lunedì 18 novembre 2024

"Un giorno solo", Felicia Yap

 

Newnham, nei pressi di Cambridge, 6 giugno 2015. E' mattina quando Claire e Mark Evans ascoltano alla radio la notizia che il corpo senza vita di una donna è stato ripescato dal fiume Cam, a poca distanza da casa loro. In quel momento il detective Hans Richardson, incaricato delle indagini, bussa alla loro porta: la vittima, Sophia Alyssa Ayling, nel suo diario ha scritto che lei e Mark erano amanti. Mark ammette di averla conosciuta due anni prima a un festival letterario, ma nega la relazione.
Il detective porta Mark alla centrale di polizia, deve muoversi in fretta, entro la fine della giornata deve chiudere il caso scoprendo chi ha ucciso Sophia, prima di dimenticare tutto.
Perché il mondo è diverso da quello che conosciamo.
Gli esseri umani hanno gravi limitazioni mnemoniche: al compimento del 
ventitreesimo anno la produzione della proteina della memoria a breve termine si interrompe per tutti ed è in quel momento che si scopre a quale categoria si appartiene: se alla maggioranza dei Mono oppure se si ha la fortuna di essere un Duo, persone la cui memoria funziona per i due giorni precedenti.
Claire è una Mono, Mark è un Duo e la differenza è abissale.

Che libro bizzarro.

Titolo originale "Yesterday", scritto nel 2017, è il primo romanzo di Felicia Yap 
(il secondo, "Future Perfect", del 2021 non è stato tradotto in italiano), nata in Malesia nel 1980 e trasferitasi in Inghilterra a vent'anni per completare gli studi.

Leggendo la trama pensavo fosse una delle tante storie che nel decennio passato avevano come protagonista una donna affetta da amnesia, ma mi sono bastate poche pagine per passare dal thriller alla fantascienza, con la popolazione mondiale divisa fra Mono e Duo (non viene data nessuna spiegazione di ciò, per cui è lecito pensare che la Yap abbia immaginato un mondo fatto così fin dalle origini), dove chi sostiene di poter ricordare tutto viene rinchiuso perché pazzo, con i Mono considerati inferiori e trattati di conseguenza ("Il mondo è già fin troppo pieno di stupidi Mono. Gran parte degli omicidi viene commessa dai Mono. I Mono creano già abbastanza problemi a noi Duo. Inquinano le zone residenziali"), mentre la minoranza dei Duo è l'unica ad avere diritto a coprire cariche di prestigio e di potere, cosa che li rende automaticamente più ricchi, creando barriere sociali simili a quelle del mondo reale (ma purtroppo il romanzo non si spinge ad analisi di questo tipo).

"C'era un conforto immenso nel non ricordare"

Entrambi i gruppi ogni sera annotano sui diari personali (in origine cartacei, poi digitali con l'invenzione degli iDiary nel 1998) i fatti salienti delle loro giornate. Ogni mattina devono rileggere con attenzione cosa hanno scritto perché queste informazioni dopo essere state lette sul proprio diario non vengono più dimenticate: "I fatti tornano immediatamente in mente perché le informazioni sono state trasferite nella parte del cervello che contiene i ricordi a lungo termine."

In pratica le persone non ricordano cosa è successo, ma ricordano cosa hanno scritto.

Su queste basi si capisce l'urgenza del detective di poter archiviare il caso prima che cambi il giorno: le 400 pagine del romanzo si svolgono interamente il 6 giugno del 1995, ma anche in un mondo di smemorati un thriller trova il modo di dare ampio spazio ai flashback, indispensabili per ricostruire il quadro generale.

La trama è senza dubbio molto originale, ma questo è purtroppo l'unico merito del libro. Con una scrittura mediocre i capitoli alternano le quattro voci narranti: marito, moglie, vittima e detective.

"Non c’è bisogno di annotare ogni cosa, perché ben poche delle esperienze quotidiane si innalzano al di sopra della banalità"

E il libro è pieno di banalità, di ripetizioni, di lungaggini e di dettagli irrilevanti, mentre un paio di spunti interessanti vengono lanciati e lasciati cadere senza essere sviluppati. Così come Claire nasce protagonista per poi cedere il ruolo alla vittima: non mi era mai successo di veder messo da parte il personaggio principale a metà della storia e forse anche questa è una trovata originale, ma a me non è piaciuta, come non mi è piaciuta Sophia, così arrogante, boriosa e sgarbata da non suscitare alcuna compassione, portando a pensare che chi l'ha buttata nel fiume avrebbe dovuto zavorrarne meglio il corpo.

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