martedì 23 dicembre 2025

"Mariani e il secondo colpo", Maria Masella

 

Genova, lunedì 8 giugno 2015. Al commissario Mariani non piacciono i privilegiati. Meno che mai diventare una loro pedina. Ma la gerarchia non gli permette di rifiutare quando il questore gli chiede a titolo di favore personale di parlare con Alberta Scianni, amica di sua moglie. La donna è preoccupata, nella tasca di una giacca ha trovato una lettera di minacce indirizzata al marito, Claudio Corani, noto imprenditore genovese al momento irraggiungibile. Non potendo rivolgersi a lui, Mariani parla con Stefania Costanzi, la sua segretaria alla C&C, di cui Corani è unico proprietario. Da lei scopre che quella è l'ottava lettera ricevuta dal suo capo e il favore al questore diventa un caso vero e proprio quando due giorni dopo Corani viene trovato morto: la ferita mortale lo ha colpito alla nuca, ma l'autopsia rivela un secondo, inspiegabile colpo, inflitto da venti a trentasei ore dopo la morte.

Ramificato

Venticinquesima puntata (scritta nel 2022) della serie che ho iniziato a leggere subito dopo aver finito "Tempesta su Mariani" quattro giorni fa: e la tentazione di andare avanti così anche con gli ultimi tre titoli che mi mancano per mettermi in pari è grande, ma so che poi mi mancherebbero sia i personaggi sia le atmosfere genovesi (e sampierdarenesi) e preferisco lasciarmeli per il prossimo anno.

Questa è una delle vicende più ingarbugliate scritte dalla Masella, che scava nel passato di Corani, ma che riprende anche eventi dei libri precedenti (uno in particolare) rendendo - come sempre - necessario aver seguito l'ordine cronologico per riuscire a capire tutto.

Attraverso Anna Traverso (bel personaggio, ruvido e concreto, molto genovese) la Masella ricorda come non serva un titolo di studio per avere una cultura.

E, come in "Mariani e le giuste scelte", l'autrice parla del ponte Morandi, crollato tre anni dopo rispetto all'ambientazione della storia.

"La vista si apre verso la valle del Polcevera, vista tagliata dal ponte autostradale, sospeso e retto da piloni. Quando soffia la tramontana, percorrerlo è inquietante, si ha sempre la sensazione di precipitare giù, su palazzi che non sono stati costruiti sotto il viadotto, è quest’ultimo a essere stato tirato su dove era possibile, con i piloni fra l’abitato. Qui, da noi, lo spazio limitato non consente tante scelte."

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