sabato 16 giugno 2018

"Il bambino bugiardo", S.K. Tremayne


I Kerthen hanno fatto la loro fortuna sfruttando le miniere della Cornovaglia e Carnhallow, immensa e antichissima tenuta, rappresenta al meglio la loro storia millenaria. David e suo figlio sono gli ultimi discendenti. Nina, la prima moglie di David e madre di Jamie, è morta da circa un anno e mezzo quando lui sposa Rachel, una trentenne proveniente dai bassifondi di Londra, che cerca di fare del suo meglio per riuscire a gestire il matrimonio con un uomo che conosce pochissimo, il triste e taciturno figliastro di otto anni, l'anziana suocera affetta da un principio di Alzheimer e l'immensa proprietà, costruita sopra alle miniere sotterranee di Morvellan. 

Ed è proprio a Morvellan che Nina ha perso la vita, precipitando in un pozzo che dà direttamente sull'oceano. Quella caduta è stata davvero accidentale? Chi c'era con lei? Qual è il segreto che Jamie non deve rivelare a nessuno? Ma Nina è morta davvero? In fondo il suo corpo non è mai stato ritrovato...

Tremayne, come ne "La gemella silenziosa", è bravissimo nella parte descrittiva dei luoghi, del clima, ecc, talmente tanto che un paio di sere fa mentre leggevo di una piovosa giornata di novembre con il mare  in burrasca, mi è venuto freddo nonostante i 25° di Genova!

Bellissime anche le parti riguardanti la storia di miniere e minatori, uno dei massimi esempi dell'avidità e dello sfruttamento del genere umano, per me il più angosciante. 
Delle tante miniere di cui l'autore parla, solo Morvellan è frutto della sua fantasia, mentre è stato interessantissimo cercare su Google immagini e notizie su quelle reali.

Però questa volta il mio apprezzamento per il libro si ferma a questo aspetto. 

Ci sono troppe similitudini con il romanzo precedente: un altro posto impervio della Gran Bretagna, la stessa inquietante potenza del mare, ancora una famiglia a fare i conti con un recente e pesante lutto e di nuovo il mistero su chi sia affetto da problemi psichiatrici, se i bambini o gli adulti, se tutti o nessuno.

Ma questa volta la storia non sta in piedi e la spiegazione finale non è credibile, cosa che fa di questo thriller un brutto thriller, peccato.

Reading Challenge 2018: questo testo risponde al requisito "un libro con un bambino protagonista" (numero 1 indizi difficili).