giovedì 29 agosto 2019

"L'arminuta", Donatella Di Pietrantonio


E' l'agosto del 1975 quando l'Arminuta - la ritornata in dialetto abruzzese - una ragazzina di appena 13 anni, viene sradicata dalla sua città (Pescara?), dalla sua scuola, dalle sue amicizie, dalle sue abitudini, dalla sua casa e, soprattutto, dalla sua famiglia: all'improvviso le viene detto che mamma e papà non sono i suoi veri genitori. Quelli veri abitano in un paese piccolo e spoglio dell'entroterra, talmente retrivo che gli abitanti chiamano ancora "il postale" l'autobus che lo collega alla città.
Anche la sua nuova famiglia, quella vera, è arretrata. E povera. E ignorante. Una madre coniglia sfinita dalle gravidanze e dalle difficoltà nel mettere insieme i pasti, un padre burbero che con il suo lavoro precario fatica a sfamare tutte le bocche che ha messo al mondo, ma anche tre fratelli grandi e uno neonato. E poi Adriana, la sorella che lei vede per la prima volta quando le apre la porta della sua futura casa. Una casa piccola, sporca e buia, dove manca lo spazio vitale ed è costretta a dormire con la sorellina che a dieci anni bagna ancora il letto quasi ogni notte.
L'Arminuta nella sua nuova vita ha solo una cosa di grande, una domanda: perchè sono stata restituita?

Dopo la vittoria al Campiello di due anni fa avevo sentito parlare tantissimo, e quasi sempre bene, di questo romanzo, senza però mai prenderlo in considerazione perchè non era un thriller, perchè l'autrice è una dentista pediatrica che a volte scrive un libro e perchè la trama non mi convinceva.
Mi imbarazza ammettere di averlo letto adesso perchè il mese sta per finire e, cercando fra i romanzi con meno di 200 pagine, questo mi offriva un buon collegamento con il libro della Oggero proprio grazie alla vincita di un premio letterario nazionale.
Per quanto questa motivazione possa far inorridire chi trova ridicole le Reading Challenge, è comunque un esempio della loro utilità per uscire dalla propria comfort zone.

E dopo averlo letto mi spiace solo non averlo fatto prima. E' un libro bellissimo che racconta una storia terrificante. Quasi ogni pagina stringe il cuore, non solo pensando al trauma di questa ragazzina che dall'oggi al domani vede sparire tutto ciò che era la sua vita, affetti, sicurezze e benefici materiali trovandosi catapultata tra estranei e in una situazione di estremo degrado.
E' straziante tutto il contesto sociale della sua nuova esistenza, la dimostrazione che cose come cultura e onestà, ma anche senso dell'igiene, tolleranza, pazienza, energia, ecc, non facciano parte del DNA, ma che siano determinate, con poche eccezioni, dal contesto in cui abbiamo la fortuna, o la sfortuna, di nascere.

Ed è terribile immedesimarsi nella consapevolezza di essere stati trattati come un pacco postale, da prendere o da ridare indietro.
Da qualche settimana abbiamo allargato la tribù felina con un nuovo membro, un gatto obeso che è stato abbandonato al gattile dopo aver trascorso otto anni in una casa. Guardando Edoardone mi domando come si possa disfarsi del proprio gatto come se fosse una scarpa vecchia e riesco a darmi solo una non risposta: ma se c'è chi lo fa con i bambini...

Reading Challenge 2019: collegamento a cascata con la traccia di agosto. Lo collego a "La ragazza di fronte" perchè entrambi hanno vinto un premio letterario nazionale (Bancarella 2016 la Oggero, Campiello 2107 la Di Pietrantonio)

Edoardone