martedì 29 agosto 2017

"Le notti bianche", Fedor Dostoevskij


Non sono portata per la lettura dei classici, ne ero ben consapevole e, purtroppo, alcuni indizi della Reading Challenge me ne hanno dato conferma.
Questa volta dovevo leggere un libro che avesse almeno 100 anni più di me e ho scelto questo unicamente per le sue 105 pagine, immagino lo si debba considerare più un racconto lungo che non un romanzo breve.

Due giovani si incontrano una notte (sera) a Pietroburgo. Lui ha 26 anni, fa l'impiegato e si definisce un sognatore. Lei ne ha 17 e piange per amore.

Si confidano e si vedono ancora, per un totale di quattro notti fino ad arrivare a sognare un futuro insieme. Ma poi riappare l'amore compianto di lei ...

Se la storia venisse scritta adesso cosa avremmo? Per me due stupidi, lui uno zerbino, lei una stronzetta che poi lo molla con un messaggino su whatsapp!

Di recente ho letto un commento su FB proprio riferito a Dostoevskij: "Non si può dire non mi piace davanti a un capolavoro. Bisogna riconoscere di non essere all'altezza". 

Non ho nessun problema ad ammetterlo! Ho un misero diploma di analista contabile, a cui  devo principalmente la velocità delle mie dita sulla tastiera. Non ho mai studiato letteratura ad alto livello. 

E sarà sicuramente per questo che quando leggo di uno che parla con le case e fa dire a una finestra: "Per poco non sono bruciata, che spavento!" e a una casa: "Mi pitturano di giallo! Malfattori! Barbari!" non riesco a pensare a un capolavoro nè a un pilastro della letteratura.

Sono gli stessi limiti che ho con la pittura, la scultura, anche con certa musica, e pazienza se non sono all'altezza.
 
In definitiva l'unica cosa che mi è piaciuta è la domanda che conclude il libro e la mia risposta è: assolutamente no!
Ma del resto io non sono neppure una sogratrice... 

Reading Challenge 2017: questo testo risponde al requisito "un libro che abbia almeno 100 anni più di te".