lunedì 17 luglio 2017

"Hanno ammazzato la Marinin", Nadia Morbelli


Un... gialletto: certo non un capolavoro, ma l'ho trovato proprio tanto carino. Suspance zero, diciamo che la vicenda gialla è più un contorno, ma è una lettura piacevole, scorrevole, divertente, perfetta per la spiaggia, dove infatti ho letto il libro.

Il fatto che la storia sia ambientata fra Genova, cioè la mia città (la protagonista vive proprio nel quartiere dove sono nata e cresciuta, ma lavora in centro) e il basso Piemonte,  Ovada e Carpeneto, cioè la zona dove mia sorella si è trasferita da qualche anno e che quindi ho imparato a conoscere, ha indubbiamente aumentato il mio interesse, per la conoscenza di tutti i posti citati e per la genovesità che permea tutto lo scritto, non tanto per le parole dialettali usate (in fondo c'è un piccolo glossario per i "foresti", anche se molte parole sono ormai state ampiamente sdoganate, da Fantozzi, dal Gabibbo, da Grillo, ecc...), quanto per i modi di dire, quelli con cui sono cresciuta.

E' comunque un libro godibile per chiunque. In parte autobiografico, la protagonista è l'autrice, i posti, le situazioni e le persone che racconta sono reali. Ma l'omicidio da cui parte il tutto è pura fantasia. 

Viene uccisa la Marinin, cioè l'anziana madre di Anna, vicina di casa di Nadia, anche loro provenienti dall'ovadese. Che due persone di Carpeneto finiscano per ritrovarsi dirimpettaie in un palazzone di Sampierdarena è decisamente una forzatura letteraria (ma di recente ho "subito" una coincidenza ancora più clamorosa, per cui ci passo sopra...), ma è grazie alla conoscenza - diretta e indiretta - delle persone e del loro passato, che quello che in principio sembrava un tentativo finito male di furto o truffa ai danni di una persona anziana sola in casa, con l'aggiungersi di particolari e congetture va via via a collegarsi con un episodio avvenuto 10 anni prima.

In rete ho trovato diverse critiche per il finale del libro: non ho capito cosa non sia stato apprezzato, perchè a me invece è piaciuto, ma va da sè che spiegarlo, in un senso o nell'altro, creerebbe un odioso spoiler...

Il libro mi ha ricordato quelli di Camilleri: la qualità è dieci spanne sotto, però certi meccanismi, secondo me, sono stati imitati. L'uso delle espressioni dialettali, ma anche il raccontare il passato in funzione del presente e poi il gran parlare di cibo!
Il pesce di Camilleri viene sostituito da pesto, pasqualina, ecc, ma Nadia ci descrive fin troppi pasti e bevute!!

Altra similitudine: Nadia mi ha ricordato moltissimo la professoressa Baudino, non quella descritta nei libri della Oggero, ma la Pivetti della serie tv, però senza marito e senza figlia.

Reading Challenge 2017: questo testo risponde al requisito "un libro ambientato in Liguria".