sabato 15 dicembre 2018

"E le altre sere verrai?", Philippe Besson


Chatham (Massachusetts), anni 40. Nel romanzo non vi è alcun riferimento a un anno o a un'epoca precisi: che i fatti si svolgano negli anni 40 lo si deduce dall'atmosfera, dai dialoghi, dai pensieri dei protagonisti e, soprattutto, dalla copertina del libro che riproduce "I nottambuli", dipinto da Edward Hopper nel 1942. 


La cosa che ho apprezzato di più è l'originalità dell'idea di Besson, quella di immaginare - e quindi raccontare - le vite dei personaggi rappresentati nel quadro.

Tutto si svolge nel tardo pomeriggio di una domenica di settembre.
Al bancone di un bar affacciato sull'oceano c'è Louise: 35 anni, mediocre attrice in gioventù, ha poi raggiunto un discreto successo come autrice di opere teatrali. Da nove anni trascorre lì le sue serate. Per pura combinazione, il giorno in cui è entrata la prima volta da Phillies era anche il primo giorno di lavoro di Ben, attento e riservato,  perfetto barman della sua epoca, non banalmente innamorato della donna, ma sinceramente affezionato a lei. Lei che sta aspettando Norman, l'uomo a cui è legata da alcuni mesi, e invece sarà Stephen a varcare la porta del bar dopo cinque anni...

In un paio d'ore l'autore, grazie ai ricordi (le conversazioni sono ridotte all'osso), ci fa conoscere il passato e il presente di Louise. Pensieri dai quali gli uomini non ne escono affatto bene, vigliacchi, egoisti e un po' ottusi. Ad eccezione di Ben, che però sembra essere un pezzo di arredo del locale, più che un personaggio vero e proprio.

Ben scritto, ma anche pesante e poco coinvolgente, totalmente privo di brio. Probabilmente troppo intellettuale per me.
Ho altri titoli di Besson in wish list e uno  avevo in programma di leggerlo già nei prossimi giorni, ma dopo questo temo di aver perso lo stimolo.

Reading Challenge 2017: questo testo risponde al requisito "un libro la cui copertina rappresenta un quadro, famoso o non" (numero 34 indizi difficili)