giovedì 4 maggio 2023

"Una morte perfetta", Angela Marsons

 

Black Country, luglio 2016. Anche l'Inghilterra ha una sua "fabbrica dei corpi", una struttura analoga a quella statunitense resa famosa dal libro omonimo di Patricia Cornwell (che infatti viene citata dalla Marsons). Westerley si trova a Wall Heath, nelle Midlands occidentali, e sono in pochi a sapere della sua esistenza. I loro studi sui cadaveri in decomposizione hanno aiutato la polizia della West Mercia a risolvere due cold case, motivo per cui Kim Stone e l'intera squadra vengono mandati a visitare la struttura dal capo Woody, che non vuole lasciarsi sfuggire la possibilità di poter chiudere a sua volta qualche caso irrisolto.  Ma mentre perlustrano i terreni dove sono disseminati i corpi studiati dal personale del centro, è Kim a notare un grosso nugolo di mosche attratto da qualcosa al di là del ruscello che segna il confine della struttura, finendo col trovare il cadavere di una giovane donna che non è uno dei morti di Westerley. Una settimana dopo aver finito di leggere "La ragazza scomparsa" ho iniziato la quarta puntata della serie e domani affronterò subito la quinta: questo fa ben capire quanto mi prendano le vicende di Kim Stone. La cosa curiosa è che per buona parte della mia vita non ho amato i protagonisti ricorrenti, ricordo bene quanto mi infastidiva ritrovare Jack Stapleton o Alvirah Meehan all'uscita di un nuovo romanzo di Robin Cook e di Mary Higgins Clark. Poi, e parlo di pochi anni fa, qualcosa è cambiato e, se prima evitavo le serie, all'improvviso ho iniziato a buttarmici, spesso facendo dei bei filotti, ad esempio con l'avvocato Guerrieri di Carofiglio, con la Kate Burkholder della Castillo, con Alice Allevi della Gazzola e altri. Comunque sia lo stile di Angela Marsons mi ha decisamente catturata e le storie che racconta mi prendono in un modo che mi porta a essere tollerante come difficilmente sono. Scritto nel 2016, titolo originale "Play Dead", ben più calzante della versione italiana (ma la Newton a chi diavolo dà l'incarico di decidere i titoli e, soprattutto, a chi cavolo fa scrivere le sinossi?!? Sempre pessimi, o quasi!), "Una morte perfetta" rispetto ai libri precedenti presenta molte più pecche. Alla solita indagine principale ne viene affiancata una secondaria, ma questa volta l'autrice ha messo in scena una coincidenza colossale e improbabile che mi ha disturbata parecchio, alcune dinamiche non vengono spiegate nella tempistica e ci sono alcuni passaggi di troppo (uno in particolare) - chiaramente inseriti per creare qualche piccolo acme - che poi però non portano a veri colpi di scena venendo frettolosamente liquidati con una spiegazione superficiale che ne palesa l'inutilità.
Viceversa l'autrice brucia quello che avrebbe dovuto essere il grande colpo di scena della storia rendendolo facilmente intuibile al primo accenno, per lo meno da parte di chi conosce bene i meccanismi dei thriller e sa quanto sia improbabile imbattersi in vicende davvero originali.

Eppure i suoi libri continuano ad appassionarmi.

PS: la grande novità di questa puntata sono gli innumerevoli sorrisi che Kim Stone elargisce in quasi ogni capitolo: il suo ruolo di donna coriacea si sta decisamente smorzando, direi che adesso le manca solo un compagno.

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