giovedì 27 giugno 2024

"Le nostre separazioni", David Foenkinos

 

Parigi, 2001. Fritz ha 22 anni quando conosce Alice, il suo primo vero amore. Ma la loro compatibilità viene messa a dura prova dalle rispettive origini: lui figlio di hippy, lei di borghesi. Fritz minimizza perché ancora non conosce "quell'ammasso d'odio" che è il padre di lei, mentre Alice, che invece ha ben presente la scala di valori paterni, aspetta che Fritz venga assunto alle edizioni Larousse prima di presentarlo in casa. Addirittura lo pettina, perché al naturale non passerebbe mai l'esame!
Ed è proprio quello che succede perché Fritz - dopo aver ingoiato per tutta la durata del pasto non solo il cibo, ma anche un'escalation di ragionamenti sempre più estremisti - al momento del caffè, consapevole di non poter essere il genero ideale di quel bifolco, all'innocua domanda di rito, "Come vi siete conosciuti?", non si priva del piacere di sconvolgere quello che ormai considera il mancato suocero con una risposta bugiarda, ma di sicuro effetto: "In un club di scambisti".
Alice, che con il padre giustifica l'ingiustificabile, non si dimostrerà altrettanto generosa con l'umorismo di Fritz. Ma quella sarà soltanto la prima delle loro separazioni...

Terzo libro che leggo di Foenkinos dopo "Il mistero di Henri Pick" e, tre mesi fa, "Mi è passato il mal di schiena". Nessuno dei tre è un capolavoro, ma anche questa è stata una lettura piacevole.
Scritto nel 2008, il breve romanzo (159 pagine) copre vent'anni di vita del protagonista (che è la voce narrante), arrivando quindi al 2021 concentrandosi non tanto sui momenti di unione con Alice, quanto sulle cause delle varie separazioni e dei successivi stati d'animo di lui.

"Solo le candele conoscono i segreti dell'agonia"

Un libro malinconico, con un po' troppi riferimenti al cinema francese e dove non mancano spunti divertenti che ormai riconosco come tipici dello stile di Foenkinos, che questa volta regala anche perle di humor macabro (vedasi "Il capolinea", bar che pone di fianco al cimitero) grazie a un protagonista particolare, che già da ragazzo vive pensando continuamente che un giorno morirà, cosa che lo porta a godere di ogni istante di vita.

Di sicuro i tira e molla di Alice e Fritz non possono competere con quelli di Nora e Claros: lei era una cugina di primo grado di mia madre, lui un collega di mio padre. Si erano sposati qualche anno prima dei miei genitori e all'inizio degli anni Sessanta avevano avuto la prima figlia. Dopo un primo divorzio (quando divorziare comportava la lunga trafila dei cinque anni) si erano risposati e nel 1970 era nata la seconda figlia. Il secondo matrimonio era durato un po' di più, ma era finito come il primo. E dopo i sessant'anni si erano sposati per la terza volta, che forse sarebbe stata quella buona se lui non fosse morto pochi anni dopo.

Turismo di immagini. Uno scorcio del Parco Nazionale delle Cévennes, a sud-est del Massiccio Centrale: 


E l'incredibile mare di Crozon, in Bretagna:


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