lunedì 27 gennaio 2025

"La gente felice legge e beve caffè", Agnès Martin-Lugand

 

Parigi, estate di un anno non precisato.

"Adesso fuori! Non voglio più vedervi"

Erano queste le parole con cui Diane un anno prima si era liberata di Clara e Colin quando continuavano a intralciarla mentre cercava di preparare i bagagli per l'imminente vacanza. Non poteva immaginare che davvero non avrebbe più rivisto la sua bambina di cinque anni e il marito: poco dopo essere usciti un camion li aveva centrati uccidendoli.
I dodici mesi successivi non sono bastati a Diane per riprendersi: non esce quasi mai dal suo appartamento e dipende completamente da Félix, il suo migliore amico, un eccentrico omosessuale che fa la spesa per lei e manda avanti - anche se malamente - il caffè letterario "La gente felice legge e beve caffè", di cui sono soci da sei anni.
Ed è grazie, o per colpa, di Félix e del suo tentativo di convincerla ad andare in vacanza con lui al mare, che Diane improvvisamente si scuote: mare sì, ma da sola e niente Mediterraneo! Andrà in Irlanda, un viaggio a cui Colin aveva sempre rinunciato per accontentare lei, amante del caldo.
Cartina aperta sul tavolo e occhi chiusi: il dito puntato a caso si abbatte su Mulranny.
Ed eccola lì, nel cottage sulla spiaggia che ha affittato per alcuni mesi e da cui non riesce a uscire, esattamente come le succedeva a Parigi, ma per lo meno in Francia c'era Félix, mentre in Irlanda c'è Edward, il vicino di cottage, la cui stazza viene superata solo dalla sua scontrosità.

Debole

I casi editoriali francesi riescono spesso a essere più discutibili di molti dei nostri.

Nel 2012 Agnés Martin-Lugand - bretone classe 1979 - ha esordito facendo uscire questo romanzo a sue spese nella sola versione digitale. Il passaparola ne ha poi decretato il successo, tanto che nel 2013 la casa editrice Lafon ha deciso di investire nell'edizione cartacea.
A quel punto l'autrice ha abbandonato la professione di psicologa per dedicarsi unicamente alla scrittura, sfornando altri undici romanzi, fra cui anche il seguito di questo.

Che cercherò di leggere nei prossimi mesi - altrimenti finisce come con Glattauer, di cui a distanza di più di tre anni devo ancora recuperare il seguito di "Le ho mai raccontato del vento del Nord" - ma a spingermi sarà solo la mia odiosa puntigliosità, quella che mi porta a non abbandonare mai un libro iniziato e a provare un certo disagio al pensiero di un seguito non letto.

"La gente felice legge e beve caffè", di cui mi aveva colpita il titolo, è stato una delusione perché troppo  diverso da ciò che mi aspettavo, vale a dire un romanzo con la morte e il lutto come temi centrali, qualcosa in stile Perrin, ma più conciso (202 pagine contro le 600 tipiche dell'altra francese). Invece no. La tragedia della protagonista viene liquidata nella primissima parte, che è la migliore; poi la storia prende una piega sentimentale inaspettata, diventando banalissima: personaggio maschile bello, quanto odioso, continui battibecchi fra lui e la protagonista, finché all'improvviso nasce un interesse reciproco che viene però ostacolato da alcune questioni, eccetera.

Ma a peggiorare (tanto) è anche lo stile, con situazioni ripetute, sigarette accese in ogni pagina, scenette adolescenziali e dialoghi imbarazzanti. Il picco viene raggiunto con il consiglio che Diane riceve da Judith, sorella di Edward, per arrivare ad accalappiarlo: "Seducilo, sventolagliela sotto al naso".

Una curiosa coincidenza: Diane e Edward a un certo punto trascorrono tre giorni sulle isole Araan, dove è ambientato "Notte di neve e sangue", isole che prima collegavo solo alla canzone della Mannoia: strano ritrovarle come ambientazione per due libri letti in rapida successione.

Turismo per immagini, un punto caratteristico di Mulranny:

 
Reading Challenge 2025, traccia di gennaio cascata di lettere: neve, deve, beve