giovedì 27 giugno 2019

"La gemella sbagliata", Ann Morgan


Londra, anni 80. Helen ed Ellie sono due gemelline fisicamente identiche, ma completamente diverse sotto ogni altro aspetto. Tanto la prima è brillante, intelligente, sicura di sè, estroversa e diligente, quando la seconda è poco acuta, insicura e pasticciona. Helen è la leader, quella che decide tutto quello che possono decidere di fare da sole due bambine di 6 anni, quindi principalmente a cosa giocare.
E in un giorno d'estate, mentre sono al parco, a Helen viene l'idea di invertirsi i ruoli: si cambiano i vestiti, Helen si disfa la treccia e si fa i codini ed Ellie fa il contrario. Tornando a casa la vicina di casa le confonde, perchè è proprio grazie alla pettinatura che sono sempre state distinguibili, ma poi anche la mamma cade nel tranello. E le due bambine si divertono, sono riuscite a fregare tutti...
Al momento di andare a dormire, quando Helen va verso il suo lettino perchè il gioco non ha più senso adesso che sono sole, Ellie fa i capricci, vuole continuare. Helen la accontenta, pensando che la notte  rimetterà le cose a posto. Ma non sarà così.

Ancora un romanzo che non mi trova d'accordo con la categoria di genere in cui è stato classificato: è la storia di Helen e il desiderio di scoprire cosa sia successo nelle varie tappe della sua vita non ha nulla a che vedere con la suspense tipica dei thriller.

Non sono comunque rimasta delusa, anzi, il libro è bello e funziona molto meglio in chiave drammatica. Tutto ruota attorno allo scambio di persona e l'anello debole della vicenda è proprio l'inverosimiglianza di come due piccole bambine possano venire davvero confuse dalla madre, dagli insegnanti, anche dalle amichette. Soprattutto di come quella affetta da un ritardo mentale riesca ad essere credibile nei panni dell'altra, sveglia più della media. Sarebbe bastato non esagerare con il divario di Q.I per rendere la storia più godibile.

Ma facendo uno sforzo per sorvolare su questo improbabile "dettaglio", è impossibile non lasciarsi intenerire dai disagi patiti da Helen, riflettendo su quanto male possa causare una famiglia disfunzionale. 

Un'opera prima che non sembra tale, Ann Morgan scrive bene alternando i capitoli del presente, scritti in terza persona, a quelli del passato, scritti in seconda persona: è la prima volta che trovo l'uso di questo tempo in un romanzo e mi è piaciuto moltissimo, mi ha fatto sentire molto più coinvolta nella storia e non credo sia facilissimo scrivere in questo modo senza cadere in un noioso elenco di azioni ripetute. Davvero brava (anche la traduttrice, Rachele Salerno).

Reading Challenge 2019: collegamento a cascata con la traccia di giugno. Lo collego a "Il diario di Eva" perchè entrambi entrambi gli autori sono anglofoni