mercoledì 26 giugno 2019

"Il diario di Eva", Mark Twain


Paradiso terrestre. Eva, fatta e finita, ha un giorno di vita quando inizia a tenere un diario dove racconta le sue giornate piene solo di cose belle in quell'Eden dove tutti i colori sono magnifici (anche il marrone) e tutti gli animali sono docili (anche il brontosauro è un cucciolone). Ogni cosa per Eva è una scoperta, dalla luna alle stelle, dal fuoco ad Adamo...

A prima vista quest'opera non dimostra affatto i suoi 114 anni. A ridosso della creazione le opinioni che questa Eva, tenera e buffa, ha di Adamo sembrano quelle che la maggior parte delle donne ha oggi degli uomini, sempre così sbadati, distratti, poco portati per il dialogo e poco interessati a ciò che li circonda. O semplicemente interessati a cose diverse da quelle che interessano a noi.

Insomma, Venere vs Marte.

Sicuramente quelle che oggi ci appaiono come generalizzazioni banali e anacronistiche, nel 1905 erano la base per una divisione di ruoli (emotivi e sentimentali, materiali e pratici) imprescindibile.

E qui il racconto da divertente diventa maschilista, con una Eva succube la quale dice che Adamo è buono, ma che lo amerebbe lo stesso anche se la picchiasse e la maltrattasse o, ancora,  che lui è forte e lei è debole e che lui le è indispensabile più di quanto non sia lei per lui.
Affermazioni che nell'epoca di Twain avranno rappresentato una bellissima dichiarazione d'amore, ma che oggi possono anche arrivare a condannare a morte una Eva che ci crede sopportando, subendo e sottomettendosi a un Adamo non buono come il primo.

Reading Challenge 2019: collegamento a cascata con la traccia di giugno. Lo collego a "L'ombra del sicomoro" perchè entrambi gli autori sono statunitensi