sabato 8 agosto 2020

"La piccola erboristeria di Montmartre", Donatella Rizzati


Parigi, novembre 2004. Viola Consalvi ad appena 21 anni ha lasciato Roma rompendo i rapporti con i genitori per realizzare il suo sogno, quello di poter frequentare la scuola di naturopatia nella capitale francese. Un giorno, passeggiando per Montmartre, si imbatte in un’erboristeria d’altri tempi, quella delle sorelle Fleuret-Bourry. Ed è a loro, in particolare a Gisèle, che pensa quando 11 anni dopo si ritrova già vedova, incapace di reagire al dolore. Tornare a Parigi è l’unica cosa che sembra avere un senso e capisce di aver fatto la scelta giusta quando scopre che l’antica bottega naviga in cattive acque: sa che potrà ricambiare il conforto materno e l’ospitalità dell’amica aiutandola a risollevare le sorti del negozio con i suoi corsi di ricette di bellezza naturale e con le sue consulenze di naturopatia e iridologia. 
E poi c’è Romain, quel barista impertinente che forse riuscirà a convincerla a riaprire il suo cuore all’amore…
 
Ho scelto questo libro per la traccia annuale della Reading Challenge che chiede di leggere sei libri ambientati in sei capitali diverse e mentre leggevo ho più volte pensato: “Ma con tutti i bei libri ambientati a Parigi dovevo buttarmi proprio su questo?!?”. 
 
E’ un romanzo rosa con qualche pretesa di essere qualcosa di più, ma è senz’altro un libro che può piacere – e anche moltissimo – alle amanti del genere, dell'erboristeria e della medicina alternativa. Da appassionata di cosmesi quale sono, le erboristerie mi hanno sempre attratta tantissimo, ma non in modo serio: mi piace fare acquisti in erboristeria come in profumeria, quindi delle prime il mio interesse è sempre stato limitato ai prodotti commerciali che vendono. C’è stato un periodo, una decina d’anni fa, in cui avevo intrapreso un percorso più serio: attraverso il famosissimo forum di Lola avevo cercato di capire qualcosa degli inci dei cosmetici che usavo e le nozioni basilari ancora oggi condizionano (positivamente) i miei acquisti. Ma i tentativi di “spignatto” cosmetico sono naufragati quasi subito scontrandosi con la stessa mancanza di voglia e di interesse che ho anche nel cucinare. 
 
Il libro, di cui ho (come recita la fascetta gialla) “la nuova edizione arricchita, contiene pillole di guarigione, i consigli della naturopata”, quasi in ogni capitolo propone ricette di tisane, miscele di Fiori di Bach, rimedi per i chakra, schede iridologiche, ecc, una particolarità sicuramente piacevole per chi apprezza questo mondo, un po’ meno per me che bevo le tisane solo se me ne piace il gusto, ma non riscontrando in loro neppure un effetto rilassante e che nei confronti di naturopatia, cromoterapia, floriterapia, aromaterapia, iridologia, chakra e Reiki sono -  a dir poco - scettica. 
 
Credo che l’autrice abbia un pochino esagerato e l’inserimento di tutti questi consigli erboristici a volte è inopportuno, ad esempio nel punto in cui c’è un bacio appassionato e lui prende in braccio lei per portarla in camera da letto far proseguire la lettura con la ricetta per la tisana per allentare le tensioni muscolari è stato abbastanza destabilizzante! 
 
Avrei preferito un’immersione nella bottega a livello sensoriale, ma la Rizzati non trasmette questo tipo di emozione, come non riesce a evocare le atmosfere di Parigi. 
 
Non amando i romanzi rosa, non sono stata in grado di appassionarmi alla storia. Ho trovato discutibile la scelta di una protagonista vedova a 32 anni, un macigno di tristezza che grava sul personaggio, già ripudiato poco più che ventenne dalla famiglia (inspiegabilmente senza ripercussioni economiche, una scelta piuttosto comoda). E ho trovato tutto stereotipato: i personaggi, i ruoli, i rapporti, i personaggi, i contesti… 
 
Citando una frase del libro: “Sembra il soggetto di una telenovela di quarta categoria”.

 

Reading Challenge 2020: questo testo risponde alla traccia annuale "sei libri ambientati in sei capitali diverse"