venerdì 19 maggio 2023

"I giorni del vulcano", Ragnar Jonasson

 

Skagafjörður, giugno 2010. Ma chi era veramente Elias Freysson, l'uomo trovato ucciso vicino a una vecchia fattoria dismessa? C'è chi ne parla come di un angelo, di un benefattore, ma altri non sembrano esserne convinti, compreso chi collaborava con lui nell'organizzazione del festival di beneficenza. Quel che è certo è che qualcuno lo odiava abbastanza da ucciderlo, colpendolo con tale ferocia da portargli via un occhio.
Un caso non semplice per i tre componenti della polizia locale, tutti distratti dai loro problemi personali: Ari Þór, che a distanza di quasi due anni non si è ancora rassegnato alla chiusura della relazione con Kristín; Tómas, indeciso se lasciare Skagafjörður per raggiungere la moglie nella capitale; e Hlynur oppresso dai sensi di colpa per le conseguenze di certi suoi comportamenti di gioventù.
L'unica persona che cerca di capire chi fosse davvero Elias Freysson e perché sia stato ucciso arriva da fuori: è Ísrún, la giovane giornalista televisiva di un'emittente di Reykjavíc, il cui interesse sembrerebbe non essere esclusivamente professionale.
Scritto nel 2011, "I giorni del vulcano" è il secondo libro della serie "Misteri d'Islanda", attualmente composta da sei titoli. Il primo, "L'angelo di neve", lo avevo letto più di tre anni fa, assurdo che abbia fatto passare così tanto tempo prima di tornare a questo autore che tanto mi piace e mi rilassa.
Incredibilmente per una volta il titolo italiano è più calzante dell'originale, "Myrknætti", che Google mi traduce in "La notte delle tenebre": il rimando al vulcano è migliore, non solo perché le notti del giugno islandese non sono buie, ma anche perché Jónasson - ispirato dall'eruzione dell'Eyjafjallajökull avvenuta il 14 aprile 2010, che provocò molti disagi per gli islandesi e per il traffico aereo europeo - racconta anche di quella del Hekla del 1947 e dell’eruzione degli Skaftáreldar, i famosi fuochi del fiume Skaftá, avvenuta nel 1783. Cercando informazioni in rete, mi sono imbattuta nel sito di Roberto Luigi Pagani, Un italiano in Islanda, interessante anche per chi, come me, sa che nella vita non metterà mai piede in Islanda. Google mi ha regalato anche splendide immagini, fra le tante cito le isole Vestmann di cui fa parte anche Elliðaey, famosa per la sua unica costruzione...
...che raderei al suolo dopo aver letto che viene usata dai cacciatori di puffins, meravigliosi uccelli atlantici che non hanno certo nel clima il loro peggior nemico.
La storia raccontata nel libro, come quella del titolo precedente, si sviluppa fra presente e passato. Jónasson ha uno stile semplice, usa spesso frasi brevissime, cosa fastidiosa per chi, come me, ama i periodi lunghi, meglio se lunghissimi, però sviluppa la trama riuscendo a dosare bene i colpi di scena, mantenendo viva l'attenzione. La vicenda principale viene intervallata dalle trame orizzontali che riguardano il privato dei tre poliziotti, in particolare del protagonista, Ari Þór, a cui si aggiungono le vicende di Ísrún: non mi dispiacerebbe se diventasse un personaggio ricorrente nella serie, che sono ansiosa di riprendere senza far passare di nuovo quattro anni.

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