domenica 12 novembre 2023

"Oltre ogni ragionevole dubbio", Francesco Caringella



Polignano a Mare, nella notte fra il 4 e il 5 gennaio 2018 un uomo e una donna prendono qualcosa di voluminoso dal bagagliaio dell'auto e lo buttano in mare dalla scogliera.
Bari, 30 luglio 2019. Il processo contro Antonella Altavilla e Giulio Maselli è alle battute finali. Quando il Pubblico Ministero chiede l'ergastolo agli otto componenti della Corte d'Assise non resta che ritirarsi e iniziare il dibattimento per decidere il destino dei due imputati.
L'accusa è di omicidio premeditato. La vittima, Michele De Benedictis, era il marito di lei.
I due negli Stati Uniti non sarebbero stati processati perché il corpo non è mai stato ritrovato, ma l'Italia non poteva concedere questo favore alla mafia.
In questo caso nessuno ha dubbi circa la morte di De Benedictis ed è chiaro che sia stato ucciso: ma da Antonella o da Giulio?

Dopo la partenza negativa con "Non sono un assassino" e il pareggio raggiunto con "Dieci minuti per uccidere", questa terza lettura di Caringella segna il gol del 2-1 per i titoli promossi.

Scritto nel 2019 (finalmente in terza persona, a differenza degli altri due), si divide in quattro parti (più prologo ed epilogo) che sono il conto alla rovescia del tempo che manca al raggiungimento del verdetto. Quindi un'altra struttura originale che, scavalcando indagini e processo, ci porta dalla scogliera del prologo direttamente in Camera di Consiglio insieme ai quattro uomini e alle quattro donne della Corte d'Assise, con le certezze di alcuni e i dubbi di altri e dove la domanda principale è: senza la certezza assoluta ("In America la chiamano smoking gun, la pistola fumante, la fotografia che ritrae l'imputato nell'attimo in cui spara") è preferibile rischiare di assolvere un colpevole o di condannare un innocente?

Caringella fa ripercorrere ai giudici i fatti e poi le prove, ponendo il focus su Virginia Della Valle, colei che presiede la Corte, un personaggio inaspettatamente insicuro, poco in linea con la lunga carriera e il ruolo che ricopre. Questo non mi è piaciuto: indebolire la figura professionale di una donna a causa dei suoi personali tormenti interiori. Con un Virginio dubito che ci sarebbe stato questo risvolto nella storia.

Ma la vicenda gialla è coinvolgente, un buon libro per gli amanti del genere procedurale e con un finale inaspettato, ma solo se non si sta particolarmente attenti ai dettagli e, ovviamente, io mi sono rovinata il colpo di scena.

"L’uomo è la bestia più brutta che esista, la più abbietta, l’unica che ammazza per interesse o divertimento"

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