giovedì 5 gennaio 2023

"Il cliente non ha sempre ragione", Anna Sam

 

Invece di confermare sempre il vecchio adagio che vede noi genovesi come maestri del mugugno, questa volta ho fatto lo sforzo di cercare qualche aspetto positivo anche in questo libro e due li ho trovati:

1. l'ho finito
2. dopo un inizio del genere il livello delle mie letture per il 2023 non può che migliorare.

Come e perché sia entrato nella mia libreria lo avevo già spiegato lo scorso anno quando avevo letto l'altro libro dell'autrice, "Le tribolazioni di una cassiera". In quella recensione racconto anche chi è Anna Sam e cioè (riassumendo) una francese che per otto anni ha lavorato come cassiera in un supermercato e che a un certo punto ha cominciato a raccontare gli aneddoti legati al suo lavoro in un blog da cui poi è nato quel suo primo libro che, grazie alle eccezionali vendite, le ha permesso di licenziarsi e di dedicarsi ad altro.

Se già avevo apprezzato poco l'opera prima, con la seconda è andata ancora peggio.

A livello stilistico non ho riscontrato nessuna differenza (quindi nessuna evoluzione): capitoli brevissimi dedicati a piccoli argomenti raccontati in un modo che può essere adatto per un blogger umoristico (che comunque non seguirei), ma non per un libro perché in questo caso ogni parola grida: boiata!

Ma l'aspetto peggiore per me è stato trovarmi a leggere qualcosa di completamente diverso da quello che avevo creduto di capire dal titolo dell'edizione italiana.
Se fosse stato fedele a quello originale, "Conseils d'amie à la clientèle", questo libro non sarebbe neppure apparso nella mia ricerca di quello di Pastorino e mi sarei risparmiata soldi e tempo di lettura.

Preciso: la sinossi è chiara, ma io - cretina - non l'ho letta e ho dato per scontato che ne "Il cliente non ha sempre ragione" venissero raccontati episodi a dimostrazione di ciò, vissuti dalla Anna Sam cassiera del supermercato.

Invece no.

Questa volta, scrivendo in seconda persona plurale, si traveste da cliente e - da un 17 gennaio di un anno non precisato al 13 febbraio di quello successivo - a mo' di diario racconta le svariate situazioni che possono capitare quando si va a fare la spesa in un (gigantesco) ipermercato (a patto di essere pigri, mal organizzati e un po' ottusi: questo lo dico io in base a quello che ho letto), dal compilare la lista della spesa al modo in cui se ne fa uso quando si è dentro, dal tocchignare i cibi al cadere nella rete delle promozioni comprando soprattutto cose non previste, dall'imbranataggine con le casse automatiche al muro in cui ci si imbatte quando si deve ricorrere al servizio assistenza del centro commerciale, eccetera, eccetera...

In 144 pagine non mi ha strappato nemmeno l'ombra di un sorriso (ricordo che sarebbe un libro umoristico), facendomi irritare soprattutto nei due capitoli che credo volessero essere i più spiritosi e che sono solo demenziali: in uno immagina come sarebbe fare la spesa in un supermercato dotato di una pista da corsa per carrelli, nell'altro la cliente adulta si comporta come una bambina di dieci anni sedendosi per terra a leggere l'analogo francese di Topolino o impazzendo per l'imbarazzo della scelta davanti ai coloratissimi sacchetti di caramelle.

Ma il peggio arriva alla fine quando decide di cambiare radicalmente il modo di fare la spesa. Come? Facendo la spesa online!

Da piccola commerciante quale sono l'unica cosa che ho da dire è: Anna Sam, ma vaffanculo, va!

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