lunedì 8 settembre 2025

"La famiglia Piotta", SIlvino Gonzato

 

Verona, fine novembre di un anno non precisato. Delfina e Arcibaldo (Arci) Piotta sono una coppia di mezza età con pochi soldi e ancor meno istruzione. Lei stiratrice presso una lavanderia per due soli giorni alla settimana e lui operaio stagionale in una ditta di dolciumi, hanno messo al mondo ben cinque figli: Leone (Leo), il primogenito ventenne che grazie al lavoro in officina può programmare una vita adulta; Gloria, l'unica femmina, che all'ultimo anno delle superiori mette già in cantiere il primo figlio; Ermes, il figlio di mezzo, diciassette anni e nessuna voglia di studiare; infine Kevin e Denis, i riottosi gemelli di nove anni. Più un cane, un pappagallo bestemmiatore (e per questo sostituito da due cocorite) e una tartarughina. Va da sé che l'appartamento al sesto piano della casa popolare in cui vivono è troppo piccolo, e la congestione può solo creare tensioni aumentando i disagi.

C'è poco da ridere

Scritto nel 2019, è attualmente l'ultimo romanzo pubblicato da Silvino Gonzato (veronese classe 1945), scrittore, saggista, giornalista, nonché biografo di Emilio Salgari.

Classificato come narrativa umoristica, propone quel genere di umorismo che trovo deprimente. E questa volta anche disturbante perché tutto si basa sull'ignoranza (abissale) dei personaggi con continui fraintendimenti, situazioni paradossali e imbarazzanti, storpiature di parole (italiane e straniere) e un turpiloquio costante che riguarda esclusivamente le funzioni corporee.

Le gag proposte sembrano uscite dalla sceneggiatura di una di quelle sit-com imbecilli che impazzavano nei pomeriggi degli anni Ottanta o Novanta, tutto è macchiettistico e se qua e là scappa una risatina alla fine quello che resta è un senso di fastidio - perché nelle case popolari non ci vivono soltanto gli stupidi - e a tratti anche di infinita tristezza.

«Mi ha chiesto di andare in vacanza con lui a Montecarlo» disse Elide.
«Te l’ha chiesto perché sa che non puoi andarci».
«Può darsi, ma intanto mi ha regalato un sogno. Nessuno l’aveva mai fatto prima» rispose Elide.
«Ti invidio. A me nessuno regala sogni, devo fabbricarmeli da sola»

Ha avuto solo il pregio di risvegliarmi un bel ricordo con la citazione de "Il tango delle capinere", uno dei cavalli di battaglia della mia (stonatissima) madre ♥

Infine una nota di biasimo per la copertina, identica a un romanzo di Renzo Bistolfi, "I garbati maneggi delle signorine Devoto"!


Possibile che nel 2019 alla Neri Pozza nessuno si sia accorto che la copertina era la stessa di un libro che avevano pubblicato quattro anni prima con la loro Tea Editori?!?
Svista grave che può solo danneggiarli perché il lettore attento la nota e quello distratto vedendo uno dei due libri è portato a pensare di averlo già letto confondendolo con l'altro.

Oltre tutto le signorine Devoto almeno sono tre, come le donne della foto, e la storia è ambientata nel 1958, in linea con il loro abbigliamento, mentre con Gonzato abbiamo solo un'amicizia a due, quella fra Delfina ed Elide, e l'epoca anche in mancanza di riferimenti precisi è ben più recente, con antenne paraboliche e cellulari: copertina scelta a caso da chi il libro non lo ha neppure letto!

Reading Challenge 2025, traccia annuale Travestimenti: vestito