Margherita Oggero nasce a Torino il 22 marzo 1940. La città comincia a essere bombardata meno di tre mesi dopo, nella notte fra l'11 e il 12 giugno. Le bombe continueranno a cadere fino al 5 aprile 1945.
Con un marito impegnato al fronte e una bambina così piccola, la madre dell'autrice si spostò nelle campagne.
In questo breve racconto Margherita Oggero condivide i ricordi della sua infanzia.
La paura provata davanti al padre sconosciuto, tornato dalla guerra con solo quarantasei chili di peso (pulci e pidocchi compresi), senza denti e senza la forza per riuscire a recuperare il legame mai avuto con la propria figlia, legame che, invece, Margherita ricorda di aver avuto con il nonno Pietro.
E altri frammenti: il capretto Giulietto, come abbia imparato a leggere a soli tre anni, il ritorno alla fine della guerra in una Torino alle prese con le sue macerie e - sia prima che dopo - l'assoluta necessità di non sprecare nulla, tipico nelle famiglie che hanno sperimentato sulla propria pelle cosa significhi patire la fame.
Da qui le quattro ricette della cucina povera riportate alla fine del testo: la panada, (minestra di pane raffermo, tanto odiata dalla Oggero bambina), la panissa vercellese (un piatto grasso a base di riso, fagioli, lardo e salame, ben diverso dalla panissa genovese che prevede solo farina di ceci, acqua e sale, buonissima senza bisogno di uccidere nessuno), la minestra di semolino e la minestra di riso al latte con castagne.
Ricette precedute dalla storia del baracchino, che anche la Oggero ha usato ai tempi dell'asilo. A raccontare l'etimologia della parola e l'evolversi dell'oggetto nel corso degli anni non è lei, ma Grazia Novellini.
"Guerra e pane" è un librino molto grazioso pubblicato dalla Slow Food editore nel 2019: un piccolo formato cartonato che misura 12 x 17 cm e di appena 93 pagine dove la parte scritta si restringe ulteriormente a riquadri di 6,5 x 11 cm.
Una furbata editoriale visto il costo assolutamente spropositato di 10€, ma che per fortuna ho trovato su Vinted pagandolo poco meno della metà (1€ più quasi quattro per la spedizione) dopo avergli dato la caccia sul sito del Libraccio dal momento in cui era uscito.
Non avevo grandi aspettative, ma ci tenevo ad averlo perché la Oggero è una degli autori di cui ho letto tutto (mi mancava solo questo) e che continuerò a leggere perché amo la sua penna, nonostante il suo rancore contro quelli che definisce "animalisti talebani".
Ormai molti anni fa, avevo smesso di seguirla su Facebook a causa di un suo post dileggiante verso le persone che amano i proprio animali domestici. Qui va ben oltre e mi dispiace constatare come una persona così intelligente e istruita non lo sia abbastanza da riuscire a provare compassione e rispetto per ogni essere vivente, nutrie e conigli compresi, ma ognuno di noi ha i propri limiti e raramente invecchiando si migliora.
Reading Challenge 2023, traccia di gennaio: libri con la sovraccoperta