domenica 9 febbraio 2025

"Qualcosa di vero", Barbara Fiorio

 

Luogo e anno non precisati, si sa solo che è gennaio. Cosa hanno in comune Giulia e Rebecca? Il pianerottolo di casa.
La prima ha 40 anni, è una donna forte e sicura di sé, pubblicitaria di successo con all'attivo ben due Leoni d'Oro vinti a Cannes per altrettanti spot e una situazione sentimentale volutamente libera, perché lei non ha bisogno di nessuno.
La seconda ha quasi 9 anni e da meno di due mesi si è trasferita in quella nuova città con la sua mamma. Il padre è morto quando lei era così piccola da non poterlo ricordare.
L'incontro/scontro fra le due avviene una sera, quando Giulia torna a casa ubriaca e al buio inciampa su Rebecca che, scalza e impaurita, stringe forte il suo cane di pezza. Era sola in casa, spiega, ed era uscita un attimo sul ballatoio senza badare alla porta che si era chiusa alle sue spalle. Giulia, ottenebrata dall'alcool, le offre il suo divano, una coperta e il racconto di una fiaba, ma una di quelle vere.

Né strepitoso né straordinario

Strepitoso e straordinario: è così che l'agente di Barbara Fiorio, come ci viene detto nelle note in fondo al libro, ha commentato il romanzo dopo averlo letto per la prima volta. Un entusiasmo che non mi sento di condividere, principalmente per un motivo: la mancanza di fantasia della mia concittadina.

Per quante volte è lecito sfruttare un'idea? Per altro simpatica, ma di certo non trascendentale? Di sicuro non tre, e invece...

Nel 2009 la Fiorio ha pubblicato il saggio (che non ho letto) "C'era una svolta", sottotitolo "Cosa hanno in comune Andersen, i Grimm e Perrault con Disney? Niente".
Nel 2011 nel suo primo romanzo, 
"Chanel non fa scarpette di cristallo" (che avevo definito una belinata di libro), le protagoniste sono delle principesse che vivono in incognito nel mondo reale.
"Qualcosa di vero" lo ha scritto quattro anni dopo
 e c'è di nuovo il confronto fra le fiabe di Perrault, di Andersen e dei fratelli Grimm e le versioni purificate della Disney.

Eddai.

La parte bella della storia ruota attorno a Rebecca, a cui viene attribuito un buonsenso esagerato per i suoi nove anni, ma che è un personaggio adorabile grazie al quale vengono introdotti temi importanti come la violenza sulle donne e il bullismo nelle scuole.

Ma poi c'è Giulia, con la sua boria, a rovinare tutto. Donna indomita e sprezzante, ma che - spoiler - finirà con l'arrendersi all'amore. E che, nonostante tutta la sua presunta intelligenza, non arriva a capire (Giulia o chi l'ha inventata?) un concetto piuttosto semplice e ovvio:


"Chi ama gli animali non li può mangiare, se li mangia non può dire di amarli"

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