domenica 14 maggio 2023

"Piccole grandi bugie", Liane Moriarty

 

Penisola di Pirriwee (Australia), febbraio di un anno non specificato. E' la mattina del giorno dell'orientamento pre-scuola per i bambini di cinque anni ed è anche il giorno del quarantesimo compleanno dell'esuberante Madeleine, che sta accompagnando Chloe, la più piccola dei suoi tre figli, quando i tacchi vertiginosi le giocano un brutto scherzo e si trova per terra con un caviglia fuori uso. A soccorrerla è la timida Jane, ragazza madre di 24 anni, che da poco si è trasferita in zona con il figlio Ziggy. Affidati i bambini alle cure della maestra, le due donne vanno al Blue Blues, il bar sulla spiaggia dove Tom fa il caffè più buono del mondo, e lì vengono raggiunte dall'eterea Celeste, madre di due gemelli e già grande amica di Madeleine. E per le due donne sarà istintivo prendersi cura di Jane, quella giovane mamma così insicura e taciturna, soprattutto quando poche ore dopo all'uscita da scuola Ziggy verrà accusato di bullismo.

Dopo aver letto "Esprimi un desiderio, anzi tre", "In cerca di Alice" e "I segreti di mio marito", è arrivato il turno di questo, che è il sesto libro scritto dall'autrice (nel 2014), ma soltanto il quarto tradotto in italiano. Ed è anche il più famoso grazie alla serie TV del 2017 "Big Little Lies". Normalmente evito di leggere i libri di cui ho già visto la trasposizione, ma quella serie mi era piaciuta così tanto da voler fare un'eccezione e ho fatto benissimo.

Mentre la serie TV è stata ambientata in California, a Monterey, il libro colloca la storia nell'immaginaria cittadina peninsulare di Pirriwee. L'autrice ha dichiarato di essersi ispirata alla penisola (bellissima) di Barrenjoey, a nord di Sidney, dove ha vissuto in passato.


All'inizio conoscere la storia mi ha rallentato la lettura, ma a un certo punto la scrittura della Moriarty (che conferma di essere una delle mie scrittrici preferite per questo genere di narrativa) ha cominciato ad attrarmi, trasmettendomi la giusta ansia di scoprire gli eventi successivi, nonostante sapessi cosa sarebbe successo. Oltre all'ambientazione, ci sono poche differenze fra libro e serie TV, quella principale è un dettaglio del finale che gli sceneggiatori hanno cambiato per poter fare la seconda stagione, cosa che restando fedeli al libro non sarebbe stata possibile. Hanno, invece, mantenuto la stessa struttura: subito ci viene detto che qualcuno è morto, ma non chi, come o perché. E sappiamo che è successo a maggio, durante la serata quiz organizzata dalla scuola, una festa in maschera a tema Elvis Presley e Audrey Hepburn a cui hanno partecipato ben centotrentadue genitori. Da lì si ripercorrono i tre mesi precedenti a partire dal giorno dell'incontro delle tre protagoniste, ma vengono anche ricostruiti gli eventi passati delle loro vite e degli altri personaggi cui sono, o sono state, legate. Un romanzo al femminile, come gli altri dell'autrice, che mostra un'Australia glamour un po' improbabile (o forse gli australiani sono più bravi di noi nell'abbattere i divari sociali e generazionali) e decisamente invidiabile, ma che affronta dinamiche femminili e familiari di peso, portando a riflettere sull'importanza che viene data all'esteriorità, ma soprattutto mettendo al centro il tema della violenza sulle donne. Le bugie di questo libro non sono piccole, ma belle grandi e lo rendono molto più serio di quello che trama e copertina inducono a credere. E, sorpresa sempre gradita, compare anche la mia Genova: poco importa se Celeste la confonde con Ginevra, mi fa sempre piacere ritrovarla, soprattutto quando non me l'aspetto.

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