogni 15 aprile qualcuno estraneo alla famiglia ha fatto pubblicare sul giornale un necrologio per Cornelia. Non sarebbe abbastanza per convincere Manuela, che adesso è un'agente della squadra Omicidi, a riaprire il caso, ma anche lei ha notato qualcosa di anomalo nella fotografia di Cornelia posata sull'altare durante la funzione e vuole capire di cosa si tratta.

Florencia Etcheves, nata a Buenos Aires nel 1971, è scrittrice, giornalista di cronaca nera, autrice e conduttrice televisiva, vincitrice per tre volte del Premio Martin Fierro come miglior giornalista donna. Al momento ha all'attivo otto romanzi. Questo, scritto nel 2016 (titolo originale "Cornelia") è il quinto e il solo a essere stato tradotto in italiano insieme all'ultimo che ha scritto ("La cuoca segreta di Frida", del 2022).

Mentre lo leggevo pensavo che se fosse stato un film sarebbe stato un B movie, invece il trailer di quello prodotto da Netflix nel 2018 ("Perdida") non sembra affatto male e mi piacerebbe vederlo.

Il libro qualitativamente non è granché, presenta moltissime criticità (piani temporali che avrebbero potuto essere gestiti meglio, una ricostruzione degli eventi disordinata, un paio di questioni che avrebbero dovuto essere sviscerate con più attenzione, alcune inutili ripetizioni e qualche cliché, il tutto raccontato con uno stile che arriverei quasi a etichettare come amatoriale, pur sapendo che è opera di qualcuno che scrive per professione), ma ha due pregi enormi.

E' avvincente, un libro che chiama, ogni volta che gli ho dedicato del tempo ho sempre fatto fatica a chiudere il Kindle. Nonostante il crescendo di "americanate" che la Etcheves arriva a inanellare man mano che ci si avvicina alla fine, ero davvero curiosa di scoprire cosa fosse successo in Patagonia nel passato e di arrivare alla conclusione dei fatti del presente: difetti a parte, un coinvolgimento del genere ha un valore non indifferente per chi ama i thriller.

L'altro merito deriva dalla denuncia sociale di cui è carico. Ho letto che la Etcheves come cronista di nera si è occupata dei casi più importanti accaduti nel suo Paese. Il livello di criminalità argentino è cosa nota e temo che l'autrice abbia disegnato un quadro realistico.
Non solo stupratori, seviziatori, assassini, ma anche poliziotti corrotti e uomini facoltosi che alimentano la domanda di certi mercati.

Casualmente mi sono trovata a leggere la prima parte del libro mentre finivo "Quelli che uccidono" di Angela Marsons ritrovando la stessa tematica (lo sfruttamento della prostituzione, che in "Scomparsa" arriva alla tratta delle bianche), ma gestita e descritta in modi diversi. Il libro inglese rispetto a quello argentino sembra quasi una favoletta: chiaramente non lo è, non ci sono donne sfruttate di serie A o di serie B, ma la Etcheves dà un senso all'espressione "pentirsi di essere nati". Anzi, nate. Raggelante.

Reading Challenge 2024, traccia vagabonda febbraio: Argentina