venerdì 28 ottobre 2022

"Chanel non fa scarpette di cristallo", Barbara Fiorio


"Il giorno del matrimonio rappresenta l'apice di un amore,
da quel momento inizia la discesa
"

Genova, fine inverno di un anno non precisato. E' questo che pensano Beatrice, Penelope e Maddalena mentre guardano l'amica Rossana entrare in chiesa raggiante. Rossana ha scelto il lieto fine, con le relative conseguenze che questo comporta per quelle come loro: perdere non solo l'immortalità di cui beneficiano grazie al Patto, ma anche tutti i ricordi degli ultimi secoli di vita.
Perché loro sono le principesse delle fiabe.

Che belinata di libro! E uso il termine dialettale come omaggio all'autrice, genovese come me.

Genova nel libro non viene mai menzionata, che sia ambientato qui è evidente da questa descrizione:

"Come spesso capitava in quella città così contraddittoria, con budella di vicoli che portavano al mare, un mare schivo e osservatore."
(E da come la Vecchia - anziana proprietaria di un ristorante casereccio dove le protagoniste sono clienti fisse - tratta i clienti foresti ^^) E l'essere genovese è il motivo per cui ho inserito Barbara Fiorio nella mia wish list. Dalle recensioni sembra chiaro che il suo miglior romanzo sia "Qualcosa di vero", il terzo che ha scritto, ma io - odiosa precisina - ho voluto andare con ordine. "Chanel non fa scarpette di cristallo" è l'opera prima, scritta nel 2010, e non posso dar torto a mia sorella quando - in risposta alle mie lamentele - mi ha detto: "Dal titolo si capiva che era una belinata". Infatti. E' un libro che può essere apprezzato se si è molto giovani, molto sognatrici e se si conoscono e si amano le fiabe originali di Perrault, di Andersen, ecc. Io ho quasi 53 anni, attualmente il mio unico sogno è che la Sampdoria non retroceda in serie B e conosco solo le principesse Disney, neppure benissimo, tanto che avevo capito l'impersonificazione solo di una delle tre protagoniste (per inciso: Chanel non c'entra nulla, compare solo nel titolo). Le 219 pagine si leggono in fretta (cosa che secondo me non è mai un fattore positivo) perché il contenuto è davvero povero e stupidino (eh), però la Fiorio non scrive male, anche se a volte cade in frasi tanto ampollose quanto stonate ("Avrebbe voluto stare lì per sempre, ma doveva tornare a immergersi nella vita di tutti i giorni, quello strano ingranaggio che lentamente si trascina verso casuali orizzonti"), ma se preferisco leggere i libri seguendo l'ordine cronologico è perché (il più delle volte) gli scrittori si evolvono. E almeno due degli altri quattro romanzi che ha scritto sono dichiaratamente ambientati a Genova, quindi le darò senz'altro un'altra chance.

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