domenica 19 novembre 2023

"I fantasmi del mare e altre storie maledette", Giancarlo Costa


Nel luglio 2021 avevo letto quel capolavoro che è "Dal Titanic all'Andrea Doria. Storia di naufragi del XX secolo", in cui l'autore descrive i maggiori disastri avvenuti in mare nel secolo scorso ai danni di navi e di sommergibili.
In questa breve antologia (152 pagine) Costa racconta storie inquietanti e misteriose legate alle navi, fornendo là dove rilevanti informazioni sul contesto storico (ad esempio i difficili rapporti fra Russia e Giappone all'inizio del secolo scorso che portarono al conflitto del 1905) e descrivendo come in passato (anche un passato non troppo remoto), a causa della miseria, i naufragi rappresentassero un colpo di fortuna per gli abitanti delle coste che dalla nave recuperavano tutto, alcuni facendo anche fortuna grazie ai relitti.

"I marinai erano gente che viveva in un ambiente perennemente ostile, esposti a tutti i pericoli possibili e immaginabili, senza la possibilità di comunicare con le famiglie per anni, talvolta per decenni, cercavano un aiuto psicologico nella religione e, soprattutto, nella superstizione, pronti a credere e a diffondere loro stessi, dopo averli ingigantiti, fatti ed eventi assolutamente impossibili."

Abbiamo così navi dei morti, navi assassine, navi vendicative e, naturalmente, navi infestate da fantasmi.

La prima storia è quella del Baychino, una nave a vapore che dal 1921 per una decina d'anni fu attiva nel Mar Glaciale Artico finché il 1° ottobre del 1931 rimase intrappolata a nord-ovest dell'Alaska. Quando il ghiaccio si sciolse abbastanza per liberarla i marinai e il comandante si erano accampati sulla banchisa da un pezzo e la nave iniziò a navigare alla deriva attirando tempeste ogni volta che qualcuno cercava di salirvi a bordo.

Si procede con brevi racconti di golette alla deriva - come la Carroll A. Deering, che nel 1921 durante una mareggiata finì con l'incagliarsi sui pericolosi scogli di Diamond Shoals - e di "cimiteri galleggianti", come la Marlboroug e la Abbeys Hart, definite così perché venivano ritrovate con a bordo l'equipaggio ridotto a scheletri, cosa non sorprendente considerando le condizioni di vita sulle navi, luoghi ideali per contagi ed epidemie, ma che all'epoca apparivano come eventi terrificanti andando a ingigantire la superstizione comune.

Ci sono vicende anche più recenti, come quella che riguarda la Scharnhorst, nave da battaglia della Marina del III Reich, che dalla costruzione nel 1936 (quando si rovesciò uccidendo sessanta persone e ferendone quasi il doppio) fino all'affondamento nel Mare del Nord nel 1943 (dei 1968 uomini dell'equipaggio se ne salvarono soltanto 36), collezionò una serie interminabile di disgrazie, in gran parte dovute alle azioni belliche, ma così frequenti da avvalorare le fantasiose tesi dei superstiziosi.

Quasi un secolo prima un'altra nave collezionista di sfortune (tali da mandare in rovina tutti i finanziatori) fu la Great Eastern, all'epoca concepita per diventare la nave più grande del mondo: dalle difficoltà del varo all'esplosione di un fumaiolo durante il primo viaggio in mare. Sul misterioso martellare contro le lamiere che si udiva prima di ogni incidente si fecero infinite congetture, ma in seguito a uno squarcio e ai conseguenti lavori di riparazione si scoprì che il rumore proveniva da un anello di ferro fissato male che oscillando batteva nella carena, senza bisogno che nessun fantasma lo muovesse.

Ma i mari abbondano di leggende sui fantasmi: il marinaio senza testa del brigantino norvegese Squando, responsabile della morte di quattro capitani; il fantasma in uniforme della nave passeggeri Llanstephan Castle, che spingeva le sue vittime in mare; lo spettro di un gatto nero che a bordo della Nancy Hanks annunciava le tempeste; i due fantasmi della nave cisterna Watertown; quello di una donna che puntava sempre un dito verso il cielo sul piccolo vapore HMS Asp.
Alla fine del Settecento nel Pacifico aleggiava anche uno spettro senza fissa dimora (e senza mascella), Ladylips, che appariva a bordo delle navi in difficoltà.

C'erano, poi, intere navi fantasma (spesso in fiamme), che le leggende facevano ricomparire sui luoghi dei naufragi passando attraverso a quelle reali in transito (una addirittura lungo il fiume Hudson). Ma non sempre l'apparizione di navi fantasma era vista come un presagio di disgrazia: c'erano anche superstiti che raccontavano di essersi salvati dal naufragio proprio grazie all’intervento di navi fantasma o di spettri. E per i tedeschi c'era anche il Klabautermann, un folletto protettore.

Alcuni capitoli sono dedicati a episodi che non hanno nulla di paranormale, come quello della Octavius che rimase intrappolata nei ghiacci artici: quando l’11 agosto del 1775, undici anni dopo la sparizione, venne incrociata dalla baleniera americana Herald, gli uomini saliti a bordo trovarono il comandante e l'equipaggio tutti morti assiderati. Anche la nave olandese Ourang Medan venne ritrovata nel golfo del Bengala piena di cadaveri. Ma in entrambi i casi nessun fantasma.

Altro mito sono gli spettri che si presentavano a un parente per annunciare la propria morte avvenuta in mare a migliaia di chilometri di distanza o quella della persona che ne riceveva la visita.

"Polene" è il titolo di un altro libro che Giancarlo Costa ha pubblicato nel 2005. Qui dedica un capitolo a queste sculture, che per i marinai rappresentavano l’anima della nave, quasi a livello religioso. Una di esse, recuperata nel mio mar Ligure nel 1783, rappresentando una Madonna col Bambino, è stata messa sull'altare della chiesa San Giacomo di Corte a Santa Margherita Ligure, mentre un'altra polena "assassina", Atalanta, si trova nel Museo Navale di La Spezia.

Negli ultimi capitoli Costa parla delle superstizioni egizie, dei fantasmi di persone morte in mare che però preferivano apparire lungo le coste e di isole misteriose, da Atlantide alla Ferdinandea.

In definitiva una buona lettura, non paragonabile al libro sui naufragi, ma interessante. Uno di quei testi da leggere con accanto un dispositivo collegato alla rete per poter... navigare anche con le immagini.


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