lunedì 24 marzo 2025

"Le conseguenze del male", Gian Andrea Cerone

 

Milano, martedì 23 agosto 2022. I criminali non hanno alcun rispetto per le meritate ferie altrui. Ne sa qualcosa il commissario Mario Mandelli che si ritrova a dover interrompere bruscamente la sua vacanza a Varigotti per rientrare in città, per altro in veste più che mai non ufficiale: a chiedere il suo aiuto è Lino Porrati, detto il Fetta, personaggio di spicco della mala milanese legato al commissario da una particolare forma di fiducia e rispetto reciproci. Nella notte una banda ha fatto irruzione nella sua bisca clandestina sequestrando Clara, la nipote, il suo unico affetto.
Ma se non ci sono dubbi sul rapimento di Clara, a colpire l'agente Gabriella Donati è il mistero che ruota attorno al ritrovamento dei corpi di cinque donne apparentemente suicide e prive di documenti. Troppi casi simili in troppo poco tempo per poter pensare a una coincidenza, tesi che trova d'accordo l'agente scelto Marica Ambrosio. Le due colleghe iniziano a indagare in sordina, ma non ci mettono molto a capire di aver fatto centro colpendo un caso veramente grosso.

Sovraccarico

La felicità è fatta anche di piccole cose: ad esempio leggere un libro che ha come prima parola "belin", che prosegue parlando di focaccia e che poi passa a descrivere il meraviglioso borgo saraceno di Varigotti e il suo splendido mare. 

Finalmente Gian Andrea Cerone, savonese di nascita e milanese d'adozione, si è ricordato anche della nostra Liguria, precedentemente ignorata proprio da lui che della regionalità dei suoi personaggi ne fa un tratto distintivo molto marcato.

Questa è la terza (e sicuramente non ultima) puntata della serie del commissario Mandelli, che segue a "Le notti senza sonno" e "Il trattamento del silenzio", letti entrambi due anni fa: tre tomi con più di cinquecento pagine ciascuno per i quali è fondamentale seguire la cronologia, non solo per la trama orizzontale che riguarda i personaggi, ma anche per i collegamenti, in particolare fra il primo e il terzo romanzo.

Sono trascorsi quasi due anni dalle ultime vicende, Mandelli ne ha 57 e continua a essere un bel protagonista, uno di quelli che dispiace salutare alla fine del libro, ma con la confortante certezza di ritrovarlo nel prossimo. 

Il difetto che ha Cerone è l'esagerazione: se nei primi due titoli sviluppava ben tre filoni di indagine differenti, questa volta arriva a quattro. Al sequestro di Clara e ai presunti casi di suicidio si aggiungono gli sviluppi di un cold case risalente al Natale del 2001 e dei loschi intrecci legati alla sottotrama.

Ma questo difetto è anche il suo punto di forza, uno stile che caratterizza molto i suoi romanzi, che potrebbe anche non piacere (ci vuole attenzione, ci vuole memoria, ci vuole ragionamento), ma in caso contrario appassiona e coinvolge.

Una piccola e personale curiosità: uno dei personaggi si chiama Loredana e con tutti i libri che leggo è solo la terza volta che trovo una mia omonima. Amo il mio nome e mi stupisco sempre che non sia diffuso, nemmeno nella vita reale.

Reading Challenge 2025, traccia dadi di marzo: 17


mercoledì 19 marzo 2025

"Loro", Maxime Chattam

 

Dipartimento della Savoia (Francia), ottobre 2012. Richard Mikelis, famoso criminologo ormai in pensione, si è ritirato con la famiglia nel piccolo villaggio di La Giettaz, dove può finalmente vivere lontano da crimini e criminali. Non riserva quindi una buona accoglienza al giovane maresciallo Alexis Timée, arrivato da Parigi per chiedergli aiuto: dal giugno precedente cinque donne sono state uccise nei dintorni di Parigi e la SR della Gendarmeria non ha nulla in mano, hanno soltanto capito che gli omicidi sono stati commessi da due diversi individui che hanno marchiato le vittime con lo stesso simbolo: *e.
Mikelis ascolta, ma rifiuta di collaborare e non lo smuove neppure sapere che lo stesso marchio è stato trovato in alcune foto postate su un forum di pedofili.
Timée fa giusto in tempo a tornare a Parigi quando il telegiornale dà la notizia di una piccola strage che si è consumata sul binario di una stazione: un ragazzo ha spinto tre persone e un neonato sotto a un treno in transito suicidandosi allo stesso modo e lasciando l'asterisco e la "e" dipinti su un muro.
Un segno inspiegabile, ma che chiaramente rappresenta qualcosa e qualcuno.

Estremo

Maxime Chattam e 
Maxime Williamsdue sono i due pseudonimi usati da Maxime Guy Sylvain Drouot, prolifico autore francese classe 1976 con all'attivo dieci romanzi autoconclusivi più altri ventuno appartenenti a cinque serie diverse e svariati racconti.

"Loro", titolo originale "Le conjuration primitive", è stato tradotto in italiano soltanto a ottobre dell'anno scorso, ma in Francia era uscito nel 2012 ed è il primo della serie di quattro che ha per protagonista la gendarme Ludivine Vancker.
Un bel tomo di 528 pagine divise in tre parti e sessantotto capitoli brevi che incentivano la lettura.
Avevo letto solo giudizi positivi su questo libro e, nonostante sia intriso di quella ferocia che conquista tanto mia sorella e me molto meno, stavolta ci siamo trovate d'accordo, è decisamente una lettura coinvolgente.

Le pagine sono tante, ma quasi nessuna è superflua: "Chattam" ha creato una trama che porta alla risoluzione del caso fra prove oggettive e (molte) ipotesi da profiling, fornendo una spiegazione poco credibile e poco convincente (o almeno c'è da sperare che sia così).

"I tempi sono maturi per l’esplosione della violenza di massa. È cresciuta di generazione in generazione, per oltre un secolo. Si agita dentro di noi. Preme così forte che le conseguenze drammatiche si sono già viste. Ci ha portato a due guerre mondiali senza precedenti, ai campi di sterminio, e guardando con attenzione agli ultimi trent’anni, il mondo non ha mai vissuto così tanti conflitti allo stesso tempo. Mai!"

Ma se anche esagera nella macchinazione, gli ingranaggi funzionano e prendono man mano velocità in un crescendo che appaga moltissimo chi ama questo genere di lettura.
E proprio oggi ho letto che in primavera uscirà la seconda puntata della serie.

Reading Challenge 2025, traccia cascata di lettere di marzo: stella, stelle

domenica 16 marzo 2025

"Mystery, Inc.", Joyce Carol Oates

 

MYSTERY, INC. LIBRERIA
VOLUMI NUOVI E ANTICHI
MAPPE, MAPPAMONDI, ARTE
DAL 1912

E' questa l'insegna nera e dorata che capeggia sopra al 19 di High Street, in uno storico palazzo in arenaria a Seabrook, piccola cittadina del New Hampshire affacciata sull'Atlantico. 
Un luogo che il protagonista, e voce narrante, ha accuratamente scelto per mettere in atto il crimine che ha in mente. Con altrettanta precisione ha anche individuato stagione, giorno e ora in cui varcare la porta del negozio: le 18.30 di un giovedì d'inverno. L'afflusso di clienti sarà minimo e lui avrà mezz'ora per farsi notare dal proprietario, Aaron Neuhaus, che alle 19 - dopo aver congedato la commessa e chiuso il negozio - lo inviterà a salire all'ultimo dei quattro piani su cui si sviluppa la libreria. Lì c'è il suo ufficio privato e il diabolico protagonista potrà agire perpetrando il delitto perfetto. Un altro.

Misterioso

Un racconto lungo (84 pagine) scritto nel 2014 che in Italia è arrivato il 1° giugno 2022, quando Fanucci Time Crime ha fatto uscire gli otto titoli nell'adorabile collana Crimini di carta, racconti ambientati in librerie o biblioteche oppure che trattano di manoscritti, libri rari, eccetera.
Una furbata editoriale non indifferente, dieci euro per storie che si leggono in un'ora sono parecchi soldi, ma adesso che la maggior parte è scontata del 50% mi piacerebbe prendere anche gli altri perché è una piccola collezione molto bella anche esteticamente.

La vicenda scritta dalla Oates, un giallo con atmosfere noir, si svolge nell'arco di un'ora circa, con i due personaggi che occupano il tempo a parlare di libri e, soprattutto, della libreria, un posto da sogno dove qualunque lettore sognerebbe di entrare. Ma, con ciò che racconta Neuhaus, "Mysetry, Inc." diventa la storia della libreria, con un finale che sicuramente sorprende più il protagonista che il lettore, ma che fa chiudere il libro con un piacevole senso di appagamento.
Il potere della bella scrittura.

Reading Challenge 2025, traccia di marzo: libri con una chiave in copertina

venerdì 14 marzo 2025

"Call Girl", Tanguy Viel

 

Bretagna, sul finire dell'inverno di un anno non precisato. Laura, 20 anni, ha nella bellezza la sua unica risorsa e sarà suo padre, Max Le Carre, ex campione nazionale di pugilato, a metterla inconsapevolmente nelle mani di un porco: Quentin Le Bars, sindaco della cittadina bretone dove Laura è appena tornata a vivere dopo essersene andata sette anni prima insieme alla madre quando questa aveva lasciato il padre infedele. A Laura serve un alloggio, e possibilmente anche un lavoro, e Max chiede a Le Bars di incontrare la figlia perché lui può risolvere entrambi i problemi. Al sindaco basta guardare la ragazza per trovare la soluzione: un lavoro da Frank Bellec, suo amico d'infanzia e proprietario del casinò. Alle ragazze che lavorano per lui assegna una camera al primo piano del locale. E chi avrà fretta di salire nella stanza di Laura, chiedendo all'ignaro padre di aspettarlo in auto?

Amaro

Pubblicato nel 2021, titolo originale "La fille qu'on appelle", è il q
uindicesimo dei sedici romanzi attualmente scritti da Tanguy Viel, autore bretone nato a Brest nel 1973. Di questi solo alcuni sono stati tradotti in italiano e mi piacerebbe recuperarli.

Un romanzo breve (160 pagine), decisamente noir, con una struttura
 narrativa molto particolare caratterizzata da periodi lunghissimi (che amo) e un uso magistrale della punteggiatura. I dialoghi sono raccontati e un narratore esterno ci fa scoprire gli eventi attraverso Laura che, in un commissariato, seduta davanti a due poliziotti, racconta del giorno in cui andò alla Mairie per incontrare il sindaco. La natura dell'interrogatorio la si scopre solo all'inizio della seconda parte, lasciando nella prima il dubbio: Laura ha fatto o ha subito qualcosa?

"Ma cosa intende lei per un mondo normale?
Non so... Un mondo in cui ognuno sta al suo posto."

Legami familiari, inganni, diseguaglianze di classe e difficoltà nel riscatto sociale: ho letto che questi sono i temi ricorrenti nei libri di Viel e qui non ne manca nessuno, con un epilogo rabbioso perché tristemente realistico.

"Il potere in questa città aveva due luoghi e due facce, quella del sindaco e quella di Bellec"

Due uomini in debito l'uno con l'altro, politici e malavitosi che si scambiano favori reciproci. Uomini abituati a imporre la propria volontà e in mezzo a loro Laura, una giovane ragazza ben consapevole di quanto potere sugli uomini le derivi dalla sua bellezza a cui però nessuno ha insegnato come ribellarsi e che per questo finisce per sottomettersi accettando per il solo fatto di non rifiutare.

"Alcuni scomparti della memoria è meglio non riaprirli, nemmeno arieggiarli nell’intento di mandare via la polvere, al contrario, conviene chiuderli con un lucchetto, e accettare di tenerli così per tutta la vita."

Pochissimi personaggi, tutti imperfetti: chi è intelligente non ha potere, chi ha potere non ha morale, chi è forte nel fisico è fragile interiormente.

E' stato bello trovare un grande autore al di fuori della mia banale comfort zone.

Reading Challenge 2025, traccia di marzo: libri con una chiave in copertina


mercoledì 12 marzo 2025

"Il cimitero di Jim Morrison", Michelangelo Giampaoli

 

Non ho idea di chi sia il maggior esperto italiano del cimitero parigino, ma non mi stupirei se fosse proprio Michelangelo Giampaoli. Nato a Perugia nel 1979, in seguito a una tesi di dottorato in antropologia sul cimitero che gli ha dato modo di scoprire come in due secoli fosse stato scritto relativamente poco su questo luogo ricco di storia e mistero, convinto che ci fosse in realtà molto da dire, nel 2011 ha pubblicato questo saggio, frutto di tre anni di studi e di ricerche.


Puntiglioso 

La prima parte è dedicata alla storia del Pére-Lachaise, che non è il più grande cimitero di Parigi in assoluto (tredici in totale), ma è il più grande di quelli intra muros. Quarantaquattro ettari frazionati in novantasette divisioni, venne inaugurato il 21 maggio 1804 (e purtroppo non è rimasta nessuna delle prime tombe), ma Giampaoli inizia a raccontare da quando in epoca medievale, all'inizio del Trecento, il terreno era di proprietà vescovile per arrivare al 1626 quando passò a un padre gesuita (confessore e consigliere di Luigi XIV), Francois d'Aix de la Chaize (è a lui che si deve il nome del sito) che fece costruire la sua dimora, una sorta di piccola Versailles, dove ora sorge la cappella del cimitero.

Dopo l'espulsione dei gesuiti da Parigi n
el 1762 per alcuni decenni si alternarono diversi proprietari, finché nel 1804 la città comprò il terreno destinandolo a cimitero, come deciso da Napoleone (all'epoca la zona si trovava in campagna), principalmente per questioni igieniche e sanitarie, ma anche con lo scopo di riscattare preziosi terreni cittadini (al Pére-Lachaise seguì la creazione dei cimiteri di Montmartre e di Montparnasse).


Snobbato nel primo decennio perché scomodo da raggiungere e occupato dall'esercito russo nel 1814, divenne un luogo ambito solo quando il nuovo governo di Luigi XVIII vi fece trasferire i resti di Eloisa e Abelardo, di Molière e di La Fontaine: bastò questo per far scattare nella borghesia il desiderio di essere seppelliti in quel cimitero. Si passò così dalle 830 concessioni vendute nei primi dieci anni alle 15.000 del 1822 e alle 30.000 nel 1830!

Luogo in cui per statuto era vietato ogni simbolo di appartenenza religiosa e con un'importanza storica notevole (nel 1871 alcuni degli episodi più sanguinosi successi durante la Comune di Parigi avvennero dentro le mura del cimitero), è dagli anni Sessanta del secolo scorso che ha visto accrescere l'afflusso di turisti, arrivando a circa due milioni all'anno.


L'autore evidenzia i punti comuni fra pellegrinaggi religiosi e turismo funerario, narra qualche leggenda legata al cimitero, descrive i frequentatori abituali, compresi gatti e gattare, dedica un capitolo ai film e ai documentari girati fra le tombe e descrive la bellezza non solo artistica del posto, che è il più grande spazio verde del centro cittadino. 

Tutto interessante a livello nozionistico, ma la lettura (in generale e di queste parti in particolare) sarebbe stata più piacevole se fosse stata più snella, senza divagazioni inutili (un esempio: la minuziosa descrizione dell'abbigliamento dei dark).

A pagina 103 inizia la seconda parte e finalmente entra in gioco Morrison, con la sua morte misteriosa e controversa avvenuta nel 1971 quando aveva soltanto 27 anni.
E' la sua tomba a richiamare la maggior parte dei visitatori al Pére-Lachaise, che Giampaoli stima in circa i tre quarti di quelli annuali totali.


E chi lo ama - anche quelli nati molti anni dopo la sua morte - di lui ama anche gli eccessi che lo caratterizzavano.

"Alla fine degli anni Sessanta non c'era avvenimento più atteso dai fan, e più temuto dagli organizzatori e dalle forze dell'ordine, di un concerto dei Doors e del comportamento di Jim."

In linea con il loro idolo, i visitatori della tomba di Morrison vengono per lo più considerati fastidiosi, chiassosi e maleducati, cosa che ha portato al transennamento dell'aerea - l'unica a essere costantemente sorvegliata nell'intero cimitero - nel 2003.

Dopo un curioso parallelismo fra Morrison e i santi e fra i fans del primo e i fedeli dei secondi, Giampaoli passa ad 
Allan Kardec, fondatore della filosofia spiritista vissuto nel XIX secolo, a cui dedica 38 pagine, come a Morrison.


Passa poi ad analizzare il fenomeno che porta il cimitero ad avere fama di essere un luogo trasgressivo, giungendo a conclusioni che mi hanno lasciata un po' perplessa.

"Molte pratiche, culturalmente rigettate in toto qualora si producano in altri luoghi, trovano una dimensione quasi naturale: quando si parla di necrofilia al Père-Lachaise, ad esempio, si ha l'impressione che all'interno di quello spazio certi comportamenti non siano alla fine così strani e neppure condannabili."

In questa parte dedicata all'erotismo hanno largo spazio la tomba di Oscar Wilde - che nel 1961 venne mutilata da due donne inglesi che colpirono con una pietra i genitali del monumento funebre - e Victor Noir, giornalista francese morto nel 1870 ad appena ventidue anni, la cui salma venne traslata al Pére-Lachaise solo una ventina di anni dopo. La credenza popolare vuole che sfregando labbra, piedi e l'erezione della statua bronzea le donne godranno di una vita fertile e sessualmente attiva. Una fama di erotismo dovuta esclusivamente alla statua, che lo raffigura dopo essere stato colpito a morte da un cugino di Napoleone III, non alla sua vita (Noir avrebbe dovuto sposarsi tre giorni dopo e pare sia morto vergine).


Dopo aver dettagliatamente spiegato perché questo cimitero ha fra i suoi frequentatori abituali feticisti e omosessuali, si passa ai monumenti commemorativi, spostando l'attenzione su eventi storici che non lasciano spazio a nessun sorriso.

Grande rilievo ha le Mur des Fédérés (Muro dei federati), che rappresenta la Comune di Parigi ricordando l'eccidio del 1871 e che, a distanza di tanti anni, continua a essere il punto del cimitero più carico di storia, una porzione che fa parte del Panthéon communiste.


Nei pressi del cimitero si trova un altro celebre muro, quello dedicato alle vittime della rivoluzione, costruito in parte con le pietre del muro originale come testimoniano i fori di proiettile dei fucili.


Dopodiché Giampaoli sottolinea come l'unica eccezione all'immagine vitale e stimolante che regna nell'intero cimitero sia costituita dalla divisione 77, quella dedicata alla memoria dell'Olocausto, di cui descrive ogni monumento ai caduti nei tanti campi di sterminio nazisti.

Aushwitz III e Buna-Monowitz:


Buchenwald e Dora-Mittelbau:


Mauthausen:


Natzweiler-Struthof:


E ancora: Oranienburg-Sachsenhausen, Bergen Belsen, Dachau, Ravensbruck, Auschwitz-Birkenau, Flossenburg, Neuengamme...

Dopo aver sottolineato come fra i sepolti al Père-Lachaise siano rappresentate circa duecento nazionalità, per un centinaio di lingue diverse, e come fra questi vi siano rifugiati ed esuli di ogni angolo del mondo, facendo del cimitero un luogo di ribellione, Giampaoli analizza ciò che fa del Père-Lachaise la più trasgressiva delle necropoli.

E in conclusione non manca di mettere in luce la trascuratezza del luogo e la mancanza di una segnaletica museale. Ad esempio una semplice recinzione impedirebbe di calpestare o fare picnic sul prato del Giardino della Memoria, dove vengono sparse le ceneri delle persone che in vita hanno espresso la volontà di non ricevere sepoltura (e dire che le scie di cenere sono ben visibili se depositate di recente).




Nell'appendice conclusiva Giampaoli tratta la struttura e gestione del cimitero, quest'ultima affidata, come per ogni altro cimitero parigino, al municipio, con ulteriori vincoli e tutele a cui il Père-Lachaise è soggetto essendo anche un luogo di interesse storico.

Risponde ad alcune domande, ad esempio se si può essere seppelliti al Père-Lachaise e, nel caso, chi ne ha diritto, quanto costa una concessione, eccetera. Spiega quindi come funzionano le concessioni e di come le nuove tombe nelle divisioni più antiche rovinino irrimediabilmente la bellezza del cimitero.

A seguire parla della cremazione, diffusissima in Francia, che non subisce l'ingerenza della Chiesa Cattolica nelle vicende pubbliche, come succede in Italia. Il Crematorium del Père-Lachaise è anche l'unico forno crematorio di Parigi (o per lo meno era tale quando è stato scritto il libro).


Meno interessanti le ultime pagine che trattano questioni pratiche: personale tecnico e amministrativo del Père-Lachaise, la sorveglianza, i furti, eccetera...

Per finire, un piccolo appunto sull'oggetto libro: l'uso della carta patinata lo rende più "prezioso", ma anche tremendamente pesante! Ho dovuto leggerlo tenendolo posato su un ripiano, cosa che non ho mai trovato comoda, nemmeno ai tempi della scuola. Però è anche il primo libro sui cimiteri che leggo dotato di fotografie, a colori e in bianco e nero.
Un plauso a Giampaoli anche per questo.


Reading Challenge 2025, traccia stagionale crucipuzzle, inverno: gatto in copertina


lunedì 10 marzo 2025

"Chiuditi dentro", Riley Sager

 

New York, 18 ottobre di un anno non precisato. Jules Larsen, 25 anni, riprende i sensi e capisce di essere in un ospedale stesa su una barella. Le dicono che è stata investita da un'auto nel momento in cui è uscita correndo dal Bartholomew. E basta quella parola perché i ricordi riaffiorino. Quelli di due settimane prima, quando è tornata a casa in anticipo dopo essere stata licenziata per tagli al personale trovando il suo ragazzo a letto con un'altra. Quelli di una settimana prima, quando ha sostenuto il colloquio per il posto di appartament-sitter al Bartholomew. Quelli di sei giorni prima, quando ha iniziato quel lavoro temporaneo pagato ben mille dollari alla settimana per tre mesi. Quelli di cinque giorni prima, quando Ingrid, la sua nuova collega del piano di sotto, è scomparsa nella notte.
E tutto il resto, cosa che la porta a supplicare il personale medico di non rimandarla là dentro! 

Angosciante

Scritto nel 2018, "Lock Every Door" non si distingue certo per originalità, a cominciare dall'ambientazione, un palazzo storico che si affaccia su Central Park inquietando i passanti con i suoi diabolici gargoyle: leggendone la descrizione il mio pensiero è andato subito al Bramford di "Rosemary's baby".
Pare che Sager si sia ispirato al Dakota, il palazzo di New York noto, tra l'altro, perché John Lennon venne ucciso davanti al suo ingresso.


Di Sager l'anno scorso avevo letto "Final Girls. Le sopravvissute" e "A casa prima di sera" e nessuno dei due mi aveva convita. Questo ha avuto una buona partenza, ma arrivata al 78% della lettura avevo deciso di eliminare l'autore dalla mia wish list a causa della piega che stava prendendo la vicenda. Poi la brusca virata che ha impedito al libro di cadere in quell'irrealismo orrifico che non amo, facendo di "Chiuditi dentro" il mio preferito fra i tre.

Certo di aspetti inverosimili e improbabili ce ne sono, ma sono tanti i thriller in cui misteri celati per decenni vengono poi risolti dai protagonisti in maniera fortuita e, spesso, velocemente.
Come in questo caso: i più di sessanta capitoli alternano ciò che accade quel 18 ottobre con i fatti dei giorni precedenti andando poi poco oltre. Ma è proprio questo a rendere incalzante la lettura.

Reading Challenge 2025, traccia cascata di lettere di marzo: stella

sabato 8 marzo 2025

"La casa in fondo alla strada", Karen McQuestion

 

Wisconsin, gennaio di un anno non precisato. Sharon Lemke è una donna di una certa età che, dopo la pensione, si è impegnata a coltivare diversi interessi per prevenire quella solitudine di cui spesso sono vittime le persone anziane. E' l'interesse per l'astronomia che la porta a uscire alle undici di sera per assistere al fenomeno della luna di sangue. Non è così sicura che la visione valga il freddo patito, ma a colpirla più dell'eclissi è vedere una bambina lavare i piatti nella casa di fronte, quella dei Fleming, che vivono lì da sei anni e che, a quanto le risulta, hanno un solo figlio, maschio e già adolescente. E mentre Sharon si chiede come sia possibile che facciano fare quel lavoro e a quell'ora a una bambina così piccola, che oltre tutto deve essere loro ospite, vede Suzette Fleming arrivare alle spalle della bambina per strattonarla malamente fino a uscire dal riquadro della finestra. Una visione fugace, ma sufficiente per attivare l'innata curiosità di Sharon.

Trascinante

Dei numerosi romanzi scritti da Karen McQuestion - nata proprio in Wisconsin nel 1961 - la maggior parte sono autopubblicati, categoria che, dopo alcune nefaste esperienze, cerco accuratamente di evitare.

I primi otto fra quelli che non sono né Young Adult né libri per bambini non sono stati tradotti in italiano. La Newton è partita da questo - che è il nono, pubblicato nel 2020, titolo originale "The Moonlight Child" - e da quello successivo, un altro thriller che ha per protagonisti dei vicini di casa, una struttura narrativa decisamente abusata nei thriller, soprattutto nell'ultimo decennio, ma che non manca mai di intrigarmi.

E le vicende di Sharon, Suzette e degli altri personaggi - pochi e per lo più femminili - non hanno fatto eccezione.

Un buon thriller nella storia che racconta, ma che avrebbe meritato un maggior impegno nella cura dei particolari.

Ci sono alcuni errori marchiani, uno dei quali particolarmente grave perché è da lì che tutto comincia: Sharon dal cortile non può vedere la finestra dei vicini perché questi hanno fatto costruire una palizzata alta tre metri fra le due case (e infatti successivamente per vedere l'altra casa la donna deve salire al piano di sopra).

Non mancano i cliché e le circostanze poco verosimili: non è credibile che Suzette in sei anni non abbia mai visto la donna che abita nella casa dietro alla sua.

Anche la situazione familiare dei Fleming regge a fatica, le nevrosi di un elemento non giustificano l'accondiscendenza degli altri fino ai livelli descritti.

Ma, nonostante i difetti, è un libro che sa coinvolgere grazie a una suspense costruita a partire dall'incipit.
E chi se ne frega se la palizzata non è trasparente.

Reading Challenge 2025, traccia stagionale crucipuzzle, inverno: luna in copertina

mercoledì 5 marzo 2025

"Piccole cronache", Carlo Maria Cipolla

 

Breve saggio (109 pagine) scritto nel 1997, è quello che ho trovato meno interessante rispetto ai quattro dell'autore che avevo letto in precedenza ("Il pestifero e contagioso morbo", "Allegro, ma non troppo", "Miasmi e umori" e "Tre storie extra vaganti").

Aneddotico

Diviso in ventiquattro capitoli, per lo più brevissimi, che riportano piccole o grandi curiosità legate alla storia dell'economia: come e perché per cinesi e vichinghi l'argento aveva più valore rispetto all'oro, l'etimologia di "lira" e di "dollaro", eccetera.

E poi c'è Genova, la mia Genova, e Cipolla ne parla tanto, ad esempio spiegando come la r
iforma della moneta pesante, che iniziò fra la fine del dodicesimo secolo e l'inizio del tredicesimo partendo da Genova e da Venezia, aprì l'era di un più complesso, ma più razionale sistema monetario.

Racconta come il debito pubblico venne imposto per la prima volta nel 
1167 dalla Repubblica di Venezia, seguita da Genova e Firenze.
Successivamente, nel 1274, a Genova
 "si decretò il consolidamento del debito pubblico che aveva raggiunto la somma di 305 mila lire genovesi del tempo. Nel 1407, quando aveva raggiunto la somma di 3 milioni di lire genovesi, i creditori dello Stato si consorziarono nel Banco di San Giorgio, che divenne il padrone dello Stato."

E fu ai banchieri genovesi, 
dominatori della scena finanziaria fra il 1530 e il 1620, che si rivolse Filippo II di Spagna, il re più ricco della sua epoca, ma anche il più indebitato.

"E loro (noi) risolsero i problemi del re di Spagna "da veri genovesi" con un tasso del 15% (non altissimo per l'epoca), ma con aggravi di ogni genere."

A quel punto il re chiese aiuto alle banche fiorentine mettendole in concorrenza con quelle genovesi, ma 
"gli andò male perché i fiorentini non furono all'altezza della situazione e si dimostrarono incapaci di sostituire quei diavoli di genovesi."

Cipolla aveva la grandissima capacità di riuscire a trattare un argomento come l'economia con spirito.

Riferendosi all'atto notarile datato 4 settembre 1312, che certifica come Giotto diede in affitto un telaio a interessi spropositati, non gli risparmia il suo sarcasmo:

"Come gli storici dell'arte hanno da tempo messo in chiara luce, Giotto era avidissimo di denaro ed era quanto mai abile nel procurarselo e nell'amministrarlo, ponendosi spesso anche ai limiti dell'usura, il che per uno che aveva dipinto così efficacemente scene di vita del poverello di Assisi è, quanto meno, paradossale."

Il nome di Leonardo, invece, spunta nel capitolo in cui racconta come fosse fra i tantissimi europei che, dopo aver scoperto la medicina cinese, si convinsero di poter guarire da vari malanni grazie al ginseng e al tè.

Tanti gli argomenti toccati, di varie epoche, dal tentativo di invasione dell'Inghilterra da parte della Spagna di Filippo II, che non riuscì nemmeno a fare ritorno in patria finendo col naufragare dopo infinite peripezie, alla truffa subita dal Governo fiorentino nell'estate del 1630 messa in atto dagli uomini che avevano ricevuto l'incarico di produrre nuovi giacigli in piena pestilenza.

Simpatico e leggero, ma senza tralasciare di evidenziare punti che non sono né una cosa né l'altra. 

"All'inizio del Cinquecento la popolazione del Messico centrale era di circa venticinque milioni di persone, ridotta a un solo milione un secolo dopo a causa della carneficina dei conquistadores e dei germi che avevano portato dall'Europa."

E descrivendo il collegamento diretto fra la scoperta dell'America e i bombardamenti alla Cina da parte degli inglesi, quelli che nel 1840 diedero il via alla guerra dell'oppio, mette in luce l'opportunismo degli uomini, soprattutto a certe latitudini.

"Oggi l'Occidente si scandalizza  di fronte allo spettacolo di Paesi dell'America Latina che riforniscono di droga il mercato Nord Americano con la complice inazione dei loro governi, e talvolta con la complice attività dei loro diplomatici. Si dimentica facilmente che poco più di un secolo fa l'Occidente praticò lo stesso infame gioco ai danni della Cina."

Reading Challenge 2025, traccia rebus di marzo: lettera e penna d'oca

lunedì 3 marzo 2025

"Miserere", Marina Marazza

 

Milano, giugno 1630. Nella città, governata dal cardinale Federico Borromeo, imperversa la peste, ma Alma non la teme: è già stata contagiata e ha sconfitto anche la terribile malattia. E adesso vuole annientare chi ventidue anni prima ha ucciso suo padre e ha murato viva sua madre.
Perché lei è la figlia di Virginia de Leyva e di Gian Paolo Osio ed è tornata per vendicarsi.

Istruttivo

Scritto nel 2020, "Miserere" inizia esattamente dal punto in cui si era interrotto "Il segreto della monaca di Monza", che ho letto l'anno scorso: non capisco perché nella sinossi abbiano scritto che è il seguito di "Io sono la strega", pubblicato anch'esso cinque anni fa. Non avendolo ancora letto non so se si tratti di una trilogia, ma a leggere la trama non direi.

Non condivido neppure la classificazione di genere, più che di un giallo storico si tratta di un romanzo storico. O, meglio ancora, è un testo di storia che l'autrice ha romanzato intrecciando fatti reali alle vicende di fantasia legate alla protagonista.

Alma Osio, nata nell'agosto del 1604, trascorse i primissimi anni di vita nella residenza monzese degli Osio, ma ben presto il suo nome sparì da ogni documento, racconto o altro. Non esiste neppure un atto che ne certifichi la morte, quindi non si sa quanto e come abbia vissuto.

La storia che Marina Marazza ha inventato per lei è epica. Le ha regalato una personalità indomita, temeraria e passionale, attingendo a piene mani alle caratteristiche che vengono attribuite a suo padre e a sua madre.
E le ha affiancato altre due figure femminili, la genovese Clara e la portoghese Dulce, dal tragico passato, ma capaci di lottare e di emanciparsi.

Ma sono tante le persone realmente esistite che diventano personaggi del romanzo, alcuni famosissimi che sono parte integrante della storia raccontata, come il Borromeo, oppure a cui si accenna soltanto, come Galileo; altri, meno noti, ben documentati dalla Marazza, ad esempio Guglielmo Piazza, condannato come untore dagli spagnoli, che ebbe il suo spazio anche ne "I promessi sposi". 

Leggendolo mi sono trovata più volte a pensare a come questo libro entusiasmerebbe gli amanti dello splatter e il commento in appendice dell'autrice mi ha fatto capire come la mia idea non fosse tanto esagerata:

"Chiedo scusa ai miei lettori se a volte le descrizioni sono crude, ma non c’era altro modo di narrare il male che gli uomini fanno agli altri uomini se non in questa maniera obiettiva e senza ipocrisia, strappando via quei veli censori in stile Manzoni e chiamando le cose col loro nome, togliendo le maschere agiografiche ai personaggi che avevamo conosciuti come santi e benefattori e ai quali ancora oggi sono intitolate le vie e le scuole delle nostre città."

Appendice molto interessante anche per come evidenzia quanto noi uomini non siamo affatto migliorati dal 1600 a oggi.

"Le speculazioni finanziarie come quella dei tulipani, destinata a rovinare centinaia di persone, il comportamento dei politici come Ferrer di fronte al problema del prezzo del pane, l’immunità dei potenti, il bisogno di trovare sempre e comunque un capro espiatorio, la noia dei ricchi, la subalternità di una classe di artisti e intellettuali, la condizione difficile delle donne, l’ignoranza e la beceraggine assurte a sistema, la crisi economica, lo sfruttamento dei più deboli, la diffidenza ostile nei confronti dei diversi modi di pensare e di credere, sono solo alcuni esempi dei formidabili parallelismi che permangono tra le due epoche."

Reading Challenge 2025, traccia annuale Scarabeo

sabato 1 marzo 2025

Reading Challenge: tracce di marzo

   



Tracce generiche:
  • libri con una chiave in copertina
    Call girl, Tanguy Viel (1 punto)
    Mystery, Inc., Joyce Carol Oates (1 punto)

  • libri scritti da autori membri del Detection Club

Traccia cascata di lettere: 
  • Stella: Chiuditi dentro, Riley Sager (3 punti)
  • Stelle: Loro, Maxime Chattam (5 punti)
  • Stalle: La ballata di Charley Thompson, Willy Vlautin (2 punti)

Traccia rebus:
  • Piccole cronache, Carlo Maria Cipolla (1 punto)

Traccia dadi:
  • Le conseguenze del male, Gian Andrea Cerone (5 punti)

Traccia stagionale crucipuzzle, inverno:
  • Mr e Mrs American Pie, Juliet McDaniel (4 punti)
  • La casa in fondo alla strada, Karen McQuestion (3 punti)
  • Il cimitero di Jim Morrison, Michelangelo Giampaoli (3 punti)

I miei punti di marzo: 28