venerdì 11 giugno 2021

"Caos calmo", Sandro Veronesi


Roccamare (Grosseto), 30 agosto 2004. Si può definirsi vedovo se la donna che è morta non la avevi ancora sposata, ma avresti dovuto farlo dopo cinque giorni? Eccome! E non solo perchè il matrimonio era imminente o perchè con quella donna ci vivevi da undici anni e insieme avevate fatto una figlia!
Pietro Paladini, quarantatreenne romano trapiantato a Milano, dirigente di una pay-tv e padre di Claudia, fa bene a definirsi vedovo di Lara, la cui morte improvvisa stravolge progetti, futuro e aspettative, lasciando il dubbio su cosa sia più giusto fare adesso, soprattutto per quella bambina di cui ora è il solo responsabile.
Il bisogno di farle sentire la vicinanza (o di averla vicina?) si traduce nel parcheggiarsi (letteralmente) davanti alla sua scuola per un giorno, che poi diventano due, poi tre, finchè l'accumulo comincia riguardare le settimane che a loro volta diventano mesi...
E sarà la vita - che irrimediabilmente non si ferma, perchè "il tempo scorre in un verso solo" - quella di Pietro, ma anche quella degli altri, del fratello, della cognata, dei colleghi e anche quella degli sconosciuti, ad andare da lui.

Romanzo datato 2005 e vincitore dello Strega 2006, premio vinto da Veronesi anche lo scorso anno con "Il colibrì" e che a mia volta ho letto (e adorato) esattamente un anno fa.
E proprio nell'immediatezza della proclamazione del vincitore 2020 mi era capitato di ascoltare un paio di interviste ai finalisti provando una forte antipatia per Veronesi uomo, sentimento che poi ho scoperto essere condiviso da molti. Ma l'arroganza con cui si pone non ha condizionato il mio giudizio sul suo libro, cosa piuttosto insolita per come sono fatta, e questa seconda lettura ha, viceversa, migliorato l'opinione che avevo della sua persona perchè il coraggio di ricordare in maniera così netta che l'Italia è un Paese laico non è comune e va degnamente sottolineato.

Così, a caldo ("Caos calmo" l'ho terminato una manciata di ore fa, scoprendo subito dopo con piacere che
Pietro Paladini è protagonista anche di "Terre rare"), non saprei dire se mi sia piaciuto più de "Il colibrì", ma i libri sono una delle pochissime cose su cui fatico a fare classifiche di gradimento (o di "sgradimento"): in mezzo ai tanti libri che vanno dal "bruttino" al "carino", quelli che trovo pessimi (e alcuni oggettivamente lo sono) e quelli che trovo meravigliosi (di cui la maggior parte oggettivamente lo è) riescono sempre a distinguersi con prepotenza e una volta finiti in una o nell'altra cerchia poco importa stabilire quale sia il più brutto dei peggiori o il più bello dei migliori.

Diciamo, quindi, che Veronesi con me è a punteggio pieno: due libri letti ed entrambi vanno nella categoria dei più belli di sempre. "Caos calmo" (due termini agli antipodi ed entrambi lontanissimi da me), oltre ad essere un gran bel titolo (ormai è impossibile capire se sia stato Veronesi a inventarsi questa definizione o se sia stato lui, e non Paladini, a trovare su web 2180 rimandi a "quiet chaos": adesso digitando le due parole ogni rimando in rete è collegato al suo libro o al film che ne è stato tratto e che recupererò nei prossimi giorni, nonostante Moretti sia un altro personaggio che non amo, ben peggio di Veronesi), è un romanzo potente, scritto da un uomo intelligente, più del suo protagonista che probabilmente ha più fragilità del suo creatore, che con un personaggio immobile riesce a toccare tante tematiche, tutte importanti, pesanti, difficili da trattare e da gestire, e lo fa davvero bene, grazie anche a quell'insolenza fiorentina così distinguibile da essere unica.

"Ma quale vita precedente, si vedono ogni giorno tante di quelle facce che quando incontri una persona e hai l’impressione di averla già vista molto probabilmente l’hai già vista"

Reading Challenge 2021: questo testo risponde alla prima traccia annuale, "dieci libri a scelta da leggere entro la fine dell'anno"