mercoledì 28 luglio 2021

"Va', metti una sentinella", Harper Lee



Maycomb (Alabama), 1961. Jean Louise "Scout" Finch è diventata adulta: ha 26 anni ed è una donna emancipata. Vive a New York e la città le ha fatto quasi dimenticare il divario razziale che ancora imperversa nel profondo sud del Paese. Un'arretratezza culturale con cui si scontra le volte in cui torna nella cittadina natia. Ma questa volta la (brutta) sorpresa la troverà molto più vicina a lei, proprio fra le mura domestiche.

Dieci giorni dopo aver terminato "Il buio oltre la siepe" (e aver recuperato anche la visione film), oggi è la volta del secondo romanzo di Harper Lee. Secondo che in realtà fu il primo scritto dall'autrice, o che addirittura fu una prima stesura di quello che poi divenne il suo capolavoro. "Va', metti una sentinella" è rimasto chiuso in un cassetto per parecchi decenni per essere poi pubblicato negli Stati Uniti nell'agosto 2015 (da noi a novembre dello stesso anno), quindi appena sei mesi prima della morte della Lee, a novant'anni. Con il mio scarsissimo inglese mi sembra di aver capito che il suo consenso alla pubblicazione sia stato considerato da molti un caso passabile di circonvenzione di incapace e mentre leggevo la prima parte ne capivo il perchè. In diversi punti della prima metà il libro sembra quasi una bozza, o per lo meno un testo con un forte bisogno di un buon editing.

Poi cambia.

E qui l'opinione comune si spacca. In principio perchè sbalordita da quello che stavo leggendo e in seguito perchè dubbiosa delle mie capacità nel darne la giusta interpretazione, ho cercato pareri di conferma o di smentita in rete, dove però ho trovato considerazioni opposte: in estrema sintesi, alle persone che hanno vissuto come un affronto personale la trasformazione di Atticus Finch da paladino dei neri a membro del Ku Klux Klan si oppongono quelli che rispondono: "Se la pensate così, allora non avete letto il libro fino alla fine".

Io l'ho fatto e capisco il perchè di questa risposta, ma capisco anche la delusione degli altri. Lo splendido personaggio dell'avvocato de "Il buio oltre la siepe" ha lasciato il posto a un uomo anziano e malconcio, che però ha mantenuto la sua autorevolezza all'interno della società e le cui idee non vengono chiarite in maniera certa.

Se la Lee conforta con le parole dello zio alla nipote ("Jean Louise, stai facendo un grosso errore se credi che tuo padre sia una di quelle persone che vogliono che i negri stiano al loro posto"), subito dopo toglie ogni speranza facendo dire ad Atticus cose tipiche dell'ottusità dei razzisti ("Vuoi vagonate di neri nelle nostre scuole, nelle nostre chiese e nei nostri teatri? Vuoi che facciano parte del nostro mondo?") per poi correggere il tiro motivando il suo pensiero con la preoccupazione di uno Stato governato da persone non in grado di farlo, senza però prendere neppure in considerazione quel diritto indiscutibile alle pari opportunità (ma questo non può far storcere il naso visto che anche in epoca attuale siamo ancora molto lontani dal traguardo, e non solo per le persone di colore).

O almeno questo è quello che credo di aver capito. Non è semplice e solo l'autrice avrebbe potuto fare chiarezza sulle sue intenzioni, ma dubito che lo abbia mai fatto, non ce ne sarebbe stato bisogno senza la pubblicazione del libro, avvenuta quando ormai era troppo tardi per dire la sua, creando così due fazioni con interpretazioni opposte.

Ma io sono stata "salvata" dalla mia ignoranza: l'Atticus Finch del buio è entrato nella mia vita solo due settimane fa, a differenza degli altri lettori che hanno avuto fino a 55 anni di tempo (quello intercorso fra la pubblicazione dei due libri) per fare di lui un eroe, un esempio, un personaggio amato.
Personaggio che anch'io ho amato, ma il ricordo non ha avuto il tempo di attecchire al punto da idealizzarsi. E non avendo patito il crollo del mito ho potuto, forse, apprezzare di più quella che è la grande protagonista di questo sequel: Scout.

"E a proposito di Dio, perché non mi hai spiegato bene che Dio creò le razze e mise i neri in Africa per tenerveli in modo che i missionari potessero andargli a dire che Gesù li amava, ma voleva che stessero là? Che averli portati qui è stato solo un errore da parte nostra, ed è pure colpa loro? Che Gesù amava tutta l’umanità, ma che esistono tipi diversi di uomini con recinti separati intorno a loro, perché Gesù voleva che ogni uomo si spingesse fin dove voleva, ma sempre all’interno di quello steccato..."

Mi piace pensare (ed è l'impressione che ho avuto) che Harper Lee abbia fatto dire ad Atticus cose atroci per poter far rispondere Scout con le sue verità:

"Eravamo prontissimi a farli venire qui quando ci facevano guadagnare (...) Tu neghi che siano esseri umani (...) Togli loro ogni speranza. Ogni uomo al mondo, Atticus, ogni uomo con una testa, due braccia e due gambe nasce con la speranza nel cuore. Non lo troverai scritto nella Costituzione"

"Il buio oltre la siepe" è un libro magnifico, un libro curato e perfetto, cosa che non si può dire di questo, che però nella sua seconda metà è ancora più coraggioso e netto.

E che chiama il football americano con il suo nome ^^

Reading Challenge 2021: questo testo risponde alla traccia normale di luglio (un libro ambientato in una nazione con sbocco sul mare)