lunedì 12 aprile 2021

"Il gatto che voleva salvare i libri", Sosuke Natsukawa

Natsuki Rintaro è un adolescente hikikomori. Già orfano, una decina di giorni prima del Natale di un anno non precisato gli muore anche il nonno lasciandogli in eredità la sua libreria dell'usato, che naviga in cattive acque a causa della grave crisi dell'editoria.
Mentre Rintaro si sta preparando per l'imminente trasloco a casa della zia, compare nel negozio un "cliente" speciale: Tora, gatto soriano parlante con gli occhi color di giada (particolare impossibile da tralasciare, dato che viene ripetuto 19 volte in appena 180 pagine...). I libri stanno scomparendo e Tora ha bisogno dell'aiuto del ragazzo per bloccare il disastro. Per farlo devono avventurarsi dentro a dei labirinti (quattro) a cui si accede in fondo al corridoio della libreria Natsuki...

Se avessi visto questo libro sugli scaffali di Feltrinelli (dove tristemente non metto piede da un anno e mezzo) mi avrebbe senz'altro colpita per la copertina, che trovo bellissima. Ma non sarei arrivata nemmeno a leggere tutta la sinossi prima di riporlo capendo che proprio non era il mio genere. Ed è questo che ho pensato quando è stato votato come traccia Gold di aprile dalla maggioranza degli altri partecipanti alla Reading Challenge (io avevo votato per l'ultimo romanzo di Ilaria Tuti, ma la lotta contro un libro che parlava di libri con tanto di gatto parlante protagonista sarebbe stata persa in partenza per chiunque).

Una trama talmente lontana dal mio interesse che se solo il libro avesse avuto 100 pagine in più
non l'avrei mai preso in considerazione, ma l'avidità mi ha fregata: 5 punti sicuri per un libro così breve erano troppo ghiotti. Peccato che ciascuna delle 180 pagine sia stata pesante come un macigno (l'unica sadica consolazione è che in tutta la challenge è stato apprezzato solo da due o tre persone, comprese quelle che lo avevano sciaguratamente votato!).

Sosuke Natsukawa nella vita fa il medico e questo è il suo secondo romanzo, il primo tradotto nella nostra lingua. Nel mio caso mi rendo conto che il giudizio negativo è parzialmente influenzato dalle similitudini con la Gold di marzo, "La biblioteca di mezzanotte", un'altra favoletta (e questo del gatto andrebbe proprio classificato nella narrativa per ragazzi) con riflessioni che è impossibile non condividere quando si amano i libri e la lettura (i libri vanno condivisi, i libri vanno assaporati e assimilati, i libri sono troppo preziosi per essere classificati come beni di consumo, i libri sono potenti), ma a cui principalmente manca la scorrevolezza del libro di Matt Haig: la ripetitività e la flemma che negli altri autori giapponesi ho sempre definito come rilassanti, con Natsukawa raggiungono livelli da frantumare i testicoli anche a chi non li ha, come la sottoscritta.

E penso non sia il caso di aggiungere altro.

Reading Challenge 2021: questo testo è la traccia gold di aprile