Università di Grenoble (Francia), anni duemila. Una docente interrompe la lezione per rispondere a una telefonata arrivata alla segreteria dell'ateneo. La notizia ricevuta la porta a partire immediatamente. A Pescara è successo qualcosa di grave e l'Arminuta deve di nuovo tornare.
Quando un paio di mesi fa ho visto questo libro nella sezione novità su IBS l'ho inserito subito in wish list senza neppure leggere la trama: "L'Arminuta" - letto nell'estate 2019 - mi era piaciuto così tanto che il nome dell'autrice era una garanzia più che sufficiente.
Così facendo solo leggendo ho scoperto che si trattava del seguito: una sorpresa meravigliosa!
Sono stati scritti a tre anni di distanza, ma nella storia ne sono passati molti di più: la protagonista e la sorella Adriana sono cresciute, adesso sono due adulte, neppure tanto giovani. Non viene detta l'età, c'è solo un vago accenno alla mezza età, riferimento che ormai ognuno interpreta come vuole. I pochissimi riferimenti ad anni e date non mi hanno permesso di capire con precisione quando si svolge il presente della storia, cosa che mi disturba sempre un po', ma la bravura con cui la Di Pietrantonio gestisce i salti temporali riesce a rendere irrilevante questo particolare.
E di salti ce ne sono tanti, non ci sono solo i ricordi di quando le sorelle avevano 10 e 13 anni, ma in 168 pagine l'autrice racconta la vita di entrambe, due esistenze non semplici, due vite che più volte si incrociano per poi tornare a separarsi. Ci sono complicazioni e drammi, agli eventi lieti viene dato poco spazio.
La Di Pietrantonio scrive in un modo che ferisce, lascia il segno, a maggior ragione quando succede di ritrovarsi in una situazione descritta.
"Il libraio" nella newsletter di oggi ipotizza la candidatura di questo libro per il Premio Strega 2021. Dal duemila hanno vinto soltanto tre autrici donne. "Borgo Sud" meriterebbe una chance. Come minimo!