mercoledì 26 luglio 2017

"Il maestro di nodi", Massimo Carlotto


Libro interessante in cui mi sono imbattuta mentre ne cercavo uno che fosse ambientato in Liguria per la Reading Challenge; poi ho preferito leggere "Hanno ammazzato la Marinin", mentre questo (che è ambientato in diverse città del nord Italia) ha risposto a un altro indizio.

Il genere noir non mi fa impazzire, ma la lettura mi ha coinvolto, avevo proprio voglia di andare avanti e di scoprire il finale, anche se non ho apprezzato nè lo stile dell'autore (troppo secco), nè l'impronta che ha dato ai personaggi, estremamente standardizzati nel ruolo che ricomprono, tutti.

Antipatia assoluta per il protagonista e il suo calvados, citato in maniera esasperante! 
Marco, detto l'Alligatore, comprare in molti altri libri di Carlotto e questo spiega perchè qui si scopre davvero poco di lui.
Ad esempio non si capisce se la condanna che ha scontato è stata davvero ingiusta come afferma.

L'alligatore è proprietario di un locale nel padovano, ma fa principalmente l'investigatore privato in società con due amici, anch'essi ex galeotti.

Un benestante uomo di Varese, per evitare lo scandalo, anzichè rivolgersi alla polizia dà a loro l'incarico di cercare la moglie, rapita da una gang-bang di sadomasochisti mentre lavorava per loro come modella.
I tre iniziano quindi a investigare fra Torino, Alessandria e Milano nel mondo del bondage estremo, fra Master e schiave, fino agli snuff, adottando sistemi violenti con cui si pongono decisamente al di sopra delle parti, comportandosi violentemente condannando la violenza...

I giustizieri della notte non mi piacciono, comunque il giallo c'è e scorre bene, forse un po' troppo velocemente (in tutto il libro, non solo nel finale come spesso accade).

Carlotto poi fa diventare uno dei due soci un manifestante al G8 di Genova per parlare dei fatti accaduti nel 2001, cosa che ha sollevato molte critiche perchè, effettivamente, non c'entra nulla con la storia e per questo l'ho avvertita anch'io come una nota stonata.

Ma io e lui la pensiamo allo stesso modo e, se ora è facile parlarne perchè tutti sanno cos'è stata la mattanza alla scuola Diaz e che nel carcere di Bolzaneto i diritti civili sono stati calpestati in tutti i modi possibili, con relative condanne, bè, scriverlo nel 2002, cioè solo un anno dopo, non era così comune.

Di Carlotto vorrei leggere altro, in particolare  l'autobiografico "Il fuggiasco", dove racconta la vicenda di cui è stato protagonista quando, 19enne, è stato arrestato e poi condannato per l'omicidio di una 24enne di cui, secondo la sua versione, aveva solo rinvenuto il cadavere. 
Immagino non si saprà mai se sia innocente o colpevole, ma di sicuro è stato vittima di un enorme casino giudiziario durato 17 anni, con 7 processi, 11 sentenze e la bellezza di 86 giudici, record battuti solo dal caso Sofri.
Alla fine è arrivata la grazia di Scalfaro, che forse più dell'imputato aveva voluto graziare la giustizia italiana, che quando si impenna diventa uno strazio per tutti, accusati e accusatori.

Reading Challenge 2017: questo testo risponde al requisito "un libro che abbia vinto un premio letterario nazionale" (premio Scerbanenco 2002).