Harbourton (New Jersey), 2014. Andrew J. Rush ha 53 anni ed è uno scrittore di successo. Con i ventotto thriller che ha pubblicato si è guadagnato la nomea di "Stephen King in versione gentiluomo". Un'etichetta che gli si addice anche nel privato: sposato da trent'anni con la stessa donna, la sua amata Irina, padre esemplare di Chris, Dale e Julia, a sua volta figlio amorevole degli anziani genitori e fiore all'occhiello della ridente cittadina del New Jersey dove lui e Irina si sono trasferiti nel 1998 comprando la fatiscente Mill Brook House per trasformarla nella splendida dimora che ora tutti ammirano.
Nessuno - non Irina, non i suoi figli e nemmeno il suo editore - sa che Andrew ha scritto altri quattro libri, firmandoli con lo pseudonimo di Jack of Spades. In quelle pagine, scritte di getto in piena notte, nell'angolo più oscuro del suo sontuoso studio, può dare sfogo a quella parte di lui che nessuno conosce e che neppure lui riconosce di avere.
"Scandalosi, depravati": è così che sono stati definiti i romanzi di Jack of Spades. Andrew sogghigna senza chiedersi cosa (gli) succederebbe se Jack prendesse il sopravvento.
Un thriller psicologico di altissimo livello, strano, potente e stimolante. Scritto nel 2015, titolo originale "Jack of Spades" (l'editore italiano ha sbagliato a non mantenerlo), diviso in tre parti con capitoli di varia lunghezza che diventano sempre più brevi (alcuni contano solo poche righe) avvicinandosi al finale, aumentando la già non indifferente intensità della storia.
Nessuno - non Irina, non i suoi figli e nemmeno il suo editore - sa che Andrew ha scritto altri quattro libri, firmandoli con lo pseudonimo di Jack of Spades. In quelle pagine, scritte di getto in piena notte, nell'angolo più oscuro del suo sontuoso studio, può dare sfogo a quella parte di lui che nessuno conosce e che neppure lui riconosce di avere.
"Scandalosi, depravati": è così che sono stati definiti i romanzi di Jack of Spades. Andrew sogghigna senza chiedersi cosa (gli) succederebbe se Jack prendesse il sopravvento.
Mentale
Un thriller psicologico di altissimo livello, strano, potente e stimolante. Scritto nel 2015, titolo originale "Jack of Spades" (l'editore italiano ha sbagliato a non mantenerlo), diviso in tre parti con capitoli di varia lunghezza che diventano sempre più brevi (alcuni contano solo poche righe) avvicinandosi al finale, aumentando la già non indifferente intensità della storia.
Storia che viene raccontata da Andrew in prima persona. L'impressione è quella di un uomo intriso di qualità, buoni sentimenti, dinamico, solare, paziente, amabile e amato. Traspare giusto un'ombra di rivalità con Stephen King, che ha scritto più libri, che ne ha venduto di più, che è stato tradotto in più lingue e che ha all'attivo un numero maggiore di trasposizioni cinematografiche. Ma - fra le infinite doti di Andrew - c'è anche l'umiltà, quei numeri neppure lo sfiorano...
Quello che più mi ha colpita di questa lettura è il modo sottile con cui la Oates riesce a far emergere la vera natura del suo protagonista, svelando un uomo presuntuoso, prepotente, che non accetta né il dialogo né il confronto, incapace di riconoscere le proprie colpe e che attribuisce sempre agli altri ciò di cui è il solo responsabile.
A cominciare da quello che accadde nel luglio del 1973...
Quello che più mi ha colpita di questa lettura è il modo sottile con cui la Oates riesce a far emergere la vera natura del suo protagonista, svelando un uomo presuntuoso, prepotente, che non accetta né il dialogo né il confronto, incapace di riconoscere le proprie colpe e che attribuisce sempre agli altri ciò di cui è il solo responsabile.
A cominciare da quello che accadde nel luglio del 1973...
Reading Challenge 2025, traccia di gennaio cascata di lettere: neve, deve