mercoledì 16 agosto 2017

"Norwegian wood. Tokyo blues", Haurki Murakami


Con questo romanzo la Reading Challenge ha centrato al 100% lo scopo di farmi uscire dalla mia comfort zone perchè senza di essa non mi sarei mai e poi mai avventurata in Murakami.

Un indizio di Chiara era quello di leggere un libro consigliato da Massimo. Io e lui ci siamo conosciuti prima dei vent'anni, ma in realtà ci conosciamo solo come tifosi della Sampdoria, quindi non poteva sapere della mia antipatia verso la cultura maschilista nipponica e verso il Giappone in generale...

Non che finito il libro la mia opinione sia cambiata, anzi, quello che ho letto ha confermato ciò che già non mi andava a genio di loro, però il libro mi è piaciuto e non poco.

Fra le altre cose, temevo che fosse una lettura troppo impegnativa per me, invece Murakami scrive bene e in maniera molto scorrevole, a volte l'ho trovato perfino così semplice da rischiare di essere banale, ad esempio nei dialoghi

All'inizio del libro il protagonista, Watanabe, ha 37 anni e la vista di un prato appena atterrato ad Amburgo riporta i suoi ricordi al termine degli anni 60, fra la fine del liceo e l'inizio dell'università con il conseguente trasferimento a Tokyo. 

Un romanzo di formazione (genere che non ho mai amato molto) attraverso il quale conosciamo lui, un ragazzo ben più responsabile dei diciottenni di oggi, i suoi pochi amici, le sue ragazze, le sue giornate...

Ci sono moltissime citazioni musicali, non solo dei Beatles, cosa che non sono stata in grado di apprezzare perchè mi mancano sia le basi che la voglia di approfondire.
Ci sono interessanti citazioni di libri.
C'è molto alcool e ci sono troppe sigarette.
Ci sono tanti luoghi citati, mare, montagna, città: me li sono scritti tutti e intendo andare a cercarli su Google immagini.
C'è tanto sesso, com'è normale che sia a quell'età.
C'è troppa morte, soprattutto troppi suicidi! Un fattore che colpisce duramente la nostra mentalità, ma che in fondo non deve sorprenderci visto l'altissimo tasso di suicidi in Giappone.

Un libro che mi è dispiaciuto finire (anche perchè al termine viene spontaneo chiedersi "E dopo?") e voglio ricordare bene questa sensazione, insieme alla fatica che ho fatto per impormi (letteralmente) di iniziarlo, per non dimenticare che possono esserci sempre cose belle anche al di là di quelle che amiamo.
    
Reading Challenge 2017: questo testo risponde al requisito "un libro consigliato da Massimo".