giovedì 18 aprile 2019

"Allegro, ma non troppo", Carlo Maria Cipolla


Di Carlo Maria Cipolla avevo già letto, con grande piacere, "Il pestifero e contagioso morbo. Combattere la peste nell'Italia del Seicento" ripromettendomi di leggere altre sue opere e poi ho fatto passare ben sette anni prima di tornare a lui.

L'ho fatto adesso con un altro librino, che è "ino" solo per il numero delle pagine, soltanto 83, che comprendono due brevi saggi ("Il ruolo delle spezie (e del pepe in particolare) nello sviluppo economico del Medioevo" e "Le leggi fondamentali della stupidità umana") che in origine l'autore aveva scritto per un gruppo di amici e successivamente pubblicato nel 1973 e nel 1976 in lingua inglese e solo nel 1988 in italiano.
 
In entrambi sono tornata ad apprezzare la sua grande e intelligente ironia, davvero godibile per gli amanti della storia, ma non solo.
 
Nel primo saggio descrive l'economia e la società del Medioevo partendo dalla caduta dell'Impero Romano e usando il pepe come chiave di lettura. Divertente, ma non privo di fondamento.
 
Nel secondo Cipolla, attraverso una teoria abbastanza complessa da seguire (almeno per me), dividendo gli uomini in quattro gruppi (gli intelligenti, i banditi, gli sprovveduti e gli stupidi), arriva all'incontestabile giudizio che vede nella persona stupida il tipo di persona più pericolosa che esista, con un commento finale tristemente attualissimo.
 
Mi riprometto di non far passare di nuovo così tanti anni prima di tornare su questo autore!
 
Reading Challenge 2019: per questo testo uso il bonus casata che noi Lost in Austen ci siamo aggiudicate a marzo