Ilona Staller oggi compie 70 anni. E io ieri ne ho fatti 52. Vale a dire che quando era all'apice della sua carriera di pornostar io ero una ragazzina, ovviamente non interessata al personaggio, ma avendo soprattutto amici maschi e tutti più grandi di me di Cicciolina sapevo tutto, o quasi. Ricordo bene i manifesti dei suoi spettacoli fuori dall'Alcione, a suo modo storico cinema/teatro del quartiere di Marassi, davanti a cui passavo per quindici volte all'andata e quindici al ritorno (sedici, quando anche in cugini erano in serie A) durante il campionato per andare allo stadio. Ai tempi avevo un amico, tal Paolino, che nei pomeriggi trascorsi nei locali del mitico Sampdoria Club Lo Squalo dilettava i presenti leggendo sul "Corriere mercantile" i titoli dei film porno: erano esilaranti, a volte geniali (come dimenticare "Ani sudati"?).
Sia il cinema che il quotidiano hanno chiuso i battenti e Paolino l'ho perso di vista da circa vent'anni, più o meno come Ilona Staller. Non ho sentito la mancanza nè dell'amico (troppo pesante e invadente) nè del personaggio Cicciolina, ma la sua autobiografia (comprata sul sito del Libraccio per pochissimi euro) - oltre a servirmi per arrivare alle spese gratuite - mi ha attratto come da una certa età comincia a fare un po' tutto quello che è legato a ricordi del passato, soprattutto quando si tratta di anni spensierati e felici.
Per quanto il libro fosse economico, avevo comunque letto le recensioni su IBS, come d'abitudine, e ora ho ritrovato quella che mi aveva convinta all'acquisto, scritta il 4 marzo 2014 da un certo Gabriele, che inizia così: "Uno splendido libro!! Aiutata sicuramente da un ghost writer (scritto benissimo) aiuta a capire chi è Cicciolina". Avrei dovuto ponderare meglio il seguito dove Gabriele confronta questa autobiografia con quella di Rocco Siffredi e lamenta il fatto che si parli pochissimo di porno: mi sembra chiaro che il suo interesse per Cicciolina sia un po' più profondo del mio ^^
Il libro non è splendido e non è scritto benissimo, lo stile è talmente semplice, ripetitivo nei termini e confuso nella cronologia da avermi ricordato un'altra autobiografia letta una quindicina di anni fa, quella della signora Pescio, una mia cliente all'epoca sessantenne che (inspiegabilmente) aveva raccontato la sua vita in un librino autopubblicato, imponendone poi la lettura penso a chiunque, poveri commercianti del quartiere compresi!
Però è vero che aiuta a conoscere l'autrice (va bè, è un'autobiografia...): racconta la storia della sua famiglia (o meglio, delle donne della sua famiglia) a partire dalla bisnonna, classe 1890, che ebbe una figlia illegittima che a sua volta ebbe anch'essa una figlia illegittima, la madre di Ilona.
La storia di Ilona bambina stringe il cuore, lei e i suoi fratelli hanno patito la miseria più nera, in parte a causa della situazione ungherese dell'epoca, assoggettata all'Unione Sovietica (il libro è stato pubblicato nel 2007, quindi la Staller non arriva a esprimere il suo parere anche su Orbàn...), ma soprattutto "grazie" al padre che spendeva in donne il poco che guadagnava.
Se cresci vivendo in un buco di 34 metri quadri con altre nove persone, patisci la fame, il freddo e a 11 anni vieni molestata da un amico di tuo padre, per quanto mi riguarda ti sei guadagnata il diritto di non essere giudicata per le scelte che hai fatto dal momento in cui ti si è presentata l'occasione per scappare.
Ilona a 17 anni abbandona gli studi per lavorare come cameriera in un lussuoso hotel di Budapest dove viene assoldata come spia dai serivizi segreti ungheresi: le è facile riuscire a farsi portare nelle stanze degli uomini che le vengono indicati, poi deve solo aspettare il momento propizio per fotografare tutti i documenti che riesce a trovare. Lei ne parla in modo divertito, ma - parafrasado Julia Roberts - non deve essere stato esattamente il sogno che aveva da bambina dato che nel 1970 accetta di sposare un calabrese più vecchio di 25 anni, brutto come la fame (stando alla descrizione), senza un soldo e pure violento.
Ma è il suo lasciapassare per l'Italia e qui la storia di Ilona diventa quella di Cicciolina: ha smesso di stringermi il cuore, non per giudizio su quel che faceva visto che ha sicuramente dato del suo e finchè c'è la maggiore età e non c'è costrizione la pornografia è l'ultimo dei miei pensieri.
Mi è proprio risultata antipatica: l'idea che dà di sè è quella di una persona estremamente presuntuosa, il libro - zeppo di dettagli banalissimi e irrilevanti (a questo punto lo avrei preferito anch'io più pornografico, come Gabriele) - è un continuo autoincensarsi.
Amica, fidanzata, moglie, madre, figlia, sorella, artista (ora... artista... ricordiamoci che questa durante i suoi spettacoli pisciava sul pubblico, definirli "piuttosto spinti, ma eleganti" è come minimo coraggioso), ecc... Esemplare in ogni ruolo, ma nessuno è così perfetto e se, giusto per fare un esempio, un tribunale arriva ad affidare il figlio (di lui parla molto) di due persone ricche e famose come Ilona Staller e Jeff Koons agli assistenti sociali, qualcosa che non funziona mi sa che c'è, ma lei si attribuisce come unico difetto quello dell'ingenuità che l'ha portata a pagare colpe di altri.
Bisognerebbe ascoltare anche le altre campane, cosa che non ho interesse a fare, soprattutto quella del marito (anche sulla sua arte avrei qualcosa da ridire...), altra figura umile, arrivato a definirsi secondo solo a Michelangelo!
Naturalmente tutti ricordiamo Ilona Staller in Parlamento: per me la politica è una cosa seria (molto seria), ma (purtroppo) non considero la sua elezione come la più grande vergogna politica del nostro Paese...
Quei cinque anni le hanno garantito il vitalizio (scandaloso? Sì, per lei come per tutti), da tre anni ridotto a 800€. Ha dichiarato di non avere più soldi e di mantenersi vendendo la sua biancheria usata: evidentemente fra i suoi tanti pregi manca l'oculatezza, se è vero che è stata la pornodiva più pagata al mondo e che il marito l'aveva sposata per interesse, per ottenere popolarità anche in Europa, oltre ai soldi e al successo.
Sarà... Di certo c'è che proprio pochi giorni fa, il 15, una foto dei due ex coniugi è stata battuta a un'asta per la bellezza di 398mila dollari. Ad aggiudicarsela un anonimo collezionista di Pechino.
Quanta iniquità c'è nel mondo...
Sia il cinema che il quotidiano hanno chiuso i battenti e Paolino l'ho perso di vista da circa vent'anni, più o meno come Ilona Staller. Non ho sentito la mancanza nè dell'amico (troppo pesante e invadente) nè del personaggio Cicciolina, ma la sua autobiografia (comprata sul sito del Libraccio per pochissimi euro) - oltre a servirmi per arrivare alle spese gratuite - mi ha attratto come da una certa età comincia a fare un po' tutto quello che è legato a ricordi del passato, soprattutto quando si tratta di anni spensierati e felici.
Per quanto il libro fosse economico, avevo comunque letto le recensioni su IBS, come d'abitudine, e ora ho ritrovato quella che mi aveva convinta all'acquisto, scritta il 4 marzo 2014 da un certo Gabriele, che inizia così: "Uno splendido libro!! Aiutata sicuramente da un ghost writer (scritto benissimo) aiuta a capire chi è Cicciolina". Avrei dovuto ponderare meglio il seguito dove Gabriele confronta questa autobiografia con quella di Rocco Siffredi e lamenta il fatto che si parli pochissimo di porno: mi sembra chiaro che il suo interesse per Cicciolina sia un po' più profondo del mio ^^
Il libro non è splendido e non è scritto benissimo, lo stile è talmente semplice, ripetitivo nei termini e confuso nella cronologia da avermi ricordato un'altra autobiografia letta una quindicina di anni fa, quella della signora Pescio, una mia cliente all'epoca sessantenne che (inspiegabilmente) aveva raccontato la sua vita in un librino autopubblicato, imponendone poi la lettura penso a chiunque, poveri commercianti del quartiere compresi!
Però è vero che aiuta a conoscere l'autrice (va bè, è un'autobiografia...): racconta la storia della sua famiglia (o meglio, delle donne della sua famiglia) a partire dalla bisnonna, classe 1890, che ebbe una figlia illegittima che a sua volta ebbe anch'essa una figlia illegittima, la madre di Ilona.
La storia di Ilona bambina stringe il cuore, lei e i suoi fratelli hanno patito la miseria più nera, in parte a causa della situazione ungherese dell'epoca, assoggettata all'Unione Sovietica (il libro è stato pubblicato nel 2007, quindi la Staller non arriva a esprimere il suo parere anche su Orbàn...), ma soprattutto "grazie" al padre che spendeva in donne il poco che guadagnava.
Se cresci vivendo in un buco di 34 metri quadri con altre nove persone, patisci la fame, il freddo e a 11 anni vieni molestata da un amico di tuo padre, per quanto mi riguarda ti sei guadagnata il diritto di non essere giudicata per le scelte che hai fatto dal momento in cui ti si è presentata l'occasione per scappare.
Ilona a 17 anni abbandona gli studi per lavorare come cameriera in un lussuoso hotel di Budapest dove viene assoldata come spia dai serivizi segreti ungheresi: le è facile riuscire a farsi portare nelle stanze degli uomini che le vengono indicati, poi deve solo aspettare il momento propizio per fotografare tutti i documenti che riesce a trovare. Lei ne parla in modo divertito, ma - parafrasado Julia Roberts - non deve essere stato esattamente il sogno che aveva da bambina dato che nel 1970 accetta di sposare un calabrese più vecchio di 25 anni, brutto come la fame (stando alla descrizione), senza un soldo e pure violento.
Ma è il suo lasciapassare per l'Italia e qui la storia di Ilona diventa quella di Cicciolina: ha smesso di stringermi il cuore, non per giudizio su quel che faceva visto che ha sicuramente dato del suo e finchè c'è la maggiore età e non c'è costrizione la pornografia è l'ultimo dei miei pensieri.
"Per molte donne la pornografia era una scelta disperata per guadagnare soldi, mentre per me era un lavoro divertente che mi dava molte soddisfazioni e certo non mi annoiava"
Mi è proprio risultata antipatica: l'idea che dà di sè è quella di una persona estremamente presuntuosa, il libro - zeppo di dettagli banalissimi e irrilevanti (a questo punto lo avrei preferito anch'io più pornografico, come Gabriele) - è un continuo autoincensarsi.
Amica, fidanzata, moglie, madre, figlia, sorella, artista (ora... artista... ricordiamoci che questa durante i suoi spettacoli pisciava sul pubblico, definirli "piuttosto spinti, ma eleganti" è come minimo coraggioso), ecc... Esemplare in ogni ruolo, ma nessuno è così perfetto e se, giusto per fare un esempio, un tribunale arriva ad affidare il figlio (di lui parla molto) di due persone ricche e famose come Ilona Staller e Jeff Koons agli assistenti sociali, qualcosa che non funziona mi sa che c'è, ma lei si attribuisce come unico difetto quello dell'ingenuità che l'ha portata a pagare colpe di altri.
Bisognerebbe ascoltare anche le altre campane, cosa che non ho interesse a fare, soprattutto quella del marito (anche sulla sua arte avrei qualcosa da ridire...), altra figura umile, arrivato a definirsi secondo solo a Michelangelo!
Naturalmente tutti ricordiamo Ilona Staller in Parlamento: per me la politica è una cosa seria (molto seria), ma (purtroppo) non considero la sua elezione come la più grande vergogna politica del nostro Paese...
Quei cinque anni le hanno garantito il vitalizio (scandaloso? Sì, per lei come per tutti), da tre anni ridotto a 800€. Ha dichiarato di non avere più soldi e di mantenersi vendendo la sua biancheria usata: evidentemente fra i suoi tanti pregi manca l'oculatezza, se è vero che è stata la pornodiva più pagata al mondo e che il marito l'aveva sposata per interesse, per ottenere popolarità anche in Europa, oltre ai soldi e al successo.
Sarà... Di certo c'è che proprio pochi giorni fa, il 15, una foto dei due ex coniugi è stata battuta a un'asta per la bellezza di 398mila dollari. Ad aggiudicarsela un anonimo collezionista di Pechino.
Quanta iniquità c'è nel mondo...
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Challenge 2021: questo testo risponde alla traccia compleanno di novembre (l'autrice è nata il 26 novembre 1951)