lunedì 10 giugno 2019

"L'ombra del sicomoro", John Grisham


1988, Clanton, Ford County (Mississippi). Seth Hubbard ha 71 anni ed è un uomo solo. Ha alle spalle due rovinosi divorzi e due figli, con cui non ha praticamente contatti, al punto da non essere nemmeno sicuro del numero di nipoti che gli hanno dato. Seth ha anche moltissimi soldi e un tumore ai polmoni in fase terminale. E da tre anni ha una domestica di colore, Lettie.
Un sabato di ottobre redige un testamento olografo in cui lascia il 5% della sua eredità alla chiesa, un altro 5% al fratello che non vede da cinquant'anni e il restante 90% a Lettie: il 90% di 24 milioni di dollari!
E qualche ora dopo pone fine alle sue sofferenze impiccandosi all'unico sicomoro rimasto in quella parte della sua proprietà che un tempo veniva chiamata Sycamore Row, 32 ettari di terreno che nel 1930 la vedova Lang aveva ceduto per pochi dollari al padre di Seth.

Grisham è uno dei miei autori preferiti e il suo primo romanzo, "Il momento di uccidere", è uno dei più belli che abbia scritto. Una storia toccante, impossibile da dimenticare. Quindi è stato bello ritrovare qua lo stesso protagonista, l'avvocato Jake Brigance.

Fra la stesura dei due libri sono trascorsi 25 anni (1988 - 2013), mentre fra le due storie raccontate ne sono passati soltanto tre (1985 - 1988). Ritroviamo, quindi, lo stesso clima (che immagino immutato ancora oggi): il Mississippi rurale e razzista, una contea composta al 74% da bianchi, molti dei quali a vantare un nonno, un padre o uno zio nel Ku Klux Klan. Bifolchi ignoranti convinti di essere superiori alle persone di colore solo per la loro stupida pelle bianca.

Ancora una volta non sono d'accordo con la classificazione: questo non è un legal thriller, ma un legal drama. Un Grisham grandioso che sulla base di pochi elementi (l'impugnazione del testamento e il dibattimento processuale che ne consegue) riesce a rendere appassionante ognuna delle 535 pagine del libro. Avrebbe potuto stringere tagliandone cento, forse anche duecento, ma scrive così bene da non risultare mai prolisso, mai noioso, mai verboso.

Ha solo esagerato con il centinaio di sorsi di acqua, di birra o di scotch che via via ha fatto bere ai vari personaggi!

Reading Challenge 2019: per questo testo uso il bonus casata che noi Lost in Austen ci siamo aggiudicate a maggio