lunedì 20 maggio 2019

"La bambina nel bosco", Barbara Abel


Myléne ha 26 anni e da qualche mese lavora come maestra in una scuola materna. E' in un venerdì di primavera che, con quattro colleghi, accompagna le scolaresche in un bosco a una cinquantina di chilometri dalla città.
Ed è nel tardo pomeriggio che gli adulti si rendono conto che Emma manca all'appello. Due riaccompagnano gli altri bambini al pullman, gli altri tre si separano per cercare la piccola. Sarà Myléne a ritrovarla, ma solo Emma farà ritorno alla radura e quando la polizia le chiederà dov'è la maestra la sua gelida risposta sarà: "non lo so"!

Partenza lenta: fino al 40% circa si ha solo l'entrata in scena dei vari personaggi (non molti) e non ricordo di essermi mai imbattuta in un romanzo in cui tutti gli individui fossero odiosi! Non se ne salva uno, neppure la bambina!

E' con la sparizione di Emma che inizia il thriller psicologico e qui faccio un grosso appunto alla sinossi scelta dall'editore che è sicuramente una fortissima calamita per gli amanti del genere, ma che svela particolari a cui si giunge quasi a metà lettura!

A quel punto la storia si fa incalzante, i fatti salienti sono pochi, ma sono stati ben orchestrati dall'autrice che è riuscita a renderli plausibili grazie al concentrato di personalità meschine e contorte che ha messo insieme. Persone che, davanti a una scelta, optano sempre per quella sbagliata e solo per nascondere bugie, per orgoglio ferito o per stupidità.

Nonostante l'assenza di empatia, arrivano i pugni nello stomaco e con loro il bisogno di credere di essere diversi, di essere migliori.
 
Reading Challenge 2019: collegamento a cascata con la traccia di maggio. Lo collego a "Maria Antonietta e lo scandalo della collana" perchè il nome di entrambe le autrici inizia con la lettera B