giovedì 11 ottobre 2018

"Eleanor Oliphant sta benissimo", Gail Honeyman


Glasgow, giorni nostri. Eleanor Oliphant ha trent'anni e da nove lavora come contabile presso un'azienda di graphic design. Non ha simpatia per i colleghi e la cosa è reciproca. Dal lunedì al venerdì svolge le sue mansioni scrupolosamente e passa l'ora della pausa pranzo in compagnia delle parole crociate, mentre è la vodka la sua fedele e unica amica del week-end. Gli unici appuntamenti della sua vita sono quelli semestrali con gli assistenti sociali che da vent'anni seguono il suo caso e quello telefonico settimanale con la madre, detenuta dallo stesso periodo di tempo. Eleanor non ha altri parenti e non ha mai avuto amici, finché un guasto al computer porta davanti alla sua scrivania Raymond, il tecnico informatico della ditta.

Frequentando i gruppi di FB dedicati alla lettura mi sono resa conto di come molti lettori accaniti disprezzino i casi editoriali per partito preso.
A me, invece, attraggono perchè penso che se un romanzo riesce a conquistare milioni di lettori in svariate parti del mondo deve per forza contenere qualcosa di valido che va ben oltre al semplice buon lavoro di marketing, altrimenti di casi editoriali ce ne sarebbero ben più di una manciata all'anno.

Trovo ampiamente meritato lo straordinario successo avuto da questo romanzo, a maggior ragione perchè si tratta di un'opera prima: riuscire a costruire una storia originale e un personaggio così bello al primo colpo non penso sia da attribuire solo alla fortuna.

Il libro è ben scritto, è scorrevole, la lettura scivola via che è un piacere. E' Eleanor a raccontarci in prima persona le sue giornate, i suoi pensieri, e ce li racconta a modo suo... o nel modo di Sheldon Cooper: pur avendo  una concezione di sè opposta, le similitudini nel comportamento dei due non sono poche. Ritroviamo gli stessi problemi nel relazionarsi con gli altri, la stessa incapacità di capire i comportamenti sociali, lo stesso modo di esprimere i propri pensieri senza filtri e di interpretare alla lettera quello che dicono gli altri, reagendo con la stessa "altezzosità".

Amando il cinismo di Sheldon, mi sono fatta delle grandi risate anche grazie a Eleanor. Ma sono state risate senza gioia perchè il vissuto di questa donna, che emerge molto lentamente, è un continuo pugno nello stomaco. Una storia di solitudine e di emarginazione che a me ha lasciato un segno profondo e se qualcuno anche dopo aver finito il libro continua a provare antipatia per lei (come mi è capitato di leggere nei gruppi FB e non solo), credo che quel qualcuno dovrebbe preoccuparsi molto seriamente delle proprie capacità di comprensione e di compassione.

Reading Challenge 2017: questo testo risponde al requisito "un libro di un autore emergente" (numero 19 indizi difficili)