sabato 29 luglio 2023

"Occhi di acqua", Domingo Villar

 

Vigo (Galizia), 12 maggio di un anno non precisato. Gli occhi che, per quanto sono chiari, sembrano fatti d'acqua sono quelli di Luis Reigosa, 34enne musicista jazz. Ma quegli occhi sono sbarrati dal terrore quando il cadavere viene ritrovato nel suo lussuoso appartamento sull'isola di Toralla. Nella frenesia di un gioco erotico devono averlo convinto a farsi imbavagliare e legare al letto, per poi ucciderlo sadicamente provocandogli un dolore indicibile.
L'ispettore Leo Caldas si aggira per le stanze cercando ogni possibile dettaglio utile al caso, rendendosi conto dopo poche ore che un particolare lo ha colpito come un lampo, attraversando la sua mente, ma senza lasciare traccia e ora lui non riesce a ricordarlo e non sa se e quanto potrebbe essere importante per la risoluzione del caso.

Opera prima di questo autore galiziano che un ictus ha stroncato lo scorso anno ad appena 51 anni. Villar scriveva i suoi romanzi in galego e in castigliano e, purtroppo, ha scritto poco: soltanto tre gialli e una raccolta di racconti, "Algunos cuentos completos", pubblicata nel 2021 durante la pandemia. Quest'ultima non è ancora stata tradotta in italiano, mentre i gialli sono arrivati da noi, tutti editi da Ponte delle Grazie, senza seguire l'ordine cronologico.

Hanno tradotto per primo il secondo romanzo, "La spiaggia degli affogati", il titolo con cui Villar nel 2009 era arrivato al successo in Spagna, finendo con l'essere tradotto in molte lingue (da noi nel 2010). L'autore se l'era presa comoda pubblicando solo nel 2019 un altro romanzo, il suo terzo, "L'ultimo traghetto", uscito in Italia nel 2020, mentre l'anno successivo l'editore ha proposto una nuova edizione de "La spiaggia degli affogati". Poi Villar nel maggio del 2022 è morto e tre mesi dopo Ponte delle Grazie ha fatto finalmente uscire la traduzione del primo romanzo, questo.

La casa editrice forse non ama la precisione quanto me, ma la cosa grave è che i tre gialli di Villar costituiscono una serie con lo stesso protagonista,
 l'ispettore Leo Caldas, e se anche non ho ancora letto gli altri due e quindi non so quanto la lettura in ordine cronologico possa essere rilevante, per me questa approssimazione è comunque disturbante. Amazon addirittura indica "L'ultimo traghetto" come libro 1 di 2 e "La spiaggia degli affogati" come libro 2 di 2, invertendoli. Complimenti!

Credo che in questo caso seguire la datazione sia fondamentale: "Occhi di acqua" è un giallo breve (240 pagine) che era stato accolto tiepidamente dai lettori spagnoli. "La spiaggia degli affogati" sfiora le 500 pagine e ha dato la fama a Villar: è chiaro che il secondo titolo deve essere tutt'altra cosa.
Non che "Occhi di acqua" sia brutto, tutt'altro, mi ha ricordato Camilleri (che, non a caso, viene citato nel libro per il suo "Il cane di terracotta") per il protagonista, per l'ambientazione marinara e, soprattutto, per le indagini vecchio stile, basate su perlustrazioni e interrogatori, ma anche Faletti di "Io uccido", per la vittima e per il tipo di crimine.

Però sembra un lavoro di rodaggio, con un finale esplicativo, ma non del tutto appagante nel metodo con cui viene svelato il perché dell'omicidio di Reigosa e quel particolare che all'inizio fa dannare Caldas perché non riesce a ricordarlo, quando poi gli torna in mente si rivela un po' inutile ai fini del giallo, ma serve soltanto all'autore per inserire nella storia la partecipazione del suo protagonista a una trasmissione radiofonica, che immagino tornerà anche nei due romanzi successivi.

Dettagli a parte, Villar - che  amava definirsi “un allegro pessimista” - mi ha regalato una lettura piacevole e mi ha fatto scoprire posti fantastici, come le tre isole che formano l'arcipelago Cíes:


E quella altrettanto bella di Toralla, rovinata dal mostro architettonico (giustamente condannato da Villar) dove viene ritrovato il cadavere di Reigosa:


Questo breve video evidenzia la straordinaria bellezza del posto e lo sfregio che l'uomo gli ha arrecato costruendo quell'orrore dove un appartamento può costare più di due milioni di euro.
Maledetti ricchi.

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