Dusseldorf, giorni nostri. Rosa ha poco più di trent'anni e nella sua vita nulla va come vorrebbe. Il lavoro, per esempio: lei, che sognava di scrivere musical, si ritrova a fare la maestra, mestiere per cui non ha nessuna vocazione e di cui apprezza solo lo stipendio e le ferie pagate. Ma le cose vanno ancora peggio sul fronte sentimentale: conosciamo Rosa proprio mentre piange lacrime amare sull'invito al matrimonio di Ian, l'amore della sua vita con cui ha rotto due anni prima e che entro pochi giorni sposerà l'odiosa e perfetta Olivia.
Dopo aver tentato invano di ricucire il rapporto dichiarando a Ian il suo amore, a Rosa sembrerà una buona idea farsi ipnotizzare dal mago di un circo nel tentativo di trarre coraggio e ispirazione dalle sue vite precedenti, cosa che la porterà nella Londra del XVI secolo incarnata nel corpo di William Shakespeare!
Sicuramente un'idea originale con una bella morale finale che condivido, ma sono gli unici aspetti positivi che ho riscontrato. Anche nell'assurdità della situazione, ci sarebbe stato modo di dare spazio a risvolti più sensati, invece la narrazione si perde in troppe stupidaggini e l'ironia spesso forzata alla fin fine mi ha veramente annoiato, anche se qualche risatina (poche, in verità) qua e là c'è scappata.
Conoscevo Safier solo di nome per il suo famoso "L'orribile karma della formica", un libro che non ho in wish list, ma uno di quelli che non escludo di leggere prima o poi: però adesso, immaginando lo stile molto simile a questo, non so se mai lo recupererò.
Dopo aver tentato invano di ricucire il rapporto dichiarando a Ian il suo amore, a Rosa sembrerà una buona idea farsi ipnotizzare dal mago di un circo nel tentativo di trarre coraggio e ispirazione dalle sue vite precedenti, cosa che la porterà nella Londra del XVI secolo incarnata nel corpo di William Shakespeare!
Sicuramente un'idea originale con una bella morale finale che condivido, ma sono gli unici aspetti positivi che ho riscontrato. Anche nell'assurdità della situazione, ci sarebbe stato modo di dare spazio a risvolti più sensati, invece la narrazione si perde in troppe stupidaggini e l'ironia spesso forzata alla fin fine mi ha veramente annoiato, anche se qualche risatina (poche, in verità) qua e là c'è scappata.
Conoscevo Safier solo di nome per il suo famoso "L'orribile karma della formica", un libro che non ho in wish list, ma uno di quelli che non escludo di leggere prima o poi: però adesso, immaginando lo stile molto simile a questo, non so se mai lo recupererò.
Reading Challenge 2018: questo testo risponde al requisito "un libro con la parola estate nel titolo" (indizio speciale di agosto)