venerdì 14 marzo 2025

"Call Girl", Tanguy Viel

 

Bretagna, sul finire dell'inverno di un anno non precisato. Laura, 20 anni, ha nella bellezza la sua unica risorsa e sarà suo padre, Max Le Carre, ex campione nazionale di pugilato, a metterla inconsapevolmente nelle mani di un porco: Quentin Le Bars, sindaco della cittadina bretone dove Laura è appena tornata a vivere dopo essersene andata sette anni prima insieme alla madre quando questa aveva lasciato il padre infedele. A Laura serve un alloggio, e possibilmente anche un lavoro, e Max chiede a Le Bars di incontrare la figlia perché lui può risolvere entrambi i problemi. Al sindaco basta guardare la ragazza per trovare la soluzione: un lavoro da Frank Bellec, suo amico d'infanzia e proprietario del casinò. Alle ragazze che lavorano per lui assegna una camera al primo piano del locale. E chi avrà fretta di salire nella stanza di Laura, chiedendo all'ignaro padre di aspettarlo in auto?

Amaro

Pubblicato nel 2021, titolo originale "La fille qu'on appelle", è il q
uindicesimo dei sedici romanzi attualmente scritti da Tanguy Viel, autore bretone nato a Brest nel 1973. Di questi solo alcuni sono stati tradotti in italiano e mi piacerebbe recuperarli.

Un romanzo breve (160 pagine), decisamente noir, con una struttura
 narrativa molto particolare caratterizzata da periodi lunghissimi (che amo) e un uso magistrale della punteggiatura. I dialoghi sono raccontati e un narratore esterno ci fa scoprire gli eventi attraverso Laura che, in un commissariato, seduta davanti a due poliziotti, racconta del giorno in cui andò alla Mairie per incontrare il sindaco. La natura dell'interrogatorio la si scopre solo all'inizio della seconda parte, lasciando nella prima il dubbio: Laura ha fatto o ha subito qualcosa?

"Ma cosa intende lei per un mondo normale?
Non so... Un mondo in cui ognuno sta al suo posto."

Legami familiari, inganni, diseguaglianze di classe e difficoltà nel riscatto sociale: ho letto che questi sono i temi ricorrenti nei libri di Viel e qui non ne manca nessuno, con un epilogo rabbioso perché tristemente realistico.

"Il potere in questa città aveva due luoghi e due facce, quella del sindaco e quella di Bellec"

Due uomini in debito l'uno con l'altro, politici e malavitosi che si scambiano favori reciproci. Uomini abituati a imporre la propria volontà e in mezzo a loro Laura, una giovane ragazza ben consapevole di quanto potere sugli uomini le derivi dalla sua bellezza a cui però nessuno ha insegnato come ribellarsi e che per questo finisce per sottomettersi accettando per il solo fatto di non rifiutare.

"Alcuni scomparti della memoria è meglio non riaprirli, nemmeno arieggiarli nell’intento di mandare via la polvere, al contrario, conviene chiuderli con un lucchetto, e accettare di tenerli così per tutta la vita."

Pochissimi personaggi, tutti imperfetti: chi è intelligente non ha potere, chi ha potere non ha morale, chi è forte nel fisico è fragile interiormente.

E' stato bello trovare un grande autore al di fuori della mia banale comfort zone.

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