Follonica
(Grosseto), 12 agosto 1999. Laura sta tornando a casa dai giardinetti dopo aver
litigato con Martina, la sua amichetta del cuore. Ha
uno svenimento: è anemica, le è già capitato. Ma questa volta
rinviene in un container.
6
ottobre 2013. Luca ha 27 anni quando vede i carabinieri portare via
il padre in manette con l’accusa di rapimento, tortura, omicidio e
occultamento di cadavere.
Dopo 14 anni hanno ritrovato Laura,
lei è viva, ma l’illustre professor Carlo Maria Balestri aveva
sequestrato altre bambine prima di lei.
Lui
adesso è in carcere e non parla e per Luca ha inizio l’incubo, è il figlio del mostro. Ma
per Laura l'incubo è davvero finito?
Avevo
inserito questo libro in wish list poco più di un anno fa dopo
averne sentito parlare benissimo in un video di Marco Cantoni. Da
mesi ho smesso di seguire questo bravissimo BookTuber perché dopo
aver letto diversi libri osannati da lui ho capito che abbiamo gusti
e, soprattutto, metri di giudizio molto diversi. Però lo consiglio
caldamente perché è un piacere ascoltarlo e parla di libri di
livello: se avessi più tempo (o se lui facesse video più brevi)
glielo dedicherei volentieri, ma non avendolo preferisco continuare a
seguire chi propone titoli più adatti a me.
“Ossigeno”
non ha fatto eccezione confermando le differenze di giudizio fra me e
Cantoni: consapevole di non avere il suo bagaglio culturale, sono la
prima ad ammettere che sono io a non essere riuscita a coglierne il
valore, ad esempio quello che lui definisce “voyeurismo della
violenza” l’ho capito, sì, ma non apprezzato. Condivido invece
il paragone che fa con il romanzo psicologico in stile Gillian Flynn
(anche se di questa autrice al momento ho letto soltanto “Sulla pelle – Sharp object”), ma “Ossigeno” per me è stato una
grandissima delusione e non per “colpa” della recensione più che
positiva di Cantoni, ma proprio perché – dopo un primo (lungo)
capitolo magistrale per originalità, tematica, punto di vista e
suspense e dopo un secondo capitolo quasi al livello del primo –
nei tre successivi ho trovato via via sempre più debole il punto
focale della narrazione fino ad arrivare all’ultimo capitolo dove,
secondo me, Naspini si è fatto prendere troppo la mano dal voler
essere originale scegliendo un’ambientazione eccessivamente e
inutilmente diversa e piazzando un colpo di scena che non risulta tale perché lo aveva già svelato
bruciando la sorpresa.
Davvero
un finale amaro per me, considerando quanto mi aveva conquistata quel
primo capitolo. Cantoni nel video cita anche “Le case del
malcontento” che prima o poi sicuramente leggerò e siccome lui ne
parla come di un libro riuscito solo a metà, ho fiducia che a me
possa piacere più di questo.