
Inghilterra, fine 2016. Catherine Elliott, 34 anni, da quasi quattro mesi ha smesso di parlare. Lo psichiatra della clinica dove è ricoverata le ha diagnosticato una forma di mutismo selettivo: l'impedimento non è fisico, ma psicologico. Non è riuscita a elaborare il trauma che l'ha travolta alla fine dell'estate.
E la terapia del medico consiste nell'essere lui a farlo, ricostruendo per lei le sue sofferenze risalenti a quindici anni prima: il lutto per la morte della madre e la rottura con Lucien Wilkes, il grande amore della sua vita.
Clare Empson, ex giornalista inglese, ha all'attivo soltanto due romanzi. Questo è il primo, titolo originale "Him", pubblicato nel 2018 (il secondo, "Mine", uscito l'anno successivo, al momento non è stato ancora tradotto in italiano).
Un romance (anche parecchio melenso) che cerca di ricreare la suspense di un thriller girando attorno al mistero principale (cos'è successo o cos'ha visto Catherine per ritrovarsi a non riuscire più a parlare?) e portando (con estrema lentezza) chi legge a ricostruire i fatti del passato.
Se l'atto finale è abbastanza sorprendente, tutto il resto è palese per chiunque, tranne che per la protagonista che per quindici anni si strugge nel rimorso e nella vergogna.
Le 333 pagine del romanzo sono divise in 74 brevi capitoli con Catherine voce narrante del presente e del passato, quello del 2001 e quello della fine dell'estate. Ma i fatti di questo passato recente vengono raccontati anche da Lucien nei capitoli che lo riguardano, cosa che a volte funziona (stesso episodio descritto da due punti di vista diversi) e a volte crea ripetizioni inutili.
Il libro ha raccolto poche recensioni, ma molte stelline sia su Amazon che su IBS: io lo stronco per l'inganno, non mi piace comprare un giallo/thriller e trovarmi a leggere una (brutta) storia di amore, con la protagonista di una "bellezza sovrannaturale", il protagonista di una "bellezza sfacciata" (per poi leggere che ha la stessa bocca di Mike Jagger!!), l'antagonista "scandalosamente bello", storia in gran parte raccontata abusando del passato remoto e con la presenza di diminutivi urticanti ("confezioncina"), con più della metà dei personaggi che sono ereditieri nullafacenti (uno anche aristocratico) con una vita fatta di vizi, alcoolici, droghe e divertimenti in magioni miliardarie.
E due grandi sconfitti: uno è Sam, il marito di Catherine, il padre dei suoi figli, consapevole che lei non ha mai smesso di amare l'altro.
E poi il primo coniglio ucciso da Lucien quando da bambino andava a caccia col padre, un suo "dolce" ricordo:
"Non parlare è la sua difesa"
E la terapia del medico consiste nell'essere lui a farlo, ricostruendo per lei le sue sofferenze risalenti a quindici anni prima: il lutto per la morte della madre e la rottura con Lucien Wilkes, il grande amore della sua vita.
Giallo solo per daltonici
Clare Empson, ex giornalista inglese, ha all'attivo soltanto due romanzi. Questo è il primo, titolo originale "Him", pubblicato nel 2018 (il secondo, "Mine", uscito l'anno successivo, al momento non è stato ancora tradotto in italiano).
Un romance (anche parecchio melenso) che cerca di ricreare la suspense di un thriller girando attorno al mistero principale (cos'è successo o cos'ha visto Catherine per ritrovarsi a non riuscire più a parlare?) e portando (con estrema lentezza) chi legge a ricostruire i fatti del passato.
Se l'atto finale è abbastanza sorprendente, tutto il resto è palese per chiunque, tranne che per la protagonista che per quindici anni si strugge nel rimorso e nella vergogna.
Le 333 pagine del romanzo sono divise in 74 brevi capitoli con Catherine voce narrante del presente e del passato, quello del 2001 e quello della fine dell'estate. Ma i fatti di questo passato recente vengono raccontati anche da Lucien nei capitoli che lo riguardano, cosa che a volte funziona (stesso episodio descritto da due punti di vista diversi) e a volte crea ripetizioni inutili.
Il libro ha raccolto poche recensioni, ma molte stelline sia su Amazon che su IBS: io lo stronco per l'inganno, non mi piace comprare un giallo/thriller e trovarmi a leggere una (brutta) storia di amore, con la protagonista di una "bellezza sovrannaturale", il protagonista di una "bellezza sfacciata" (per poi leggere che ha la stessa bocca di Mike Jagger!!), l'antagonista "scandalosamente bello", storia in gran parte raccontata abusando del passato remoto e con la presenza di diminutivi urticanti ("confezioncina"), con più della metà dei personaggi che sono ereditieri nullafacenti (uno anche aristocratico) con una vita fatta di vizi, alcoolici, droghe e divertimenti in magioni miliardarie.
E due grandi sconfitti: uno è Sam, il marito di Catherine, il padre dei suoi figli, consapevole che lei non ha mai smesso di amare l'altro.
E poi il primo coniglio ucciso da Lucien quando da bambino andava a caccia col padre, un suo "dolce" ricordo:
"Al crepuscolo c’eravamo soltanto io e lui, vestiti come soldati, distesi a pancia in giù, gli occhi socchiusi, in attesa. Mi ricordo esattamente di come il cuore iniziò a battermi quando spuntò la prima famiglia di conigli. Sapevo di non dover parlare, di non dover quasi respirare, mentre guardavo attraverso il mirino, osservando, osservando, aspettando, aspettando, premendo lentamente il grilletto proprio come mi aveva mostrato lui, per poi fermarmi e sparare. Bang. La mia prima preda in assoluto, un colpo dritto alla testa che aveva fatto gridare di gioia mio padre: bravissimo, figliolo! Bravissimo!”
Certo dispiace sapere che di lì a poco il padre si sarebbe suicidato... quando si dice: fare buon uso delle armi (anche se troppo tardi)!
