giovedì 7 aprile 2022

"Ninfee nere", Michel Bussi


Giverny (Normandia): è qui che Claude Monet si trasferisce con la famiglia nel 1883, in questo piccolo villaggio normanno dove "la luce era unica: si trova uguale in nessun'altra parte del mondo". E' qui che il pittore muore, il 5 dicembre del 1926. Ed è qui che inizia e finisce il romanzo di Bussi.
Il 13 maggio 2010 un'anziana donna comincia a parlarci di lei (cattiva e determinata), di Stéphanie (la trentaseienne maestra della scuola, furba e bugiarda) e della piccola Fanette (che ha solo 11 anni, ma che è quella con più talento).
C'è un omicidio, quello di Jérome Morval, e non sarà l'unico.
C'è un altro uomo, a cui verrà assegnato il compito di indagare su questa morte, l'ispettore Sérénac.
E c'è un cane, Neptune, un pastore tedesco, che gironzola per il villaggio, benvoluto da tutti.
O forse no.

Ma cosa si può dire di questo romanzo se non consigliare di leggerlo? Bussi lo ha scritto nel 2011, il che vuol dire che io l'ho ignorato per undici anni (causalmente la stessa età di Fanette). Mi ero fatta l'idea che tutta la storia ruotasse attorno alla pittura (che io non amo e fra tutti gli stili quello impressionista è forse quello che meno mi attrae, arrivando proprio a irritarmi) ed in effetti Monet, i suoi dipinti e, soprattutto, gli scorci di Giverny (fa venir voglia di partire subito, non fosse altro che per vedere il mulino delle Chennevières) sono un aspetto importante e lo caratterizzano. Ma sono la cornice a una storia talmente originale da potersi definire geniale.

Così particolare che non saprei come definirne il genere: di sicuro non "thriller con suspense" come viene classificato su Amazon. Molto meglio la "narrativa gialla" di IBS. Forse "noir" sarebbe più adatto? Non lo so. Ci sono dei morti con relative indagini, ma la storia per me è stata soprattutto triste e commovente (ieri sera mentre lo finivo mi sono rotolati giù dagli occhi lacrimoni belli grossi).
E ha implicazioni profonde, costringe a riflettere sul fatto che di vita ne abbiamo tutti una sola e che indietro non si torna.

La trovata di Bussi permette di poter parlare apertamente del libro solo con chi lo ha già letto. Sarebbe un delitto svelare anche solo un minimo dettaglio a chi ancora non lo avesse fatto: bisogna leggerlo. Fatelo!


Reading Challenge 2022, traccia di aprile: un libro con il nome di un fiore nel titolo