martedì 25 giugno 2024

"Cara Rose Gold", Stephanie Wrobel

 

Deadwick (Stati Uniti Orientali), mercoledì 22 agosto 2012. Rose Gold Watts ha 18 anni quando sale sul banco dei testimoni al processo che vede alla sbarra la madre Patty, accusata di abuso aggravato su minore.

"Lei mi affamava e mi avvelenava e ha rovinato tutta la mia infanzia"

Si può perdonare una madre che ha trasformato una bambina sana in un esserino pieno di fragilità fisiche e psicologiche?
Nessuno a Deadwisk lo ritiene possibile ed è per questo che non si capacitano di come Rose Gold accetti di ospitare Patty quando nel novembre di cinque anni dopo esce dal carcere dopo aver scontato la sua pena. Eppure...

Scritto nel 2020, è il romanzo di esordio di Stephanie Wrobel, autrice nata a Chicago nel 1987, ma residente a Londra dal 2014. Successivamente ha pubblicato altri due titoli, "Potrebbe far male" e "The Hitchcock Hotel", non ancora tradotto in italiano.

Il libro alterna i capitoli fra Rose Gold e Patty, usando entrambe come voci narranti e sfruttando i diversi piani temporali per ricostruire l'intera vicenda, ponendo il focus sulle implicazioni psicologiche dell'una e dell'altra.

Non sono due personaggi piacevoli.
Detestare Patty, madre criminale nonché donna arrogante e accentratrice, è fin troppo facile e il suo passato non basta a giustificare il suo operato, mentre aver trovato Rose Gold a tratti disturbante ed esasperante, pur suscitandomi contemporaneamente una pena infinita, è stato piuttosto imbarazzante, ma reale.

Lo stile di scrittura strizza un po' troppo l'occhio a quello dei Young Adult, ma la storia è ben costruita, una buona lettura per gli amanti dei thriller psicologici con un finale che soddisfa il lettore.

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