Roma, ottobre 2011. Degli scavi portano alla luce i resti di un cadavere. L'analisi del DNA accerta che si tratta di Viviana Montosi, la studentessa di archeologia scomparsa il 23 gennaio 2006 ad appena vent'anni. Inevitabile temere un collegamento con la recente sparizione di Ambra Negri della Valle, collega di Alice Allevi all'Istituto di Medicina Legale perchè le due erano state compagne di scuola al ginnasio e nella loro classe c'era un ragazzino squilibrato allora e tuttora. Ma se invece le cause della sparizione di Viviana fossero partite da molto più lontano? Ad esempio da Gerico?
Quarto romanzo della serie "L'allieva" e finalmente viene citata l'età di Alice: 28 anni, quindi è del 1983. E anche il giorno del compleanno: 12 dicembre. Avere la data di nascita di un/una protagonista regala un magnifico senso di completezza a una precisina come me!
Sono trascorse solo poche settimane dalle vicende narrate in "Un segreto non è per sempre" e Alice (adesso al terzo anno di specializzazione) si ritrova al centro di questa nuova storia, stavolta non per il suo ruolo di medico legale, ma per la collaborazione con l'ispettore Calligaris, deciso a fare di lei una poliziotta.
Trattandosi di un cold case in principio ero convinta che non ci sarebbe stato alcun collegamento fra Alice e la vittima, invece no: indiretto, ma c'è. Ormai mi sono quasi assuefatta all'uso sfacciato delle coincidenze fatto dalla Gazzola e aspettarmele non basta a renderle meno fastidiose. La storia avrebbe funzionato perfettamente anche senza la scomparsa di Ambra e senza che lei e Viviana fossero state compagne di scuola, anzi, ne avrebbe guadagnato perchè quel dettaglio crea una falsa pista che la ingarbuglia inutilmente, l'autrice non ha gestito bene i diversi piani temporali e per fare andare al loro posto ogni tassello bisogna ragionarci.
Purtroppo tornano le manine e, come sempre, le svolte più o meno importanti continuano ad avere origini da situazioni fortuite: Alice che va a prendersi una pizza da asporto e lì incontra casualmente una coppia di personaggi, Alice e Claudio leggermente infortunati in un tamponamento e lei che sente il medico dell'ambulanza dire a Claudio una cosa importante risalente a un anno prima, ecc... Quasi tutti gli ingranaggi si muovono grazie al caso e non basta che un personaggio chieda ad Alice come faccia ad avere tanta fortuna per rendere accettabile questo meccanismo narrativo sfruttato ad oltranza.
La struttura data dall'indagine risulta gravemente sminuita da questa cosa e anche dal fatto che alla fine (almeno per ora) l'epilogo arrivi sempre con la piena confessione del colpevole dopo essere stato messo alle strette molto superficialmente, senza mai una convocazione ufficiale e senza che nessuno di essi capisca di avere bisogno di un avvocato.
Il risultato è troppo blando anche per un rosa crime ed è un peccato perchè ho letto libri propriamente gialli o thriller che si reggevano su storie ben meno articolate di quelle create dalla Gazzola. E' penalizzante anche la scelta di una protagonista così disinteressata a politica e attualità, addirittura compiaciuta della sua ignoranza.
Ma dei quattro letti, questo è sicuramente il libro che mi è piaciuto di più. Indubbiamente influisce il mio grande amore per i casi irrisolti, leggendo avevo l'impressione di assistere a una delle puntate della mia amata serie TV (non mi stupirei se la Gazzola si fosse ispirata proprio a quei copioni), però è anche il romanzo più giallo. C'è sì del rosa, ma quello che c'è riguarda soprattutto Viviana rientrando quindi nelle indagini. Quel poco che riguarda Alice serve a far procedere la vita del personaggio e non dà l'impressione di star leggendo un romanzo d'amore.
La Gazzola è molto brava nel tratteggiare le vicende passate che coinvolgono i protagonisti con pochi cenni che permettono a chi non avesse letto i libri precedenti di conoscere i collegamenti, ma senza ammorbare i lettori fedeli con il dettagliato resoconto del passato che hanno già letto e riletto (vedi Linda Castillo).
Nelle note l'autrice spiega di essersi ispirata a una vacanza fatta in Israele e Palestina nel 2011. Lì aveva saputo che un gruppo di lavoro dell'Università La Sapienza aveva ritrovato a Gerico lo scheletro di una principessa: tutto il resto è romanzo. Mi piace quando gli autori raccontano com'è nata l'idea del libro che hanno scritto.
Quarto romanzo della serie "L'allieva" e finalmente viene citata l'età di Alice: 28 anni, quindi è del 1983. E anche il giorno del compleanno: 12 dicembre. Avere la data di nascita di un/una protagonista regala un magnifico senso di completezza a una precisina come me!
Sono trascorse solo poche settimane dalle vicende narrate in "Un segreto non è per sempre" e Alice (adesso al terzo anno di specializzazione) si ritrova al centro di questa nuova storia, stavolta non per il suo ruolo di medico legale, ma per la collaborazione con l'ispettore Calligaris, deciso a fare di lei una poliziotta.
Trattandosi di un cold case in principio ero convinta che non ci sarebbe stato alcun collegamento fra Alice e la vittima, invece no: indiretto, ma c'è. Ormai mi sono quasi assuefatta all'uso sfacciato delle coincidenze fatto dalla Gazzola e aspettarmele non basta a renderle meno fastidiose. La storia avrebbe funzionato perfettamente anche senza la scomparsa di Ambra e senza che lei e Viviana fossero state compagne di scuola, anzi, ne avrebbe guadagnato perchè quel dettaglio crea una falsa pista che la ingarbuglia inutilmente, l'autrice non ha gestito bene i diversi piani temporali e per fare andare al loro posto ogni tassello bisogna ragionarci.
Purtroppo tornano le manine e, come sempre, le svolte più o meno importanti continuano ad avere origini da situazioni fortuite: Alice che va a prendersi una pizza da asporto e lì incontra casualmente una coppia di personaggi, Alice e Claudio leggermente infortunati in un tamponamento e lei che sente il medico dell'ambulanza dire a Claudio una cosa importante risalente a un anno prima, ecc... Quasi tutti gli ingranaggi si muovono grazie al caso e non basta che un personaggio chieda ad Alice come faccia ad avere tanta fortuna per rendere accettabile questo meccanismo narrativo sfruttato ad oltranza.
La struttura data dall'indagine risulta gravemente sminuita da questa cosa e anche dal fatto che alla fine (almeno per ora) l'epilogo arrivi sempre con la piena confessione del colpevole dopo essere stato messo alle strette molto superficialmente, senza mai una convocazione ufficiale e senza che nessuno di essi capisca di avere bisogno di un avvocato.
Il risultato è troppo blando anche per un rosa crime ed è un peccato perchè ho letto libri propriamente gialli o thriller che si reggevano su storie ben meno articolate di quelle create dalla Gazzola. E' penalizzante anche la scelta di una protagonista così disinteressata a politica e attualità, addirittura compiaciuta della sua ignoranza.
Ma dei quattro letti, questo è sicuramente il libro che mi è piaciuto di più. Indubbiamente influisce il mio grande amore per i casi irrisolti, leggendo avevo l'impressione di assistere a una delle puntate della mia amata serie TV (non mi stupirei se la Gazzola si fosse ispirata proprio a quei copioni), però è anche il romanzo più giallo. C'è sì del rosa, ma quello che c'è riguarda soprattutto Viviana rientrando quindi nelle indagini. Quel poco che riguarda Alice serve a far procedere la vita del personaggio e non dà l'impressione di star leggendo un romanzo d'amore.
La Gazzola è molto brava nel tratteggiare le vicende passate che coinvolgono i protagonisti con pochi cenni che permettono a chi non avesse letto i libri precedenti di conoscere i collegamenti, ma senza ammorbare i lettori fedeli con il dettagliato resoconto del passato che hanno già letto e riletto (vedi Linda Castillo).
Nelle note l'autrice spiega di essersi ispirata a una vacanza fatta in Israele e Palestina nel 2011. Lì aveva saputo che un gruppo di lavoro dell'Università La Sapienza aveva ritrovato a Gerico lo scheletro di una principessa: tutto il resto è romanzo. Mi piace quando gli autori raccontano com'è nata l'idea del libro che hanno scritto.
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Challenge 2021: questo testo risponde alla quinta traccia annuale,
"otto libri scritti da autori dello stesso sesso"