mercoledì 12 giugno 2024

"Chiamami col tuo nome", André Aciman

 

Bordighera (Imperia), inizio luglio di un'estate alla metà degli anni '80. Elio ha 17 anni e ha di nuovo dovuto spostarsi nella piccola stanza che un tempo era del nonno per lasciare la sua al giovane che è stato accolto dai suoi genitori: per sei settimane, come ogni anno, suo padre - stimato professore universitario - seguirà l'ospite nella stesura della tesi e questi in cambio lo aiuterà con la corrispondenza e altre semplici mansioni.
Ma ci sarà anche il tempo per pranzi e cene conviviali, per giri in bicicletta, per giocare a tennis e, naturalmente, per godere del mar Ligure su cui si affaccia la villa di famiglia.
Quest'anno il prescelto fra i vari candidati è un giovane americano di origini ebraiche di 24 anni, Oliver. Non rimarrà uno dei tanti.

André Aciman nasce ad Alessandria d'Egitto nel 1951 dove vive fino al '65 quando con la famiglia si trasferisce a Roma. Dopo quattro anni altro trasferimento, a New York, dove vive tutt'ora. Al momento ha scritto sei saggi e otto romanzi. "Chiamami col tuo nome", pubblicato nel 2007, è la sua prima opera, riproposta da Guanda nel 2017 grazie all'uscita del film, ma nella mia wish list c'era finito solo un paio d'anni fa scoprendone l'ambientazione ligure (mentre la storia nel film è stata assurdamente spostata in provincia di Cremona!).

Mi è piaciuto ritrovare la bella, bellissima Bordighera (che nel romanzo viene ridotta a una semplice B puntata), dove ho trascorso le vacanze estive del 2020.


Il libro è altrettanto bello (ma non bellissimo). Un romanzo che mi viene difficile definire di crescita con un protagonista dotato di una cultura e di una capacità di relazionarsi con persone di ogni età che può esistere solo grazie alla fantasia di uno scrittore. Sicuramente una storia di sesso e di amore, raccontata con quella naturalezza che ogni storia di sesso e di amore dovrebbe avere, a prescindere dagli interpreti. Ci sono, devo dirlo, due scene che ho trovato disturbanti, non perché vengono vissute da due persone di sesso maschile, ma perché - per quanto non sia né di primo pelo né particolarmente schifiltosa - non riesco a trovare nulla di intrigante nelle evacuazioni intestinali e credo che le pesche siano buone senza aggiunte corporee.

Elio è la voce narrante che racconta l'estate dei suoi 17 anni quando ne sono trascorsi venti, dal momento in cui vede Oliver scendere dal taxi ("L'ospite dell'estate. L'ennesima scocciatura."), mentre il "fino a quando" chiaramente non lo dico (il libro ha anche un seguito, "Cercami", pubblicato nel 2019 e che ho già comprato).

Un libro che in fase di lettura sprigiona dolcezza e pacatezza (all'inizio è anche piuttosto lento), ma che una volta elaborato pervade di malinconia per questo amore che già in partenza non ha futuro (l'Elio diciassettenne dà per scontati una moglie e dei figli nel proprio futuro) e per i tanti Elio reali, persone che non prendono nemmeno in considerazione di mettere in atto una scelta diversa da quella di nascondersi perché è più facile fare ciò che "gli altri" si aspettano da loro. Ma saranno quelle persone a dover fare i conti con i rimpianti, non "gli altri".

Reading Challenge 2024, traccia vagabonda giugno: Egitto