mercoledì 13 ottobre 2021

"Tre donne", Dacia Maraini



Una città italiana non precisata, giorni nostri. Lori (Loredana: in tanti libri letti è solo la seconda volta che trovo una mia omonima) ha 17 anni e, pur affermando di detestare i diari, il 23 novembre inizia a scrivere i suoi pensieri su un quaderno a quadretti con la copertina piena di tulipani. Ha un legame con un coetaneo, più un compagno di letto che un vero fidanzatino. Ha un motorino, sogna di avere un cane e si fa tatuare un enorme drago sulla schiena.
Maria è sui quaranta ed è la madre di Lori. Il marito lo ha perso quando Lori aveva solo tre anni e da allora lavora come traduttrice. E' una delle poche persone che ancora non si sono arrese a internet, lei e il suo compagno francese mantengono i contatti attraverso lettere scritte a mano dove Maria gli racconta i suoi sogni e le sue difficoltà quotidiane.
E poi c'è Gesuina, 60 anni così ben portati che ai suoi amanti virtuali riesce a far credere di averne venti di meno. Un piccolo passato di attrice teatrale, adesso contribuisce al bilancio familiare andando a fare iniezioni a domicilio: Maria è sua figlia e Lori è sua nipote. E proprio lei, la più anziana delle tre, è quella più tecnologica e i suoi sentimenti li trasmette a un piccolo registratore che porta sempre con sè.

Era da "Nemesi", perciò da un mese, che non leggevo un libro da cinque stelle: un mese non è tanto come non sono tanti i libri da promozione con lode che si ha la fortuna di leggere nel corso di un anno, ma dopo il filotto Gazzola leggere la Maraini è stato un balsamo per i miei occhi.

Flaubert, la primavera araba, il ricordo di un sopravvissuto ai campi di concentramento nazisti: tre temi toccati dalla Maraini quando il Kindle mi diceva che ero arrivata appena al 5,1% del libro! Non voglio essere ingiusta nei confronti della Gazzola, lei scrive narrativa di svago, la Maraini (nelle cui
opere, come in quelle della Allende, ritrovo sempre quei rimandi storici e sociali che per me fanno la differenza) produce letteratura contemporanea. Sono semplicemente due mondi diversi.

"E' da molto che hai voglia di un figlio? Da anni, non so perchè ma ho una voglia matta, già lo vedo che cammina accanto a me, con i suoi calzoncini, la tenerezza di quella manina piccola nella mia, e mi sento felice"

Quando ho letto, e poi riletto ("un piccolo Ercole che si aggrappa con le sue manine appena uscite dal grembo materno"), manine ho alzato gli occhi al cielo, ma va da sè che definire mani quelle di un neonato sarebbe stato fuori luogo al pari dell'incessante uso fatto dalla Gazzola del diminutivo riferito a mani adulte.

"Tre donne" è un romanzo piuttosto breve (207 pagine), ma meravigliosamente pieno, intenso.

"Ho paura che i luoghi dove godere la pace si stiano facendo sempre più rari, perchè il mondo è sconvolto dalle guerre, dalla crisi, dalla fuga dei popoli dai Paesi infestati dal terrorismo, dalle malattie e dalla fame"

Manca la tradizionale divisione in capitoli, ma la narrazione avanza con la cronologia data dal diario, dalle lettere e dalle registrazioni di questi tre personaggi che ci vengono presentati attraverso le loro emozioni. Succede qualcosa, qualcosa di "grosso" che sconvolgerà l'esistenza delle tre, qualcosa che affronta due fra i temi più importanti e pesanti della nostra società, uno dei quali più che mai di attualità.

La Maraini è stata capace di affascinarmi e a incuriosirmi anche parlando di quadri (Bruegel il vecchio e Van Gogh), raramente le arti mi spingono alla ricerca, questa volta l'ho fatto e ho imparato qualcosa, scoprendo anche dipinti che mi sono piaciuti molto (quelli di Bruegel).

"I libri fanno fiorire i cervelli"

Bè, non tutti, ma alcuni senz'altro.

Reading Challenge 2021: questo testo risponde alla quarta traccia annuale, "cinque libri, ognuno ambientato in un continente diverso" (Europa)