Barrens, Indiana. Cittadina rurale americana con poco più di 5.000 abitanti che Abby ha abbandonato dieci anni prima lasciandosi alle spalle solo un padre-padrone bigotto, tanti brutti ricordi e altrettanti dubbi, legati soprattutto a Kaycee, amica del cuore quando erano bambine e nemica durante l'adolescenza.
Anche Kaycee ha lasciato Barrens subito dopo il conseguimento del diploma, ma se n'è andata davvero oppure le è successo qualcosa? Perchè Kaycee durante l'ultimo anno di scuola stava male: tutti in città pensano che fingesse per attirare l'attenzione, ma Abby l'aveva vista vomitare sangue, come avrebbe potuto fingere anche questo?
E' il bisogno di sapere che la spinge a proporre proprio il caso di Barrens allo studio legale di Chicago per cui lavora nel ramo della tutela dell'ambiente: perchè a Barrens ci sono gli stabilimenti della Oprimal Plastics, che ha fatto rinascere la cittadina dando lavoro a più di metà della popolazione, espandendo l'indotto e facendo costruire a sue spese palestra, biblioteca, giardini pubblici e quant'altro. Ma a che prezzo?
Krysten Ritter è un'attrice. E una musicista, una modella e, adesso, con questo suo primo romanzo, anche una scrittrice. L'ho scoperto solo quando, dopo aver pescato il suo libro dalla mia infinita wish list (dove praticamente finiscono tutti i thriller novità proposti da IBS) perchè la copertina rispondeva all'indizio speciale di settembre della mia Reading Challenge (un libro con del fuoco in copertina), ho cercato in rete informazioni sull'autrice, come faccio sempre quando il nome non mi dice niente. E la filmografia che la riguarda su Wikipedia è un elenco bello lungo, sia per quanto riguarda il cinema che la televisione. Io però, oltre a qualche serie tv dove ha recitato in episodi singoli, l'ho vista solo in I love shopping, nel ruolo di Suze, la migliore amica di Becky, e proprio non me la ricordo.
Sapere che fosse principalmente un'attrice prima di leggere il libro mi ha resa molto scettica, non amo l'ecletticità, probabilmente perchè di mio non so fare nulla, e quindi ho affrontato la lettura molto prevenuta, cosa che forse, alla fine, ha contribuito a farmi apprezzare il libro più di quanto sarebbe successo se "Il grande fuoco" fosse stata l'opera prima di una perfetta sconosciuta per chiunque: la mia sfiducia leggendo è diventa un "ah, però...".
In definitiva la Ritter non ha fatto altro che mettere insieme scenari triti e ritriti: la vicenda legata all'industria inquinante e la cittadina di Barrens ricordano moltissimo quello che "tutti" abbiamo visto in Erin Brockovich. A questo si aggiungono il bullismo e, cosa sfruttatissima da libri e serie TV di genere thriller, il ritorno della protagonista al paese natio teatro un tot di anni prima della misteriosa scomparsa o morte della sorella o dell'amica del cuore.
Però, quello che avrebbe potuto essere un "mappazzone", lo ha costruito bene, quel tanto che basta da creare un intreccio credibile e godibile. Grazie anche ai capitoli brevi (abbastanza fastidioso il modo in cui quasi tutti vengono chiusi con una frase ad effetto), pur non avendo in mano uno di quei thriller pieni di suspense, si ha voglia di andare avanti e scoprire cos'è successo a Kaycee e cosa succederà ad Abby. E a me ha lasciato la voglia di leggere ancora la Ritter, se scriverà altri libri dopo questo, sperando però di non trovarci tutti gli animali morti che qui spuntano in ogni dove, indubbiamente utili a inquadrare il contesto di Barrens dove tutti si occupano di allevamento e di caccia, ma che per me sono stati tanti pugni nello stomaco.
Reading Challenge 2018: questo testo risponde al requisito "un libro con del fuoco in copertina" (indizio speciale di settembre)